Il personaggio

Südtirol, Bisoli: “La mia squadra è come un’A112 Abarth. Carattere? Sono cambiato”

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Una lunga intervista sulla Gazzetta dello Sport dedicata all'allenatore del momento in serie B

Redazione PadovaSport.TV

Pierpaolo Bisoli è tornato di moda. Le ultime imprese lo stanno riportando alla ribalta. In carriera ha vinto due campionatidi C (Cesena e Padova) e una Supercoppa di categoria sempre con i veneti. In Romagna ha vinto anche la B nel 2010 e, dopo i playoff, nel 2014. La stagione scorsa s’è salvato al playout con il Cosenza, ottenendo un risultato insperato fino al suo arrivo. Oggi La Gazzetta dello Sport gli dedica una pagina, dopo l'ennesimo risultato sorprendente alla guida del Südtirol (2-1 alla Reggina di Inzaghi al Druso).

Come un'A112 Abarth

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"Da appassionato di motori - dice Bisoli - paragono il mio Südtirol alla vecchia 112 Abarth che, tirata a lucido, può dare noia a tutti, anche nei percorsi misti come questa Serie B. Qui ogni partita è un pericolo, certe curve vanno fatte... in prima!". Vicino alle 300 presenze in B, Bisoli è sempre stato sottovalutato non essendo proprio une esteta del calcio: "Non ho un procuratore, non frequento salotti, penso solo al bene della mia società e dei miei giocatori. Di sicuro ho modellato il mio carattere, vado meno allo scontro, più al confronto - spiega - Una neopromossa deve metterla sul piano fisico, ma tutto il calcio sta andando in questa direzione, sapendo che senza un ordine tattico non vai da nessuna parte. Io cambio spesso modulo per avere giocatori sempre preparati. Tanti tecnici stranieri esonerati? Non conta la teoria, ma la pratica, la conoscenza dei punti deboli e della differenza dei campi".

L'obiettivo rimane la salvezza ma in quella posizione di classifica si può sognare. Una cosa è certa, come dice il terzino Celli (uno dei protagonisti di questa stagione) intervistato dal Corriere dell'Alto Adige: "Nessuno ci sottovaluta più. Oggi ci affrontano con un’altra mentalità perché comunque stiamo facendo bene. Credo e spero in ogni caso che non ci sottovalutino perché non si sa mai quello che può succedere". Il sogno continua a Bolzano.

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