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Vecchio Padova, licenziati in tre

Tre dei nove dipendenti del Calcio Padova 1910 sono stati licenziati ed entrano nelle liste di mobilità del Centro dell’Impiego. È l’effetto della mancata attività, dopo la sparizione dal calcio professionistico, della vecchia società...

Redazione PadovaSport.TV

Tre dei nove dipendenti del Calcio Padova 1910 sono stati licenziati ed entrano nelle liste di mobilità del Centro dell’Impiego. È l’effetto della mancata attività, dopo la sparizione dal calcio professionistico, della vecchia società biancoscudata, presieduta da Diego Penocchio, che rimane comunque affiliata alla Federcalcio (ma non si sa per quanto ancora). Per Antonella Segala, storica segretaria del club, avendo lavorato con continuità per 26 anni prima nella sede di via Sorio e poi in quella dell’Euganeo, per Andrea Pravato, magazziniere all’Appiani, e per Roberto Gasparini, addetto alla manutenzione del tappeto erboso dello stadio e dei campi di Bresseo e figlio del conosciutissimo Piero, dopo le ferie (coatte) è arrivata la notizia peggiore, peraltro già preannunciata da una serie di segnali precisi. E così, assistiti dai sindacati, i tre sono ora senza lavoro, in attesa di essere saldati delle rispettive spettanze (avanzano, come tutti, gli stipendi di luglio, agosto e settembre), oltrechè del Tfr, il trattamento di fine rapporto. E le altre sei persone a libro-paga? Per quattro, i magazzinieri Luciano De Franceschi, Ivone Giacomini e Fabiano Sanvido, più Francesco Stecca, autista ed accompagnatore, tutti assunti a tempo indeterminato, il rapporto continua, sia pure su basi diverse, con l’attuale Biancoscudati Padova. Lo stesso dicasi per l’ex addetto-stampa Massimo Candotti, che affiancherà Alberto Noventa (ex Gsport) nel marketing e nella promozione dell’immagine del nuovo club, e per Benedetto Facchinato, che curava la parte aamministrativa, nominato custode dei beni pignorati in sede dopo il decreto ingiuntivo inoltrato dall’avvocato Grassani. Bergamin e Bonetto hanno cercato di ridurre al minimo le conseguenze della cessata attività dell’Acp 1910, ma per questione di budget e di organizzazione non sono riusciti a garantire a tutti il mantenimento del posto. Un’altra conseguenza della scriteriata gestione di Cestaro e Penocchio dopo il passaggio di consegne dall’uno all’altro, avvenuto a fine giugno 2013.