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Padova-Mantova, le pagelle: biancoscudati tutti sufficienti, grandi prove di Petkovic e Neto, ma a brillare su tutti è Petridona

Petkovic 7: In una giornata per lui tutto sommato di ordinaria amministrazione, a fargli guadagnare un meritatissimo sette in pagella è il grande intervento di cui si rende protagonista su conclusione di Ungaro in avvio di ripresa. Chissà se la...

Redazione PadovaSport.TV

Petkovic 7: In una giornata per lui tutto sommato di ordinaria amministrazione, a fargli guadagnare un meritatissimo sette in pagella è il grande intervento di cui si rende protagonista su conclusione di Ungaro in avvio di ripresa. Chissà se la palla fosse entrata in rete quale piega avrebbe preso la gara…

Dionisi 6: Probabilmente condizionato dall'ammonizione che rimedia nei primi minuti, l'ex Pordenone non riesce a sfoderare l'esuberanza dei giorni migliori, pur non demeritando assolutamente. Per info, vedasi le provvidenziali chiusure con cui sventa un paio di insidiose offensive mantovane nel corso del primo tempo.

Fabiano 6,5: La ribalta oggi è appannaggio di Diniz, ma se Ruopolo e Momenté (29 gol in due la scorsa stagione) oggi sono stati totalmente neutralizzati il merito è anche senza dubbio suo.

Diniz 7: Giganteggia sugli avanti mantovani per tutto l'arco della gara sia palla a terra sia in fase di gioco aereo e griffa la sponda dalla quale scaturisce la rete di Neto Pereira. Insomma, dimostra ancora una volta di poter rappresentare una vera garanzia per la categoria.

Favalli 6,5: Altra buona prova da parte dell'ex Cremonese: dietro non concede nulla, davanti spinge con efficacia tentando anche, seppur senza particolari risultati, la conclusione da fuori area. Bene così.

Mazzocco 6: In ripresa rispetto alle scorse uscite, si rende protagonista di una prestazione accorta ed ordinata dimostrando di essere all'altezza della categoria. Chi l'ha seguito sin dalla scorsa stagione lo sa: i margini di miglioramento non mancano.

(dal 74' Ramadani) s.v.: Troppo pochi i minuti che spende sul terreno di gioco per poter esprimere una valutazione, certo è che il suo ingresso in campo, seppur a risultato ampiamente acquisito, si è rivelato piacevolmente positivo.

Giandonato 6,5: Aveva fatto intravedere buoni spunti già contro il Renate. Non è dunque un caso che Parlato lo abbia schierato oggi in campo per la prima volta da titolare. La sua risposta? Convincente: i giri del pallone sono quelli giusti, l'asse con i suoi compagni di reparto efficace. Si fa talvolta notare anche in fase di interdizione per poi calare fisicamente alla distanza. Assimilati i dettami del tecnico partenopeo, sembra avere le carte in regola per trovare quella continuità che fino ad un paio di settimane fa gli era mancata.

(dal 54' Bucolo) 6: La giusta quantità per cementare la mediana nella ripresa al fianco di altri due “mastini” come Mazzocco e Corti.

Corti 6,5: Un paio di errori in fase di impostazione non macchiano la buona prova dell'ex Varese, sempre attento a non concedere varchi agli avversari e soprattutto abile a reggere dal punto di vista atletico per tutti i 90' di gioco.

Cunico 6,5: Il suo lavoro tra le linee dello statico 4-4-2 mantovano è preziosissimo. Mette a tacere le critiche ricevute in queste ultime settimane dialogando a meraviglia con l'altro “vecchietto” biancoscudato, Neto Pereira, e battendo la punizione che porta al sigillo dell'1-0 già al 4'. Cala di tono col passare dei minuti, ma come non comprenderlo dopo un primo tempo di tale intensità…

Neto Pereira 7,5: Mette subito la gara sui giusti binari con una zampata da scafato rapace da area di rigore per poi reggere sulle proprie spalle tutto il peso del reparto avanzato controllando e smistando con sapienza palloni su palloni anche grazie al prezioso lavoro di apertura degli spazi da parte di Bearzotti. I dati parlano chiaro: quando lui è in campo il Padova non tradisce. Sicurezza e punto di riferimento in più per tutta la squadra.

Bearzotti 6: I suoi movimenti senza palla aprono spesso e volentieri preziosi spazi nella retroguardia virgiliana su cui i suoi compagni cercano di insistere il più possibile. Pecca però di imprecisione in più di un frangente con la sfera tra i piedi.

(Dal 63' Petrilli) 8,5: Entra in campo e chiude la gara. Ma il punto è soprattutto come la chiude: i suoi due gol sono roba da stropicciarsi gli occhi, da spellarsi le mani, da rimanere a bocca aperta per dieci minuti. Chiamarlo Petridona quest'oggi non è blasfemia. Vedere per credere. Il calcio è emozione, e di emozioni oggi lui ne ha regalate di primo livello. Chapeau.