Matteo Corradini, direttore sportivo della Virtus Verona, torna sulle colonne de L'Arena sul match con il Padova: «I ragazzi vanno elogiati per come in tre giorni si sono applicati al nuovo modulo. Segno di una dedizione che è quasi commovente. Non c’è nessun imputato in questa squadra dopo mercoledì sera. I ragazzi hanno fatto una prova di grande carattere e determinazione hanno dimostrato di avere fame pronti per fare il salto di qualità nel secondo tempo per lunghi tratti la Virtus ha dominato. Siamo andati vicini al gol con De Marchi, Pittarello e Delcarro; e con Danti. Usciamo dalla gara con il Padova la consapevolezza delle nostre forze».
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Virtus Verona, il ds Corradini: “Dominato per lunghi tratti, il rigore non c’era”
Matteo Corradini, direttore sportivo della Virtus Verona, torna sulle colonne de L’Arena sul match con il Padova: «I ragazzi vanno elogiati per come in tre giorni si sono applicati al nuovo modulo. Segno di una dedizione che è quasi...
Sconfitta non ancora digerita
Sull'episodio del rigore: "Consideriamo la gara con il Padova una sconfitta solo sul piano del risultato - dice Corradini - Il rigore non c’era, ma non cerchiamo scuse e vogliamo dimostrare già da domenica prossima a Salò quello che valiamo". Riguardo alle squalifiche, Riccardo Cazzola (4 giornate) e Gigi Fresco (2), la società farà ricorso. A inasprire i toni, ecco nello stesso articolo che riporta le dichiarazioni di Corradini le considerazioni del giornalista autore del pezzo:
"Il Padova sembrava la squadra che doveva lottare per salvarsi e la Virtus quella che faceva della zona play off la sua casa. Forse è stata la gara più bella della stagione, sicuramente la più intensa. Che la sceneggiata napoletana di Ronaldo e Gualtieri non è riuscita a cancellare. Ed è servita solo per incattivire gli animi". E ancora:"un arbitro con due pesi e due misure e un guardalinee timido come un pulcino per consentire al Padova di passare al 95’ su rigore e di andare a esultare sotto la tribuna rossoblù. Bel gesto. Che andrebbe ricordato negli anni a venire. Perché, si sa, la vendetta è un piatto che va servito freddo. Ma va servito"
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