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Pasticcio Cesca, il giocatore non può essere tesserato: ecco perché

Da “Il Gazzettino”: Si era presentato il 2 settembre alla Guizza, allenandosi per la prima volta con i nuovi compagni di squadra e ammettendo: «Sono venuto a Padova perché preferisco vincere in serie D piuttosto che salvarmi in Lega...

Redazione PadovaSport.TV

Da "Il Gazzettino":

Si era presentato il 2 settembre alla Guizza, allenandosi per la prima volta con i nuovi compagni di squadra e ammettendo: «Sono venuto a Padova perché preferisco vincere in serie D piuttosto che salvarmi in Lega Pro». E invece, salvo clamorosi sviluppi nella giornata odierna, che, a conti fatti, sembrano ridotti ad un flebile lumicino, l’affare-Cesca rischia di trasformarsi semplicemente in un grosso pasticcio. L’attaccante giunto dal Rimini, infatti, non ha potuto essere schierato nelle due gare in programma dopo il suo arrivo (la prima di campionato contro l’Union Pro, e la sfida di Coppa con il San Paolo di due sere fa), e probabilmente nemmeno rimarrà a Padova. E questo per una serie di errori legati alla formula del suo trasferimento. Tutto parte circa tre settimane fa, quando il diesse Fabrizio De Poli comincia a prendere informazioni sull’attaccante del Rimini, appena retrocesso in serie D. «È libero», si sente rispondere dall’agente di Alessandro Cesca, Giovanni Tateo, già noto a queste latitudini per essere anche il procuratore di Vantaggiato. Con il giocatore si comincia allora a trattare sull’ingaggio: la prima richiesta di Cesca è considerata insostenibile dalla Biancoscudati – tanto che lo stesso De Poli ammette che «a certe condizioni non se ne fa nulla» – mentre il successivo avvicinamento tra domanda e offerta conduce ad un accordo verbale. Raggiunto quello tra la Biancoscudati e il giocatore, basta avere tra le mani il documento di svincolo dal Rimini. Ed è qui che scoppia il “caso”.Cesca, in realtà, non è affatto libero da vincoli. Il Rimini non lo lascia partire a cuor leggero: De Poli si offre di andare a parlare direttamente con la società romagnola, ma le rassicurazioni dell’agente del giocatore fanno pensare che si possa arrivare comunque ad una soluzione indolore. Tateo, spiegando di aver già effettuato operazioni simili, trova l’escamotage: spedire Cesca da una società professionistica amica – i dilettanti sono infatti liberi da vincoli in caso di chiamata dai “pro” – per poi farlo rescindere e accasarlo a Padova senza problemi. Le parti compiono le necessarie verifiche, la cosa sembra fattibile. E allora si procede: nelle ultime ore di mercato Cesca firma per la Juve Stabia (una seconda possibilità era che fosse il Lecce a fare da tramite), dalla quale si libera immediatamente, e la mattina dopo (e torniamo così al 2 settembre) si accorda con il nuovo Padova. Tre giorni fa, quando la Lega deposita il documento nei terminali telematici, lo stop è automatico: per l’applicazione di una norma federale, un giocatore che passi dai dilettanti ai pro non può fino alla stagione successiva tornare nei dilettanti. Tradotto: sino al prossimo 30 giugno Cesca può essere tesserato solo per un club professionistico. Il Padova cade dalle nuvole, l’agente cerca disperatamente un rimedio, e si arriva alla giornata odierna. Verso le 17 dovrebbe arrivare una risposta quasi definitiva, ma le possibilità che la cosa si concluda positivamente sono risicatissime. Con il Padova che sarebbe eventualmente costretto a fiondarsi su un’altra punta entro il 17 settembre, oltre a trovare un terzo portiere da affiancare a Petkovic e Vanzato.

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