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I brasiliani e il Calcio Padova, un feeling mai realmente nato

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Flash dal passato: momenti di storia biancoscudata nella nostra rubrica del lunedì
Alessandro Vinci

Il calcio e il Brasile. Il Brasile e il calcio. Un binomio inscindibile. Una passione che dura sin dal 1894, quando Charles Miller tornò dall'Inghilterra con un pallone da calcio sottobraccio. E fu amore a prima vista. “In Brasile ci sono alcuni paesi e villaggi che non hanno una chiesa, ma non ne esiste neanche uno senza un campo di calcio”, scrive Eduardo Galeano. Ed in effetti i numeri parlano chiaro: cinque Coppe del Mondo conquistate e decine e decine di fuoriclasse regalati alle platee di tutto il mondo, il cui solo elenco richiederebbe un articolo a parte. Purtroppo però, nessuno di essi è mai passato dalle parti del Santo. D'accordo, probabilmente peccheremmo di ubris nel ritenere che il Calcio Padova poteva, o possa essere tuttora, un palcoscenico alla loro altezza, c'è però da dire che la società biancoscudata non ha mai avuto fortuna con i calciatori brasiliani anzi, la maggior parte di essi sono stati veri e propri carneadi, fugaci apparizioni, promesse mancate. Con 16 giocatori, la nazionalità brasiliana è in assoluto la più presente nella storia del Padova, seguita a distanza da quella argentina (12) e quella nigeriana (5). Il primo giocatore verdeoro a militare in biancoscudato, ad oltre cinquant'anni dalla fondazione, è stato l'oriundo Emanuele Del Vecchio, arrivato a Padova nell'ottobre del 1961. Centravanti classe '34, Del Vecchio cresce nelle giovanili del Santos ed esordisce in prima squadra nel 1954. In due stagioni con il peixe conquista altrettanti campionati paulisti, totalizzando 180 presenze impreziosite da ben 105 gol ed entrando nel giro della seleçao, prima di venire offuscato dall'astro nascente Edson Arantes Do Nascimiento, meglio noto come Pelè. Nel 1957 ecco dunque il suo trasferimento al Verona, in Serie A. Nel suo primo campionato italiano totalizza 13 reti in 24 presenze, ma la stagione si conclude con la retrocessione degli scaligeri. Del Vecchio passa dunque al Napoli, dove rimarrà per tre stagioni, prima di passare al Padova, come detto, nell'ottobre del '61, per tornare a giocare in massima serie a seguito della retrocessione nella stagione precedente dei partenopei. Due squadre, due retrocessioni, non male come biglietto da visita. Il suo esordio in biancoscudato è datato 12 novembre, in occasione della trasferta di Ferrara contro la SPAL, gara persa per 2 a 1. La prima rete, invece, arriva la settimana successiva ed è quella che regala ai biancoscudati il pareggio per 1 a 1 contro il Milan di Rocco, per la prima volta di ritorno all'Appiani da ex. Di lì a fine stagione, l'italo-brasiliano metterà a segno altre sette reti, tra le quali spiccano maggiormente le due rifilate al Lecco alla prima giornata di ritorno e quella che l'11 febbraio mise KO la Samp, facendo tornare i biancoscudati a sperare nella salvezza, una salvezza che però, purtroppo, non arriverà. La “maledizione” si compie ancora. A campionato finito poi, il Padova prende parte alla Coppa Rappan, e Del Vecchio va a segno in altre tre occasioni: realizza due gol nel girone eliminatorio (contro Banyasz Dorog prima e Chaux de Fonds poi) ed uno nei quarti di finale (contro l'OFK Belgrado). Ad ogni modo, nonostante Pollazzi avesse preannunciato che in caso di retrocessione non avrebbe permesso ad alcun calciatore di tornare a giocare in Serie A, nell'ottobre successivo, per 40 milioni di lire, Del Vecchio passa proprio al Milan di Rocco, dove conquisterà, seppur da comprimario, la Coppa dei Campioni edizione 1962-1963, prima di fare il suo ritorno in Sud America. Passano quindi 38 lunghi anni e di brasiliani in biancoscudato non c'è neppure l'ombra. Per trovare il secondo carioca occorre valicare il primo millennio, passando alla stagione 2000-2001, con il Padova in C2 sotto la presidenza di Alberto Mazzocco. Si tratta del terzino mancino Robert Anderson Cavalheiro, nato a Guimaraes il 1 aprile del 1983, prodotto delle giovanili biancoscudate, che in quella stessa stagione collezionò una presenza in prima squadra a diciotto anni appena compiuti, per poi venire riconfermato anche per l'annata successiva, in C1, grazie alle sue considerevoli doti tecniche, coniugate con un fisico da 186 centimetri, che in difesa non fa mai male. Nella stagione 2001-2002 Anderson totalizza dieci presenze, siglando anche una rete, prima di venire ceduto in prestito al Pordenone in Serie C2 nella stagione successiva. La sua esperienza in Friuli però dura solamente una manciata di mesi, poiché nel gennaio del 2003 passa in serie A, sempre in prestito, al Como, con la cui maglia esordisce all'ultima giornata di campionato contro il Torino, quando ormai, per i lariani, la retrocessione era già da tempo diventata una matematica realtà. Nella stagione successiva eccolo dunque tornare alla casa-madre, ma dopo aver collezionato solo due presenze lascerà, stavolta definitivamente, il biancoscudo per accasarsi al Genoa, in Serie B. In quell'ultima stagione all'ombra del Santo però, Anderson aveva potuto godere della presenza di un suo connazionale in squadra: il centrocampista Siumar Ferreira Nazarè, altro prodotto verdeoro del vivaio biancoscudato classe '83 ed altra fugace comparsa con sole nove presenze all'attivo (e zero gol) tra il 2002 e il 2004. Nell'ottobre di quest'ultimo anno, poi, Marcello Cestaro assume ufficialmente la presidenza del Calcio Padova. E non ci vorrà molto per scoprire una sua  predilezione nei confronti dei calciatori brasiliani: su 16 giocatori verdeoro che in questi 104 anni di storia hanno militato in biancoscudato, ben 12 sono stati acquistati sotto la sua presidenza. Vediamo chi sono. Già nell'estate del 2005 si aggregano alla prima squadra due giovani centrocampisti brasiliani: il classe '87 Rafael Sciani, altro prodotto delle giovanili, che non scenderà mai in campo e a fine stagione verrà ceduto al Rovigo in C2, ed il suo coetaneo Diego Santos Oliveira, arrivato prestato dal Chievo, che rimarrà in biancoscudato per due stagioni, totalizzando 33 presenze. Nel mercato di gennaio poi, raggiungerà Bresseo anche il trentaduenne Louis Shveitzer Anderson, acquistato dal Brescia, che conquisterà sin da subito una maglia da titolare nel centrocampo biancoscudato, chiudendo la stagione con 14 presenze e due gol all'attivo. Già all'inizio della stagione successiva però, passa all'Ancona in cambio del prestito di Crocefisso Miglietta. Per trovare altri brasiliani passiamo ora alla stagione 2008-2009, quella del ritorno in Serie B, per intenderci. In quell'annata infatti fa il suo esordio in biancoscudato Felipe Martins Campanholi, promettente centrocampista delle giovanili arrivato a Padova dal Campo Grande nel gennaio del 2007, il quale totalizza tre presenze contro Ravenna, Cremonese e Monza in campionato, più una in Coppa Italia contro la Cremonese. A metà stagione, però, arriva il colpo di scena che non ti aspetti: lo staff medico scopre che il diciottenne brasiliano soffre di una cardiopatia ipertrofica asimmetrica, patologia che in Italia non permette il rilascio dell'idoneità agonistica. A Campanholi non rimane dunque che ricominciare la sua carriera da calciatore in un altro paese. Dopo un provino sostenuto con gli inglesi del Bornemouth, sceglie di accasarsi al Winterthur, in Svizzera. Attualmente gioca al Montreal Impact, nella Major League Soccer americana. Per un brasiliano che parte, ce n'è un altro che arriva: è Cesar Vinicio Cervo De Luca, meglio noto semplicemente come Cesar, che in quello stesso gennaio 2009 arriva all'ombra del Santo dal Chievo in prestito con diritto di riscatto della comproprietà. Il difensore carioca si appropria fin da subito della maglia da titolare, una maglia con cui sei mesi più tardi conquisterà la promozione in Serie B. L'estate successiva poi, viene acquistato a titolo definitivo dal Padova e vi rimane per due, intense, stagioni, la prima conclusasi con la salvezza ai playout a discapito della Triestina, la seconda con la cocente delusione per i playoff persi contro il Novara, nella cui gara di ritorno al Piola il brasiliano venne pure espulso, lasciando il Padova in dieci uomini e costringendo mister Dal Canto a quella famigerata sostituzione, della quale ancora oggi si parla, con Trevisan in campo al posto di El Shaarawy. A fine stagione Cesar non rinnova il contratto con la società biancoscudata, chiudendo la sua esperienza padovana con 98 presenze e un gol all'attivo, siglato il 29 gennaio 2011 all'Euganeo contro il Modena. Ma l'ex Chievo non è il solo brasiliano in squadra in questi due anni di serie cadetta: nella stagione 2009-2010 a fargli compagnia c'è infatti Diego De Souza Simoes, giovane centrocampista classe '91, che il 9 aprile 2010 esordisce in biancoscudato in occasione della deludente trasferta di Salerno, mentre nella stagione 2010-2011 Bresseo diventa una “little Brazil”: oltre a Cesar, infatti, militano nel Padova anche Ronaldo Pompeu Da Silva, Bruno Leonardo Vicente e Marcos Ariel De Paula. Andiamo con ordine: il primo viene messo sotto contratto nell'estate del 2010 dopo essersi svincolato dal neo-retrocesso Mantova, dove si era messo in bella mostra nella primavera precedente, rendendosi protagonista di ottime prestazioni. Nella sua unica stagione padovana totalizza 11 presenze ed una rete, siglata il 25 gennaio 2011 sul campo del Livorno con una fantasmagorica punizione a giro sotto l'incroci, che sorprendeva il portiere amaranto Mazzoni, colto leggermente fuori dai pali. Per quanto riguarda Vicente invece, anche per lui una sola stagione in biancoscudato, conclusa con 13 presenze e una rete all'attivo, segnata, quasi per sbaglio, nella vittoriosa gara interna contro la Reggina del 10 settembre 2011: “Ho provato a fare un cross, ma la palla ha preso quella traiettoria e ho segnato. Poco importa”. A fine stagione, tra le proteste di molti tifosi che lo avrebbero riconfermato, viene ceduto in prestito al Como in C1 e la stagione seguente al Botev Vratsa, in Bulgaria, mentre nella scorsa estate è stato acquistato a titolo definitivo dal Parma, che lo ha girato in Slovenia al Nova Gorica, società satellite dei ducali. Infine, per quanto riguarda De Paula, il potente centravanti brasiliano arriva nel mercato di gennaio dal Chievo e nella seconda parte di stagione va a formare con Ardemagni ed El Shaarawy il famoso tridente che fece sfiorare al Padova la Serie A, rivelandosi determinante in più occasioni. Dotato di un sinistro al fulmicotone, colleziona ben 26 presenze in sei mesi, mettendo a segno 6 reti. La prima arriva solamente il 2 aprile sul campo dell'Empoli, con una saetta mancina da oltre 20 metri che va ad insaccarsi prepotentemente sotto la traversa alle spalle di Pelagotti; poi, la settimana successiva, è il turno del Portogruaro e due settimane più tardi del Vicenza, a cui il brasiliano rifila due reti determinanti per il risultato finale, che vede il Padova tornare a sconfiggere i berici dopo quindici anni. Le ultime due reti arrivano poi in due gare indimenticabili: la prima il 21 aprile nell'emozionante sfida dell'Euganeo contro il Livorno conclusasi sul 3 a 2 a favore dei biancoscudati con un missile terra-aria su punizione dal limite dell'area, e la seconda otto giorni più tardi, allo stadio Olimpico di Torino, ed è la rete che sancisce l'impresa biancoscudata sul campo del Toro ed il conseguente, miracoloso, raggiungimento dei playoff. A fine stagione il Padova decide però di non riscattare la comproprietà del brasiliano, provando tuttavia a riprenderlo nella sessione estiva del calciomercato, ma alla fine il lungo braccio di ferro tra Padova e Chievo si conclude con un nulla di fatto e De Paula si accasa al Bari. Nell'annata successiva la colonia brasiliana viene dunque smantellata e per trovare altri giocatori verdeoro occorre passare al 2012-2013, la stagione scorsa. Si tratta di Thiago Cionek, Zè Eduardo e Diego Farias, tutti rimasti a Padova per un solo anno. Il primo (nativo di Coritiba, ma nazionale polacco) viene “pescato” tra i polacchi dello Jagellonia Bialystok e colleziona trentuno presenze in campionato, per poi venire ceduto in prestito stagionale al Modena, in cambio dell'intero cartellino di Filippo Carini all'ultimo giorno di mercato. Ironia della sorte: poco più di un mese fa ha trovato la sua prima rete italiana proprio all'Euganeo, contro il Padova. Il secondo viene invece prelevato dal Parma, detentore del suo cartellino, in prestito con diritto di riscatto. Nel corso del campionato Zè Eduardo scende in campo 33 volte, mettendo a segno quattro reti contro Novara, Cittadella, Ascoli e Spezia. A fine stagione però, a causa di vicissitudini societarie, il diritto di riscatto non viene esercitato ed il brasiliano torna dunque in Emilia. Attualmente gioca all'OFI Creta, nel massimo campionato greco. Per quanto riguarda Farias invece, viene acquistato anch'egli in prestito con diritto di riscatto, dal Chievo, dopo essersi messo in evidenza la stagione precedente con la maglia della Nocerina. E l'acquisto si rivela quantomai azzeccato: nel girone d'andata infatti, il brasiliano trova la via della rete in 8 occasioni in 20 presenze, marcature che attirano l'attenzione di vari club di Serie A. Il Chievo vorrebbe riportarlo a Verona, ma gira voce che anche la Roma ci stia pensando, magari per la stagione successiva. Forse distratto da questi rumors di mercato, Farias nella seconda parte di campionato vede calare sensibilmente il livello delle sue prestazioni, mettendo a segno solo due reti, contro Empoli e Verona. A fine stagione, anche in questo caso, il riscatto non viene esercitato e il giocatore torna dunque alla casa-madre. Eccoci giunti infine all'ultimo brasiliano biancoscudato, storia di questi ultimi mesi: Vinicius De Freitas Ribeiro, arrivato a gennaio in prestito dalla Lazio. Sino ad ora ha collezionato tre presenze: la prima contro il Varese, subentrando all'infortunato Di Matteo e fornendo una prestazione di spessore, le ultime due, di gran lunga meno positive, contro Cittadella e Juve Stabia. E' attualmente ai box per un problema muscolare all'adduttore, l'ultimo di una lunga serie di infortuni che lo perseguitano sin dal suo approdo in Italia. Quali saranno i prossimi brasiliani a vestire la maglia del Calcio Padova, questo non lo si può ancora sapere. C'è solo da augurarsi che riescano ad incidere più dei loro predecessori, consci però che a queste latitudini agonismo e catenaccio hanno storicamente ottenuto più risultati di futbol bailado e giochi di prestigio.