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Il Mattino: assurde le minacce di morte, ma serve più chiarezza

Da Il Mattino di oggi, editoriale: Partiamo subito dalla stretta attualità: con le minacce (addirittura di morte, ma si può arrivare a tanto con i problemi che affliggono quotidianamente il nostro Paese?) non si va da nessuna parte, anzi. Per...

Redazione PadovaSport.TV

Da Il Mattino di oggi, editoriale:

Partiamo subito dalla stretta attualità: con le minacce (addirittura di morte, ma si può arrivare a tanto con i problemi che affliggono quotidianamente il nostro Paese?) non si va da nessuna parte, anzi. Per cui, che siano o meno “cani sciolti” del tifo gli autori delle scritte contro i Valentini, certe pseudo-manifestazioni di dissenso, espresse in questi modi, vanno condannate categoricamente, senza se o ma. Fatta la doverosa premessa, veniamo al punto che ci sta più a cuore: dopo la sconfitta di Avellino i “nodi”, dentro e intorno al Padova, sono venuti finalmente al pettine. Primo fra tutti, la mancanza di chiarezza, a cui si aggiunge il palese conflitto di interesse che riguarda i dirigenti, padre e figlio, arrivati da Macerata e amici di patron Penocchio. L’abbiamo già sottolineato una settimana fa, in occasione dell’uscita di scena (imposta, al di là del bon ton che ha caratterizzato le dichiarazioni dei diretti interessati) del diesse Alessio Secco, lo ribadiamo a maggior ragione adesso: si è volutamente buttato a mare un progetto dopo sei mesi per sposare un’alternativa, tecnica e di mercato, che lascia sconcertati, dove per il momento non s’intravvedono prospettive certe di cambiamento verso il meglio. Prendete la vicenda Raimondi: non sarà stato un “fulmine di guerra”, il buon Andrea, ma il modo in cui è stato trattato da questa proprietà meriterebbe un capitolo a sè stante della storia di questa stagione. Un giocatore di proprietà, che viene sacrificato per far posto al più famoso (e più... tutelato) Rocchi, va comunque difeso come capitale. Tantopiù se ha 23 anni e mezzo, non 34 o 37! Invece, con un atteggiamento da dilettanti (presuntuosi) allo sbaraglio, il ragazzo è stato prima lasciato a se stesso e poi “tradito” nelle promesse. Avrà il suo caratterino, per carità, ma il dovere di chi fa calcio, soprattutto se i soldi a disposizione sono pochi, è di difendere e valorizzare ciò che si ha in casa, o comunque di monetizzare al meglio il “prodotto” qualora lo si ceda ad altri, non di regalarlo! Che poi il giocatore si sia vendicato, svincolandosi a parametro zero e firmando per il miglior offerente, questo era un rischio da mettere in conto. Occhio per occhio, dente per dente... L’amministratore delegato Andrea Valentini, prima ancora del figlio, dovrebbe spiegarci qual è la logica finanziaria alla base di tale scelta. Noi non la capiamo, visto e considerato oltretutto che nessuno sa - in nome della famosa trasparenza, appunto - quanto sia il budget a disposizione per il “mercato” di gennaio. Se si vogliono fare le... rivoluzioni solo con i prestiti, abbiamo già un girone d’andata illuminante al proposito sulle motivazioni che hanno spinto diversi giocatori da queste parti [...]

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