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Padova-Trento, Gementi: “Li affrontiamo in un brutto momento. Quando partirà l’inno biancoscudato…”

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Una partita speciale per il ds gialloblù, padovano di nascita. Per la prima volta affronterà la squadra della sua città

Redazione PadovaSport.TV

Sarà una domenica particolarmente significativa per Attilio Gementi, il direttore sportivo padovano del Trento. Il prossimo turno mette di fronte il Padova e la sua "creatura". Lo abbiamo sentito, nella settimana che porta alla sfida dell'Euganeo, partendo proprio dal suo arrivo nel club gialloblu due anni fa, in un momento difficile.

Direttore, dall'Eccellenza alla serie C: obiettivo raggiunto. Quando sei arrivato c'erano macerie...

Mi fa piacere che venga riconosciuto il lavoro fatto, sono orgoglioso di aver fatto questa scelta. Quando sono arrivato, la società viveva un momento complicato, i tifosi contestavano e il presidente era in dubbio se lasciare. Per me è stato un motivo di grande soddisfazione ricostruire e ricompattare l'ambiente, che mi ha accolto e fatto sentire a casa fin da subito. Sono ripartito da zero dopo Campodarsego, personalmente volevo raggiungere l'obiettivo dei professionisti. Ora ci sono gli ultras presenti allo stadio, la stampa locale ci è vicina. Dal punto di vista finanziario-calcistico e sotto l'aspetto delle motivazioni credo di aver dato una mano. Con Carmine Parlato poi da subito c'è stato grande feeling, pur non avendo mai lavorato con lui.

È un girone dove c'è un gap tecnico molto evidente tra le primissime della classe e le piccole che puntano a salvarsi. La partita di domenica è un esempio, per colmarlo serve più l'intuizione tattica o la fisicità?

Entrambe le cose, e aggiungo cuore e determinazione. Dovremo dare tutto, uscire dal campo sfiniti. Bisogna tenere conto che nella nostra squadra buona parte dei giocatori vengono dalla serie D. Devono avere voglia di rivalsa, li ho scelti anche per questo. Devono dimostrare di essere all'altezza di questo campionato, partita dopo partita. Siamo anche in una situazione di emergenza, domenica abbiamo finito con sei under in campo, cinque giocatori infortunati, credo non recupereremo nessuno per domenica. Il Padova invece, insieme Sudtirol e Triestina giocano senza giovani. E il Padova è la squadra in assoluto più forte come organico.

Citiamo tre ex: Dionisi, Nunes e Pasquato.

Dionisi è un pretoriano di Parlato che a Padova ha lasciato un ottimo ricordo, Nunes è stato scartato per modo di dire dai professionisti solo perchè il Padova doveva fare scelte di un certo tipo, ma Sogliano e Gatti hanno sempre parlato benissimo di lui. Per noi è una scommessa, gioca davanti alla difesa e può fare bene la C. Pasquato invece è croce e delizia, ha accettato di venire da noi anche facendo un sacrificio rispetto all'ingaggio, e questo vuol dire molto. Era da un po' che lo corteggiavamo.

In che misura hai accontentato l'allenatore nella costruzione della squadra?

In realtà Carmine l'anno scorso mi ha chiesto solo Dionisi e Osuji, quest'anno non c'è stata nessuna richiesta particolare. Anche Pasquato è stata scelta condivisa, per la sua esperienza, l'indiscutibile tecnica e perchè può dare una mano sui piazzati. Speravamo di convincere anche Aliù, ma per scelte personali ha preferito rimanere in D.

Il Padova arriva alla partita di domenica con la necessità di riscattarsi. Ci sono grandi aspettative, ribadite anche dalla recente visita di Oughourlian

Lo becchiamo in un brutto momento, c'è poco da fare. Magari a punteggio pieno sarebbe stato diverso. L'anno scorso ha fatto un grandissimo campionato, penalizzato solo da un regola discutibile. Il lavoro di Sogliano è limpido e sotto gli occhi di tutti. Dovesse andare male a loro, non sarà certo la partita di domenica a rovinargli il cammino. Noi dobbiamo sperare in un passo falso della squadra di Pavanel, anche se sarà molto dura.

Ti piacerebbe un giorno lavorare per il Calcio Padova?

Indubbiamente avrò una grandissima emozione domenica quando sentirò partire l'inno all'ingresso delle squadre. È la prima volta che affronto la squadra della mia città, farlo avverando il sogno di arrivare a fare il direttore sportivo tra i professionisti per me è motivo di grande orgoglio. Poi in futuro, chissà. Intanto mi godo questa splendida società che mi ha fatto lavorare al meglio.

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