Lutto

Storia di un cacciatore di talenti: sulla Gazzetta il ricordo di Gianni Di Marzio

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Scoprì Diego Maradona e Cristiano Ronaldo quando ancora erano giovanissimi e sconosciuti

Redazione PadovaSport.TV

La notizia della morte di Gianni Di Marzio ha addolorato tanti protagonisti e appassionati del mondo del calcio. E ieri mattina, dopo che l'annuncio della sua morte postato sui social dal figlio Gianluca piano piano faceva il giro d'Italia (i funerali saranno celebrati martedì alle 15 nel Duomo di Padova), sono stati davvero in tanti a dedicargli un pensiero affettuoso e a unirsi al dolore della famiglia. Con la competenza e la passione, Di Marzio aveva saputo diventare a suo modo un personaggio di primo piano, cambiando veste (da allenatore a dirigente), ma non l’approccio sereno allo sport. Collezionare trofei non è l’unica strada per lasciare un segno.

Una vita intensa segnata dalla passione per il calcio

La Gazzetta dello Sport oggi lo ricorda con un articolo a firma GB Olivero. Nasce a Napoli nel '40, la carriera di calciatore si ferma precocemente per problemi fisici. Ma l’amore per il pallone è più forte di ogni acciacco e così Di Marzio si sposta in panchina: prima vice di Vinicio all’Internapoli e poi allenatore della Nocerina, la prima di tante squadre. Non capita spesso che si fermi in una società più di una stagione, ma in quei casi significa che è successo qualcosa di storico. Come a Catanzaro quando, nel 1976, conquista la seconda promozione del club in Serie A. Nel 1977 Di Marzio diventa il primo napoletano ad allenare il Napoli: arrivano un quinto posto e uno storico 5-0 alla Juve in Coppa Italia, torneo in cui si qualifica alla finale per- sa contro l’Inter. Nel 1982-83 guida il Catania di Massimino in A, nel 1987-88 riporta il Cosenza in B dopo 24 anni. Da dirigente ha collaborato con il Cosenza, con il Venezia (negli anni del ritorno in A) e perfino con la Juve, come responsabile dell’area estera. Sapeva di calcio e nell’ambiente la sua competenza era riconosciuta da tutti. La vita di Gianni Di Marzio è ricca di episodi, di viaggi, di po- tenziali svolte. Nel dicembre 1973 ha un incidente stradale insieme alla moglie Concetta (detta Tucci) che ha in grembo Gianluca: per fortuna le conseguenze non sono drammatiche, ma l’allenatore deve sottoporsi a un complicato intervento maxillo-facciale e il Brindisi poco dopo lo esonera. A Catanzaro conosce Claudio Ranieri: nasce un forte legame tra i due e l’attuale tecnico del Watford seguirà Di Marzio anche a Catania e Palermo. Nel 1978 Gianni vola in Argentina per vedere il Mondiale, ma fa appena in tempo a sbarcare che l’amico Settimio Aloisio, dirigente dell’Argentinos Juniors di origini calabresi, lo invita a osservare un giovane campioncino non convocato da Menotti: Diego Armando Maradona. In un’intervista a Sky, Di Marzio raccontò così il loro primo incontro: «Arrivammo su questo campo in terra battuta, le due squadre erano pronte, ma Diego non c’era. Dovemmo andare a casa sua, a Villa Fiorito. Era arrabbiatissimo con Menotti per la mancata convocazione. E in un quarto d’ora fece tre gol. Negli spogliatoi gli feci firmare un contratto in bianco. Era nostro (del Napoli, ndr) per 220mila dollari, 300 milioni di lire dell’epoca». Le frontiere, però, sono chiuse, Ferlaino comunque non sembra convinto e l’affare salta. Il rapporto tra Diego e Gianni, invece, si consolida. E quando anni dopo Maradona arriverà davvero a Napoli, dedicherà subito un pensiero proprio alla persona che aveva intuito prima di tutti il suo immenso talento. E se era relativamente facile accorgersi della grandezza di Diego, magari non era altrettanto scontato ipotizzare un futuro da star a Cristiano Ronaldo mentre scriveva i primi capitoli della propria storia allo Sporting Lisbona. Di Marzio, però, anche stavolta fa centro. E anche stavolta invano. Ai tempi della collaborazione con la Juve, Gianni viene inviato da Moggi sulle tracce di Quaresma. Bravino, certo, ma secondo Di Marzio è meglio un certo Ronaldo. Cristiano così va a Torino per le visite mediche: è tutto fatto, al punto che negli archivi di Hurrà Juventus ci sono anche le tradizionali foto del nuovo acquisto con la maglia bianconera. Salas, però, non accetta il trasferimento e così salta l’arrivo di Ronaldo alla Juve e cambia la storia del calcio.

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