Siamo nell'estate del '53 ed il Padova del presidente Bruno Pollazzi ha bisogno di certezze e stabilità dopo la stagione appena terminata, caratterizzata da due cambi di allenatore e da una salvezza acciuffata per il rotto della cuffia all'ultima giornata sul neutro di Prato contro la Lucchese. Alla guida della squadra, la società sceglie di puntare nuovamente su Pietro Rava, già all'ombra del Santo nella prima parte della precedente stagione. Per quanto riguarda il mercato, tra gli arrivi estivi spiccano quelli di Bolognesi, Pison e Avedano dal Cagliari e di Stivanello dal Venezia. Tra i partenti invece il portiere Romano (che decide di appendere i guanti al chiodo dopo oltre 150 presenze in biancoscudato), Ganzer, Secchi, Prunecchi e la meteora norvegese Knut Anderssen.In vista dell'imminente campionato, Rava sceglie di non portare la squadra in ritiro: si rimane all'Appiani a preparare la nuova stagione. La scelta dell'ex terzino della Juventus e della nazionale italiana degli anni '30 si rivela però controproducente: il campionato inizia infatti come peggio non potrebbe, con quattro sconfitte nelle prime quattro giornate. La squadra non gira, Rava chiede rinforzi. Pollazzi lo accontenta: ecco arrivare in biancoscudato nel corso del mercato di riparazione di ottobre la mezzala Pantaleoni, i mediani Mori e Settembrini ed il portiere Casari. I risultati però, non migliorano granché: saranno solo due le vittorie che Zanon e compagni riusciranno ad ottenere nel corso del girone d'andata (entrambe all'Appiani contro Marzotto prima e Pavia poi), chiuso dai biancoscudati al penultimo posto in classifica a quota 10 punti, ex aequo con il Piombino di Ferruccio Valcareggi, futuro CT della nazionale.La situazione è delicata, ma nonostante la deficitaria situazione di classifica Pollazzi rinnova la fiducia a Rava, a patto però di iniziare quanto prima a macinare punti per mantenere la categoria. Il girone di ritorno si apre dunque con un buon pareggio a reti bianche maturato sul campo del Monza e con un vittoria interna contro il Como per 1-0 (rete di Pison), quanto basta per abbandonare per la prima volta la zona-retrocessione. La settimana successiva è però in programma il derby esterno contro un Vicenza in lotta-promozione ed il Padova si conferma allergico alle trasferte cedendo 1-0, con rete decisiva siglata da Binda a 5' dal termine. Tempo di trovare la quarta vittoria stagionale di fronte al proprio pubblico, contro la Salernitana, ed è di nuovo pari in trasferta, stavolta a Modena. Poco da fare, le partite fuori casa sono una chimera per i biancoscudati, che lontano dall'Appiani hanno un ruolino di 7 sconfitte e 5 pareggi in 12 partite stagionali. La società suggerisce perciò a Rava di cambiare sistema di gioco, ma il mister non ci sente e dopo il pareggio interno contro il Cagliari, ormai senza più la fiducia della società, comunica le proprie dimissioni, lasciando la squadra al penultimo posto in classifica a quota 17 punti. Chi sarà il suo successore? La scelta di Pollazzi ricade su una vecchia conoscenza del calcio padovano: è Nereo Rocco, calciatore biancoscudato tra il '40 e il '42 ed in cerca di riscatto dopo una deludente esperienza in Serie A alla guida della Triestina, che lo aveva esonerato tre settimane prima. I tifosi sono comunque soddisfatti del nome del nuovo condottiero; ricordano infatti ancora bene cosa accadde sei anni prima, nella stagione '47-'48, quando Rocco condusse la stessa Triestina sino al secondo posto finale in massima serie alle spalle del Grande Torino di Valentino Mazzola, utilizzando quell'innovativo e particolare modulo con il libero alle spalle della difesa.Il Paròn arriva a Padova il 13 marzo, poco prima della partenza della squadra verso Lodi, dove il giorno successivo i biancoscudati saranno di scena sul campo del Fanfulla per un delicato scontro-salvezza. Tattiche di gioco e uomini da schierare vengono decisi alla bell'e meglio in pullman, durante il viaggio. Risultato? Sconfitta per 2-0 e Padova a tre punti dalla zona-salvezza, occupata da Fanfulla, Treviso e Alessandria, terzultime a quota 20 punti. Ed è proprio contro la compagine piemontese che i biancoscudati conquistano due punti pesanti la settimana successiva all'Appiani grazie ad una rete siglata da Stivanello al 20'.E' la prima vittoria di Nereo Rocco sulla panchina del Padova. Una vittoria che viene replicata due settimane più tardi, sempre all'Appiani, contro il Brescia, non prima però di aver subìto la nona sconfitta esterna stagionale sul campo dell'Hellas Verona. Nel frattempo, il 25 marzo, il Fanfulla era stato penalizzato di cinque punti per una presunta combine. A sette giornate dal termine la classifica recita quindi: Alessandria 24 punti, Padova e Treviso 21, Piombino 19, Fanfulla 18. I biancoscudati sono in zona salvezza, ma altresì attesi da due gare esterne contro Marzotto e Pavia nelle quali la “maledizione della trasferta” colpisce ancora: doppia sconfitta per 1-0 e 2-1 e conseguente riconferma del numero zero alla voce successi esterni. Il Padova torna dunque al penultimo posto in classifica (a pari merito con il Piombino), a tre punti di distanza dal Treviso che, guarda caso, la settimana successiva è chiamato a fare visita all'Appiani: 2-0 il finale in favore degli uomini di Rocco (doppietta di Pison) ed impianto di via Carducci che si rivela per la terza volta prezioso talismano per il neoallenatore. E di lì in poi, la musica cambia: primo successo esterno del campionato mietuto in quel di Messina (per 1-0, rete decisiva nuovamente di Pison) ed ottimo pari per 1-1 strappato sette giorni più tardi sul campo del Catania capolista, che in caso di vittoria avrebbe festeggiato la promozione in A. Sì, è evidente: Rocco ha dato un'altra anima alla squadra. Un'anima vincente. Sfortunatamente però, anche il Piombino nel frattempo ha iniziato a viaggiare su ottimi ritmi e così, a 180' dal termine dei giochi, le due compagini si ritrovano ancora appaiate al penultimo posto a quota 26 punti. E destino vuole che alla penultima giornata sia in programma proprio Padova-Piombino.E' una finale per i biancoscudati. Un dentro-fuori che vale una stagione. L'Appiani si conferma garanzia assoluta: il Padova non stecca, anzi si impone sui toscani per 2-0 con reti di Novello e Agnoletto. Nell'ultima gara del campionato, agli uomini di Rocco basterebbe dunque solamente un pareggio per ottenere la salvezza, sempre fra le mura amiche, contro la Pro Patria. Il problema è che i bustocchi sono al secondo posto in classifica, in piena lotta-promozione, ed in caso di vittoria potrebbero festeggiare la Serie A, risultato del Cagliari permettendo. Insomma, la questione-salvezza non era ancora chiusa. All'Appiani il match si sblocca solamente al 74', quando la Pro Patria passa in vantaggio con Mannucci. Tempo cinque minuti, ed il Padova riesce repentinamente a ribaltare il risultato grazie due gol realizzati in rapida successione da Novello e Pison tra il 79' e l'80', vedendosi poi riacciuffare tre minuti più tardi dagli ospiti con Chiumiento (futuro panzer di Rocco) che inchioda il punteggio sul 2-2. Il Padova è salvo, in Serie C finiscono Fanfulla e Piombino.Un insperato lieto fine per dare inizio al più felice periodo della storia biancoscudata.
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1953-1954, l’arrivo di Nereo Rocco salva il Padova dalla retrocessione
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