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1929-1930: il Padova retrocede nel primo campionato di Serie A a girone unico della storia del calcio italiano

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Flash dal passato: momenti di storia biancoscudata nella nostra rubrica del lunedì
Alessandro Vinci

Bello sarebbe scrivere sempre di gioie e di vittorie, di soddisfazioni e di capitoli felici. Questa però non sarebbe la storia del Padova. Non sarebbe la storia di nessuna squadra di calcio, nemmeno di quelle più blasonate, a dir la verità. Certo è che le ultracentenarie vicende biancoscudate sono state indelebilmente caratterizzate da alti e bassi, da veloci salite seguite da ripide discese, saliscendi per cuori forti (per info, vedasi avvenimenti delle ultime stagioni e/o degli ultimi mesi) con i quali il tifoso padovano si è trovato costretto a convivere sin dai primi vagiti. Uno dei più datati esempi di ciò avvenne a cavallo tra gli anni '20 e gli anni '30, quando il Padova riuscì a qualificarsi per il primo campionato di Serie A a girone unico della storia del calcio italiano, per poi venirne subito estromesso causa retrocessione.

Siamo nell'estate del 1929. In città si respira grande entusiasmo attorno al mondo della compagine biancoscudata, unica squadra veneta ad essersi qualificata per il nuovo campionato di massima serie, trascinata dalle reti del suo implacabile bomber Giovanni “Nane” Vecchina (ben 23 in 25 partite disputate), che contribuirono in maniera determinante al raggiungimento dell'ottavo posto finale, l'ultimo utile per staccare il pass per la neonata Serie A a sedici squadre, che verrà poi estesa a diciotto con l'inclusione nel massimo campionato italiano anche della Triestina, piazzatasi al nono posto nel girone A, alle spalle dello stesso Padova, per motivi politico-patriottici (si ricordi che siamo in piena epoca fascista). Giustificati dunque i festeggiamenti per celebrare questo prestigioso traguardo, ma il piazzamento della squadra andava anche considerato come un campanello d'allarme: sarebbero occorsi valenti rinforzi per affrontare al meglio il nuovo campionato, che avrebbe visto gli uomini di un riconfermatissimo Herbert Burgess scontrarsi ogni settimana con le più attrezzate formazioni dell'ormai ex Divisione Nazionale. Ma alla voce “arrivi”, alla vigilia dell'inizio del campionato, figurano i nomi dei soli Colognese (portiere di riserva) e Lamon (attaccante), oltre a quelli dei rincalzi offensivi Oriani e Tognana.


Naturale conseguenza di ciò: quattro sconfitte nelle prime quattro giornate, patite contro Modena, Torino, Brescia ed Alessandria, e primo punticino che matura solamente alla quarto turno sul campo della Pro Patria (0-0 il finale). La settimana successiva, ecco poi in programma il primo vero scontro-salvezza della stagione, con il Livorno (penultimo a quota 2 punti) ospite all'Appiani. Una gara da vincere a tutti i costi, se non altro per ravvivare il morale dei giocatori, oltre che per evidenti motivi di classifica. Ed in effetti, gli uomini di Burgess non falliscono: amaranto sconfitti per 3-1 grazie alla tripletta di un ispiratissimo Gastone Gamba. Ma tale successo, purtroppo, si rivelerà presto un fuoco di paglia. A far tornare i biancoscudati con i piedi per terra ci pensano infatti in rapida successione Ambrosiana Inter (6-1 il finale in favore di Meazza e compagni), Bologna (3-2), Genoa (8-0), Pro Vercelli (5-1) e Lazio (4-0). Risultati roboanti che non hanno bisogno di commenti e che rispediscono il Padova sul fondo della classifica, staccato di cinque punti rispetto alla zona-salvezza.

La sosta natalizia risulta dunque una manna dal cielo per la squadra, che ha l'occasione di riordinare le idee per cercare il riscatto sotto la guida del nuovo tecnico Aldo Fagiuoli, ex difensore biancoscudato '19-'27, nel frattempo subentrato al suo vecchio allenatore Burgess. Sì, ma quando precisamente? Non si sa, non è giunta fino ad oggi la data dell'esonero dell'inglese. Ciò che è certo, però, è che quest'ultimo si accomodò sulla panchina della Roma a partire dall'ottava giornata, esordendo con un ottimo 2-0 sull'Ambrosiana Inter, mentre il Padova era impegnato in casa contro il Bologna. Ma quello verificatosi in panchina non era stato l'unico cambiamento avvenuto in seno al Calcio Padova: il 15 novembre (il venerdì successivo alla vittoria contro il Livorno), infatti, dopo un solo anno da presidente, il Commendatore Silvio Barbieri aveva comunicato le proprie irrevocabili dimissioni, venendo poi sostituito dal suo vice Federico Bevilacqua, membro di lungo corso della dirigenza biancoscudata.

Anno nuovo, risultati vecchi. Sembra essere questo il leitmotiv delle prime partite del 1930, quando i biancoscudati, dopo aver strappato un pareggio casalingo contro il Milan, cadono al cospetto di Cremonese prima e Triestina poi. Ma la settimana successiva accade l'inaspettato: all'Appiani arriva la Juventus capolista, la Juventus di Combi-Rosetta-Caligaris (quest'ultimo, però, assente nell'occasione) e del “Mumo” Orsi. Il verdetto appare scontato. Ma a sorpresa gli uomini di Fagiuoli vanno a conquistare i due punti, imponendosi per 2-1 sulla corazzata bianconera con reti di Vecchina e Bedendo, per poi concludere il girone d'andata con una sconfitta rimediata in zona Cesarini a Napoli, nel giorno del “pensionamento” del vecchio stadio Militare dell'Arenaccia, e con una roboante quanto prestigiosa vittoria all'Appiani contro la Roma di Burgess per 3-0.

Al giro di boa, dunque, i biancoscudati occupano il penultimo posto della graduatoria a quota 8 punti, seguiti a ruota dalla Cremonese e distanziati di quattro lunghezze dal Livorno, momentaneamente salvo. Un gap subito dimezzato a seguito della prima gara del girone di ritorno in quel di Modena, dove il Padova ottiene il primo successo esterno della stagione superando i padroni di casa per 2-0 con reti dell'immancabile Vecchina e di Gastone Prendato, salendo così a quota 10 punti, quanto basta per riportare una sana ventata d'entusiasmo in città.

Un entusiasmo tale da spingere un gruppo di appassionati, dieci giorni dopo la vittoria emiliana, a fondare al Bar Missaglia “La Rumorosa”, il primo club organizzato di tifosi padovani volto ad incitare la squadra con l'ausilio di clacson, megafoni e strumenti musicali vari sia in casa che in trasferta. Non è dunque un caso che i biancoscudati vadano ad aggiudicarsi anche le due successive gare interne contro Torino e Brescia rispettivamente per 1-0 e 2-1.

Punti importanti, ossigeno per una classifica che vede ora il Padova raggiungere al terzultimo posto Modena e Livorno. L'euforia delle quattro vittorie consecutive, però, non impiegherà molto a scontrarsi con le croniche difficoltà accusate dalla squadra in trasferta, ad Alessandria prima (4-2 il punteggio a favore dei padroni di casa) ed a Livorno poi (4-3), gare intervallate dalla goleada dell'Appiani contro la Pro Patria: 7-0 il finale, con cinquina di un super Vecchina. In più, al ventiquattresimo turno, il calendario vede in programma l'arrivo all'Appiani dell'Inter, che nel frattempo aveva superato la Juventus in vetta alla classifica. Purtroppo stavolta, a differenza di quanto accaduto tre mesi prima con i bianconeri, il colpaccio contro la capolista non si verificherà: 2-1 il finale in favore dell'Ambrosiana, con il solito Vecchina a rispondere invano alle reti avversarie firmate da Meazza e dall'ex di turno Leopoldo Conti. La successiva trasferta di Bologna sembra dunque studiata ad arte per consentire ai biancoscudati di accantonare ogni speranza di salvezza, ma il destino non ha fatto i conti con Gastone Prendato, che allo stadio del Littoriale (attuale Dall'Ara) va a siglare una preziosissima doppietta che regala i due punti al Padova, atteso a quel punto da tre gare casalinghe contro Genoa, Pro Vercelli e Lazio. Il fattore Appiani non tradisce: dopo uno scialbo 0-0 maturato contro il grifone, ecco arrivare due provvidenziali vittorie contro piemontesi e biancazzurri che catapultano la truppa di Fagiuoli per la prima volta fuori dalla zona retrocessione, a più tre punti su una Triestina in caduta libera ed addirittura a più dieci sull'ormai spacciata Cremonese, squadre che – guarda caso – il Padova è chiamato ad affrontare a seguito di quella che risulterà essere una disastrosa trasferta in casa del Milan, con i rossoneri che asfalteranno i biancoscudati per 6-0. Gare dunque fondamentali in ottica salvezza, quelle contro grigiorossi ed alabardati. Gare, purtroppo, entrambe toppate: 1-1 a Cremona il primo giugno, 2-1 all'Appiani in favore dei giuliani sette giorni più tardi.

E così, a sole tre giornate dal termine dei giochi, la truppa di Fagiuoli si ritrova nuovamente al penultimo posto, per giunta attesa dalla proibitiva trasferta in casa di una Juventus ancora in lizza per la conquista dello scudetto.

E' il più classico dei testacoda. E sarà il più classico degli epiloghi: 3-1 in favore dei bianconeri, trascinati dalla tripletta di Cesarini. Per continuare a sperare nella salvezza a 180' dal termine dei giochi ed a meno tre punti dalla zona-salvezza, al Padova non rimane che avere la meglio all'Appiani sul Napoli di William Garbutt, compagine già certa della permanenza in massima serie. Come andrà a finire? Netta vittoria biancoscudata per 3-0 e classifica che alla vigilia dell'ultimo turno recita: Cremonese ultima ed ampiamente retrocessa a quota 16, Padova 26, Triestina, Modena, Lazio e Pro Patria 28. 

Per evitare la retrocessione in Serie B gli uomini di Fagiuoli hanno quindi nuovamente un solo risultato a disposizione: la vittoria, con la speranza che una delle quattro squadre a 28 punti venga sconfitta per poter disputare lo spareggio-salvezza. L'avversario è la Roma dell'ex Herbert Burgess, già certa di un anonimo piazzamento di metà classifica. Favori alla squadra che aveva bisogno di punti? No, non era usanza a quei tempi. Si scendeva sempre in campo per onorare la competizione. E per il Padova fu una Caporetto che ebbe come diretta conseguenza la retrocessione: 8-0 il finale in favore dei giallorossi (il secondo stagionale subìto dai biancoscudati dopo quello maturato alla nona giornata contro il Genoa). Un risultato che non concede spazio a repliche e che lascia un grande amaro in bocca, perché nel frattempo sia la Lazio che la Triestina avevano perso rispettivamente contro Juventus e Napoli. A vent'anni esatti dalla fondazione, ecco dunque arrivare la prima retrocessione della storia per l'ACP (o meglio, AFCP, all'epoca). Per fortuna però, i biancoscudati impiegheranno solamente due stagioni per tornare in massima serie. A proposito di saliscendi.