Quale fu la stagione in cui il Padova raggiunse il miglior piazzamento della sua storia? Senza dubbio la stagione 1957-1958, con il terzo posto in Serie A alle spalle di Juventus e Fiorentina. Eppure non tutti sono al corrente di ciò che accadde nell'annata 1922-1923, poiché anche in quell'occasione il Biancoscudo accarezzò un sogno chiamato scudetto. Ecco come.Nel settembre del 1922 il presidente Michele Maluta affida la panchina all'ex calciatore di Manchester City e Manchester United Herbert Burgess, che nella stagione precedente aveva vinto il campionato ungherese alla guida dell'MTK di Budapest. La squadra è di notevole caratura: tra i pali può contare su Renato Paglianti, nel giro della nazionale di Vittorio Pozzo, in difesa e sulla mediana troviamo vere e proprie bandiere come Primo Danieli, Angelo Barzan, Aldo Fagiuoli, Antonio Fayenz e “Bepi” Girani, mentre l'attacco è affidato ai fratelli Monti (Giovanni e Feliciano) e ai fratelli Busini (Federico e “Toni”). Inoltre, si farà notare anche un giovane centravanti non ancora ventenne con un promettente futuro di fronte a sé: Pietro Pastore.I biancoscudati vengono inseriti nel girone C della Lega Nord. La squadra che si sarebbe classificata al primo posto avrebbe poi preso parte al girone finale della Lega Nord contro le vincitrici degli altri due gironi. Ad assegnare lo scudetto ci avrebbe quindi pensato una finalissima andata-ritorno tra la squadra campione della Lega Nord e quella della Lega Sud. Insomma, un cammino che si preannunciava impervio per gli uomini di Burgess, anche tenendo conto del calibro degli avversari che sarebbero stati chiamati ad affrontare nel girone C, Alessandria, Novara e Novese su tutti, quest'ultima vincitrice del campionato FIGC della stagione precedente.La prima partita del campionato, in programma al Comunale (l'attuale Monti, l'Appiani verrà inaugurato nel '24) l'8 ottobre contro il Livorno, termina 1-1. Un risultato che sicuramente non passa agli annali, a differenza di quello della settimana successiva maturato contro il Pastore, squadra torinese defunta nel 1924: vittoria per 11-1. Record assoluto per il Biancoscudo. E pensare che i piemontesi erano anche passati in vantaggio!Ad ogni modo, più passano le settimane, più si vede la mano di Burgess: il Padova viaggia con il vento in poppa e conclude il girone d'andata a quota 14 punti, prodotto di sei vittorie, due pareggi ed una sola sconfitta, rimediata il 14 gennaio contro la Lucchese. Tuttavia, nella seconda parte del campionato, i biancoscudati dovranno recuperare due gare: quella annullata contro il Brescia e quella rinviata, causa maltempo, contro l'U.S. Milanese. A metà stagione la graduatoria recita dunque: Livorno 17 punti, Alessandria 16, Padova 14 (con due gare in meno, dunque potenzialmente primo), SPAL 14 (con una gara in meno). Giochi quantomai aperti. Tanto più se alla prima di ritorno i biancoscudati sono attesi dalla trasferta sul campo della capolista Livorno, dove però cadono per 2-1 dopo essere passati in vantaggio con Giovanni Monti. Per fortuna, la giornata seguente è in programma il ritorno contro il Pastore fanalino di coda: i Burgess-boys non tradiscono, 2-0 il finale e nuovi preziosi punti in saccoccia. Dopo la conquista di altre due vittorie contro Brescia e Milanese (recupero della gara del girone d'andata) arriva poi un nuovo stop sul campo della SPAL (1-0), seguito dal pareggio interno contro la Novese. A cinque giornate dal termine il Padova ha due lunghezze di svantaggio rispetto al Livorno e sei rispetto all'Alessandria capolista, seppur con una partita in meno. Occorre sperare in qualche passo falso dei piemontesi, cosa che puntualmente accade la domenica successiva, quando i grigi devono arrendersi per 2-0 sul campo del Livorno vedendo così assottigliarsi il vantaggio accumulato sul Padova, che supera in scioltezza l'U.S. Milanese con ugual punteggio. La settimana successiva, però, gli uomini di Burgess vengono sconfitti a Novara, mentre l'Alessandria è costretta a rinviare il proprio match interno contro il Pastore al 13 maggio. E così, a tre giornate dal termine del campionato, sia Padova che Alessandria, distanziate di quattro punti, devono recuperare una partita in attesa di scontarsi al Comunale all'ultima giornata. Non resta che sperare.Nei successivi due turni Fagiuoli e compagni compiono il loro dovere, facendo bottino pieno contro Savona e Lucchese, mentre – probabilmente con la collaborazione di Sant'Antonio – l'Alessandria, impegnata nelle trasferte di Genova (contro l'Andrea Doria) e Brescia, non va oltre l'1-1 in entrambi i casi. Si profila dunque uno scontro cruciale al Comunale nell'ultima giornata di campionato. All'andata i biancoscudati si erano imposti per 1-0, cosa che accade anche nella gara di ritorno, con rete decisiva di Federico Busini al 10'. I ragazzi di Burgess ottengono così due punti decisivi per sperare ancora nella qualificazione. Livorno, Padova e Alessandria si trovano così appaiate a quota 30 punti in vetta alla classifica, ma queste ultime devono ancora recuperare una partita. Il 13 maggio è il giorno della verità: l'Alessandria, impegnata in casa contro la “Cenerentola” Pastore (peraltro già retrocessa), strappa un prezioso 1-0, mentre il Padova espugna il campo del Brescia con reti di Fagiuoli e di Toni Busini. E' dunque necessario uno spareggio per stabilire quale squadra avrà il diritto di accedere alle finali della Lega Nord in compagnia delle corazzate Genoa e Pro Vercelli. Giorno designato è il 3 giugno, il campo, il neutro del Velodromo Sempione di Milano. L'Alessandria chiude la prima frazione in vantaggio grazie ad una rete di Banchero, ma il Padova non si arrende, trovando ad un quarto d'ora dal termine il punto del pari con Giovanni Monti, al rientro dopo due mesi di assenza. Si va ai supplementari, dunque. Supplementari che vengono decisi dalla seconda rete di giornata di Monti, che deciderà la contesa. Padova dunque qualificato alle finali.Ma è ora che arriva il difficile. Il Padova dovrà infatti vedersela con le due squadre più in vista dell'epoca: il Genoa e la Pro Vercelli, vincitrici di 15 edizioni del massimo campionato sulle 24 disputate sino ad allora. 8 la Pro (fra cui quella dell'anno precedente), 7 il grifone.Come se non fossero bastati i pronostici della vigilia, che non sarebbe stato un cammino semplice il Padova lo capisce già alla prima partita del girone finale, in casa del Genoa di William Garbutt, dove viene sconfitto per 3-1. Chi ben comincia... Tuttavia i biancoscudati non si perdono d'animo e la settimana successiva piegano la Pro Vercelli con identico punteggio, con reti di Fagiuoli, Toni Busini e del solito Giovanni Monti. A fine gara però Mario Curti, portiere dei piemontesi, denuncia una presunta irregolarità nell'altezza delle porte del Comunale e presenta ricorso. Ricorso che, fortunatamente, dieci giorni più tardi viene respinto dalla Lega. La vittoria è dunque salva. Al termine delle gare di andata, la classifica vede dunque il Genoa al comando con 3 punti, seguito a una lunghezza di distanza dal Padova e a due dalla Pro Vercelli. Con la successiva vittoria del Genoa contro i piemontesi, il Padova ha un solo risultato a disposizione per continuare a sperare: la vittoria. Il Genoa '22-'23 è però una squadra invincibile, mette al tappeto i biancoscudati con un perentorio 3-0 e conquista così il diritto di disputare la finalissima. Ininfluente dunque l'ultima gara del girone, nella quale il Padova incappa in un'altra sconfitta sul campo della Pro Vercelli.Genoa invincibile, abbiamo detto. Ebbene sì, perché non incontrerà molte difficoltà nel conquistare il tricolore dopo aver superato la Lazio con un complessivo andata-ritorno di 6-1 (il divario tecnico tra le squadre del nord e del sud è sempre stato notevole almeno fino ai primi anni '30), concludendo così la stagione con il numero zero nella casella delle sconfitte. Per assistere ad un altro evento del genere bisognerà aspettare 56 anni, con il Perugia di Castagner versione '78-'79, che però concluderà il campionato al secondo posto. Chi invece fu capace di conquistare ancora il titolo senza subire sconfitte fu il Milan di Capello nella stagione 1991-1992 e la Juve di Conte edizione 2011-2012. Sì insomma, purtroppo quel Genoa non era certo l'avversario più agevole per i biancoscudati nella corsa al tricolore.
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1922-1923: il Padova contende lo scudetto alle corazzate Genoa e Pro Vercelli
Flash dal passato: momenti di storia biancoscudata nella nostra rubrica del lunedì
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