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Parlato: “Inutile ripetere sempre le stesse cose, ora c’è da lavorare sulla testa prima che sul fisico”

Ha poca voglia di parlare, Carmine Parlato all’inizio di una nuova settimana delicata. Poca voglia di spiegare le sue sensazioni e riflessioni: il Padova visto contro il Renate, nella gara che doveva segnare la svolta dopo le due sconfitte di...

Redazione PadovaSport.TV

Ha poca voglia di parlare, Carmine Parlato all’inizio di una nuova settimana delicata. Poca voglia di spiegare le sue sensazioni e riflessioni: il Padova visto contro il Renate, nella gara che doveva segnare la svolta dopo le due sconfitte di fila contro Sudtirol e Cittadella, avversari decisamente meno “morbidi”, ha finito per dare il peggio di sé tra condotta di gara, atteggiamento sul campo e capacità di sfruttare le occasioni, o meglio l’occasione, visto che tale è stato il rigore di Altinier, un lampo nel buio. Non ha voglia di spiegare quali siano le ragioni della crisi attuale, né tantomeno quali possano essere le soluzioni. Non ha nemmeno l’intenzione di chiarire se anche lui, così come la dirigenza ha invece pubblicamente affermato nelle ultime ore, si senta preoccupato dall’involuzione dei suoi uomini. Negli ultimi giorni, sin dalla settimana scorsa, lo si è però visto parlare a lungo con i giocatori, prendendoli in disparte uno a uno: «Le solite chiacchierate che facciamo tutte le settimane, niente di nuovo». L’allenatore biancoscudato si sta frapponendo tra la squadra e le critiche, e l’intento è chiaro: lasciare il gruppo tranquillo affinchè possa lavorare più sereno. Una circostanza dimostrata dai fatti, visto che è stato proprio Parlato, insieme a capitan Cunico, unico rappresentante dei giocatori, ad avere il confronto con i tifosi dopo Meda: «Giusto che i contenuti rimangano tra persone serie», taglia corto anche in questo caso. «La prestazione domenica non è stata sicuramente quella che tutti volevamo e ci aspettavamo. E siccome questa è la linea che ho sempre seguito sin dall’anno scorso, tanto più adesso confermo la mia intenzione: lavorare, e lasciare che le parole le porti via il vento». Possiamo parlare di “crisi” del Padova o è una parola troppo grossa? «È solo un momento. Ma è un momento importante, nel quale dobbiamo lavorare e ritrovare quel qualcosa in più che avevamo nelle prime giornate. È per questo che, in una situazione come l’attuale, c’è la buona educazione da parte del sottoscritto nel rispondere alle domande che mi vengono poste, ma la necessità anche di evitare parole in più o continue ripetizioni di frasi inutili e superflue». La proprietà, tuttavia, si è detta preoccupata di questa situazione. Lei non lo è? «Bonetto e Bergamin sono i miei padri superiori, persone che non mi fanno mai mancare niente. Ciò che hanno affermato credo che non sia assolutamente da discutere, anzi: conosco le persone con cui ho quotidianamente a che fare, e se certe cose vengono dette è solo per darci una mano e per cercare di stimolare ancora di più i ragazzi». Nelle ultime gare gli avversari sono spesso arrivati prima sul pallone: è un problema di natura psicologica o il Padova paga qualcosa pure dal punto di vista fisico? «La fatica viene fuori se hai la gamba ma non hai la testa, e viceversa non puoi pensare di correre se il fisico non aiuta la mente. Io credo che ciò che ci ostacola adesso sia un problema che parte principalmente dalla testa, ma che arriva a coinvolgere anche il fisico». Quindi la vostra involuzione è un problema primariamente psicologico? «Noi non abbiamo la bacchetta magica, e non siamo nemmeno masochisti. Se l’avessimo saputo prima, avremmo fatto di tutto per correggerla anzitempo: questa situazione, mio malgrado, sta continuando. Ma qui lo dico e lo ripeto: non molliamo nemmeno di un centimetro». La novità è che contro il Mantova tornerà Neto Pereira, il quale insieme ad Altinier dall’inizio del campionato non ha mai potuto giocare. Adesso cosa cambia? «Siamo all’inizio della settimana, ci sarà tempo e modo per studiare la situazione. La prima cosa è far sì che riprenda bene gli allenamenti, poi vedremo: il fatto che ci sia è un’ottima notizia, Neto è un giocatore importante, così come tutti gli altri, il suo ritorno ci darà una mano».