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Ivo Rossi sull’Appiani: “Tempesta in un bicchier d’acqua”

«Sinceramente, mi pare si stia facendo una tempesta in un bicchier d’acqua. Con toni, peraltro, davvero eccessivi. Violenti. E che nulla hanno a che fare con il calcio, con lo sport e con la dialettica civile. Lo dico da grande tifoso del...

Redazione PadovaSport.TV

«Sinceramente, mi pare si stia facendo una tempesta in un bicchier d’acqua. Con toni, peraltro, davvero eccessivi. Violenti. E che nulla hanno a che fare con il calcio, con lo sport e con la dialettica civile. Lo dico da grande tifoso del Padova, che andava all’Appiani ogni domenica e che, una sera di marzo di 23 anni fa, quand’era un giovane consigliere comunale dei Verdi, fu l’unico, ripeto l’unico, a votare contro la delibera che dava il via alla costruzione del nuovo stadio, l’Euganeo, e quindi all’abbandono del vecchio… Ricordo quel giorno come fosse ieri, 21 marzo 1988, sindaco Paolo Giaretta… Ma, comeho detto, sono passati 23 anni, da allora è cambiato il mondo e l’Appiani, indipendentemente da tutto e da tutti, resterà per sempre nel cuore di ogni sostenitore biancoscudato». Il vicesindaco Ivo Rossi corre indietro nel tempo per ragionare sulle ultime vicende di cronaca. L’ormai imminente demolizione della gradinata est, lungo via 58˚ Fanteria, per far spazio ad un parcheggio temporaneo di pullman turistici. Il riordino dell’intera area dietro Prato della Valle, il recupero commerciale della facciata dell’ex foro boario e, soprattutto, la realizzazione di un altro parcheggio (sotterraneo) da 600 posti auto.

E poi la rabbia della frangia più calda del tifo padovano e gli insulti al sindaco Flavio Zanonato e all’intera giunta comunale scritti sui muri della città e rilanciati da Facebook e da alcuni blog online. «Certe offese e minacce – sottolinea il vicesindaco – specie quelle inneggianti al killer norvegese Andres Breivik che ha ucciso 76 persone, non sono in alcun modo tollerabili. Qualcuno è arrivato addirittura a scrivere che sarebbe stato meglio se Breivik, invece che a Oslo e Utoya, avesse sfogato la sua follia a Palazzo Moroni contro il governo di questa città. In proposito – scandisce Rossi – ho già avvisato il questore ed il capo della Digos. E sarebbe ora che il Calcio Padova, la società, prendesse finalmente posizione nei confronti di questi signori… ». Il mito dell’Appiani, però, è un patrimonio di tutti: «Certo – ribatte il vicesindaco – E, proprio per questo motivo, l’abbattimento di una gradinata fatiscente, pericolante ed inagibile da diverso tempo non ne scalfirà minimamente il ricordo. Anzi. L’intenzione del Comune è quella di restituire il campo alla città, rendendolo cioè visibile grazie ad un terrapieno, alla costruzione di cinque, dieci, quanti serviranno gradoni ed alla realizzazione di una passerella ciclopedonale che collegherà le mura a Prato della Valle, correndo proprio a fianco dell’Appiani. Insomma – chiude Rossi – la demolizione di un rudere, qual è oggi la gradinata est, non scalfirà affatto la leggenda di uno stadio che è nel cuore di ogni tifoso biancoscudato. A cominciare da me».

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