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Derby, il giorno dopo. Voto 10 ai tifosi, i limiti della squadra messi a nudo dal Cittadella

Quel che più lascia l’amaro in bocca (e la sensazione che c’è ancora tanto da fare) nel popolo padovano è arrivare all’atteso giorno del derby e vedere che c’è molta differenza tra Padova e Cittadella, entrambe indicate...

Redazione PadovaSport.TV

Quel che più lascia l'amaro in bocca (e la sensazione che c'è ancora tanto da fare) nel popolo padovano è arrivare all'atteso giorno del derby e vedere che c'è molta differenza tra Padova e Cittadella, entrambe indicate come squadre costruite per l'alta classifica. I granata in questo momento possono ovviare all'assenza anche dei giocatori più in forma, grazie alla varietà della rosa e alle innumerevoli soluzioni tattiche: bastava dare un'occhiata ieri ai giocatori in panchina per farsi un'idea di come Venturato, con questo materiale a disposizione, sia in grado, nell'evenienza, di cambiare faccia alla squadra con i tre cambi (e c'è ancora Sgrigna fuori, per dire). Il Padova insomma esce dal derby ridimensionato poichè questa volta, a differenza della gara interna contro l'Alto Adige, non si può incasellare la sconfitta nella categoria "giornate storte". Come ha detto anche capitan Cunico (ascolta l'intervista sulla nostra web-tv), il Cittadella oggi è più forte del Padova. Padova che, orfano dell'insostituibile Neto Pereira, tende ad abbassare troppo il proprio baricentro, finendo inevitabilmente per farsi schiacciare dall'avversario (di qualità) di turno. Va fatta poi una valutazione su alcuni giocatori reduci dalla D che, nonostante l'impegno, non sembrano essere affidabili per un campionato di vertice in Lega Pro. Ora è necessario studiare delle contromosse per evitare che anche le squadre di medio-bassa classifica (vedi il Renate, prossimo avversario) capiscano l'antifona e giochino di conseguenza, magari pensando (Parlato) a un sistema di gioco diverso oppure affidandosi a giocatori ancora poco utilizzati. Veniamo alle note liete: sugli spalti il Padova ha vinto, facendo prevalere decibel, calore e passione tanto da trasformare il Tombolato (ancora più accogliente con la tribuna coperta) nello stadio di casa. Manifestazioni di tifo simili aumentano ulteriormente il rimpianto di non avere uno stadio e una categoria calcistica adeguata, ma questo è un altro discorso. Cori, sostegno per tutti i 90 minuti, applausi nonostante la sconfitta, con il salomonico "Meritiamo di più" che sembra più una riflessione generale che un principio di contestazione dopo la doppia sconfitta con Alto Adige e Cittadella.