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Padova e le clamorose sviste: come nel ’99

Da Il Mattino: A metà tra il comico e il tragico, nella serata degli orrori di Pavia quanto avvenuto al 27’ della ripresa ha lasciato tutti sbigottiti e senza parole. A distanza di 16 anni dal primo, colossale errore, il Padova ancora una volta...

Redazione PadovaSport.TV

Da Il Mattino:

A metà tra il comico e il tragico, nella serata degli orrori di Pavia quanto avvenuto al 27’ della ripresa ha lasciato tutti sbigottiti e senza parole. A distanza di 16 anni dal primo, colossale errore, il Padova ancora una volta è caduto su una sostituzione. All’epoca, era il 1999, al tecnico Fedele e l’avversario il Varese, era costata la retrocessione in Serie C2, e oggi – ma questa è l’unica differenza – probabilmente rappresenterà solo un’incredibile figuraccia e magari una multa. I fatti. È il 27’della ripresa quando Parlato decide di inserire Salvatore Amirante in campo al posto di Nicola Petrilli. Il tabellone luminoso si alza e segna i numeri di maglia dei due giocatori, mentre il segretario sportivo biancoscudato, Fabio Pagliani, dalla tribuna centrale corre a bordo campo cercando disperatamente qualcuno della panchina. Gli si fa incontro il direttore sportivo Fabrizio De Poli, che sentite le parole che il segretario ha da dirgli si precipita ad avvisare il tecnico: Amirante non figura nella lista dei 24 per il campionato, se entrasse in campo la partita quasi certamente sarebbe persa a tavolino. Parlato si rivolge all’arbitro, chiede di poter correggere al volo la sostituzione e inserire Sebastiano Aperi, ma il direttore di gara non sente ragioni. Per lui la sostituzione, già annunciata, non può essere cambiata: Amirante, a questo punto, non viene fatto entrare, e Petrilli, che aveva già varcato la linea laterale, non può più prendere parte alla gara. È così che per gli ultimi 23 minuti i biancoscudati giocano in dieci. La spiegazione. «Quello che è successo è solo colpa mia», spiega il direttore sportivo, Fabrizio De Poli, nel dopo gara, «Per una svista di cui mi assumo tutte le responsabilità, Amirante effettivamente non figurava ancora nella lista dei 24, e per questo motivo non sarebbe potuto entrare in campo. Quando ci siamo accorti dell’errore abbiamo deciso di non inserirlo». Una situazione difficile anche solo da immaginare, che però affonda le sue radici in una gestione, quella proprio della cosiddetta lista, che qualche punti interrogativo di troppo l’ha lasciato. Alla consegna in Lega della lista dei giocatori utilizzabili, da viale Rocco si è alzata una cortina di nebbia volta a non far emergere certezze circa quali giocatori fossero in lista e quali no. E questi sono i risultati. «Avevamo lasciato un posto libero, in attesa di capire cosa sarebbe avvenuto. Magari per Amirante, quando avesse recuperato, magari per Gorzelewski, quando si fosse sistemato il suo tesseramento. Purtroppo questa settimana Amirante è stato convocato all’ultimo minuto, sino a sabato sera nemmeno eravamo certi che sarebbe andato in panchina visto che arrivava da cinque mesi di stop, e non mi sono ricordato che doveva ancora essere inserito. È stato un errore solo mio, e me ne scuso». Le conseguenze. «Era una cosa che non doveva succedere. Punto». Le reazione sibillina di patron Bergamin la dice lunga sullo stato d’animo della dirigenza, furibonda in tribuna già durante la gara. È presto per capire se la posizione di De Poli sia in discussione, ma una cosa certa c'è: se per l’arbitro la sostituzione era fatta e compiuta, l'avrà scritto nel suo referto e per questo Amirante, per la Lega, ufficialmente sarà entrato, anche se formalmente in campo non ci ha mai messo piede. Se il Pavia deciderà di non fare ricorso, rimarrà solo una figuraccia clamorosa. In caso contrario, arriverà pure il danno del 3-0 a tavolino.