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Serie C, sospetta combine ha come protagonista un arbitro: indaga anche la Magistratura

Serie C, sospetta combine ha come protagonista un arbitro: indaga anche la Magistratura

Una serie di flussi anomali, il radar di Lega Pro e dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli che si attiva e i sospetti si traducono in un’inchiesta. Prima quella della Procura della Repubblica di Roma, poi quella della Procura Figc che ha...

Redazione PadovaSport.TV

Una serie di flussi anomali, il radar di Lega Pro e dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli che si attiva e i sospetti si traducono in un’inchiesta. Prima quella della Procura della Repubblica di Roma, poi quella della Procura Figc che ha aperto un fascicolo d’indagine per atto dovuto. Al centro della vicenda presunti casi di calcio scommesse in Serie C, Coppa Italia di C e campionati Primavera. A destare i sospetti (come riportato dal quotidiano La Repubblica) sarebbero alcune partite con flussi anomali di puntate, molte del campionato Primavera, ma anche una gara di Serie C sospesa a pochi minuti dal termine a causa di un infortunio dell’arbitro che la dirigeva. Secondo gli inquirenti che ora stanno indagando potrebbe non essere stato un caso visto che nonostante la gara non fosse di cartello aveva attirato comunque l’interesse di un numero anomalo di scommettitori i quali, tuttavia, avevano puntato su un risultato diverso da quello che stava per maturare in campo. In Serie C non c’è il quarto uomo che può sostituire l’arbitro, quindi la sospensione del match - secondo l’ipotesi di combine (tutta da verificare) - avrebbe consentito quindi agli scommettitori di non perdere i soldi della puntata. Fatti che risalgono a gennaio, subito dopo c’è stato il lockdown per il Covid e tutte le competizioni sono state sospese in via definitiva. Anche le eventuali combine. Il procuratore federale Giuseppe Chinè ha comunque subito trasmesso le segnalazioni alla Magistratura, che ora indaga in parallelo a quella omologa della Figc. A usare il condizionale è anche il presidente dell’Associazione italiana arbitri, Marcello Nicchi. «Nell’Aia vige un regolamento e quando è accertato, chi sbaglia paga e lascia la sua tessera sul tavolo», spiega. «Ad oggi tuttavia - aggiunge Nicchi - nessuno dell’Associazione ha ricevuto alcuna comunicazione di indagine e non ci sono arbitri che hanno ricevuto notifiche». Al momento non risultato indagati formalmente, ma la Procura di Roma potrà farlo attraverso i propri strumenti normativi e in parallelo quella della Figc potrà eventualmente ascoltare testimoni e lo stesso arbitro incrociando poi il proprio lavoro con quello della magistratura ordinaria, che al momento conduce l’inchiesta per capire se esistono rilevanze penali. Il presidente dell’Aia invita comunque alla cautela: «Se fossi il ragazzo - conclude Nicchi - querelerei chi ha diffuso la notizia perché è stato violato il segreto istruttorio di un’inchiesta della Procura della Repubblica. Nessuno al momento è stato sanzionato o condannato, ad oggi non c’è nessun arbitro inquisito, ma se lo sarà risponderà di tutto». (Da La Gazzetta del Mezzogiorno)

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