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“Il cuore dei tifosi conta più della categoria”: la promozione in Serie C1 della stagione ’80-’81

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Flash dal passato: momenti di storia biancoscudata nella nostra rubrica del lunedì
Alessandro Vinci

E con quella maturata ieri ad Arzignano, fanno otto vittorie su otto partite giocate, per un totale di 24 punti. Al Padova di mister Carmine Parlato, unica squadra italiana ancora a punteggio pieno, non si poteva proprio chiedere di meglio. Per i biancoscudati la rincorsa alla Lega Pro è dunque partita nel migliore dei modi, accompagnata da un entusiasmo straordinario e, per certi versi, inaspettato, da parte dei propri tifosi. 3511 abbonamenti sottoscritti, presenze in continua ascesa allo stadio Euganeo (ben 5729 otto giorni fa, contro il Belluno), invasioni da tutto esaurito nei piccoli impianti di provincia in occasione delle gare esterne. Sì, si respira aria nuova. E sono in molti a paragonare il clima attuale con quello che si viveva durante la stagione 1980-1981, primo dei due precedenti in cui il Padova passò dalla quarta alla terza serie (il secondo fu nel 2000-2001). Sperando dunque che l'epilogo del campionato sia il medesimo, che questo racconto sia di buon auspicio per Cunico e compagni.Estate 1980. A Padova c'è ancora amaro scoramento per la mancata promozione in Serie C1, sfumata nello spareggio del Bentegodi contro il Trento al termine della stagione appena conclusasi. Scoramento che si trasforma però in immediata voglia di riscatto. D'altra parte, già  il giorno successivo alla sfida di Verona, il presidente Pilotto aveva promesso apertis verbis ai tifosi biancoscudati la conquista della Serie B nel giro di tre anni. Meglio iniziare a darsi da fare da subito, dunque. Squadra che vince (o meglio, che sfiora la promozione) non si cambia: ecco perché l'ossatura titolare viene largamente confermata, tanto che alla prima di campionato, il 28 settembre, gli unici volti nuovi che compaiono nell'undici di partenza scelto dal riconfermatissimo Guido Mammi sono quelli di Andreuzza, esperto stopper prelevato dalla Ternana, Lancetti, libero ex S.Angelo Lodigiano, e quello di un certo Fabrizio De Poli, centrocampista padovano DOC proveniente dalla SPAL. Oltre ai loro, figurano nella lista degli arrivi del ds Pastorello anche i nomi di Adriano Bardin, Antonio Brunello (entrambi ancora dalla SPAL) e Osvaldo Zobbio. Il campionato può dunque iniziare, non prima però di aver superato in scioltezza il girone di qualificazione per la fase finale della Coppa Italia Semiprofessionisti (competizione vinta il giugno precedente) contro Adriese e Treviso. La prima giornata porta subito i frutti sperati, ossia i due punti, conquistati senza affanno sul campo della neopromossa Osimana grazie ad una doppietta di Cesare Vitale e ad una rete di “Cina” Pezzato. Per la cronaca, assente in panchina in quanto squalificato sino al 30 novembre mister Mammi, reo di aver insultato pesantemente un guardalinee durante la gara di ritorno della finale della Coppa Italia della stagione precedente. Al suo posto, a bordo campo, il segretario Giovanni Ballico. La tranquillità  che regna in casa biancoscudata grazie al buon avvio di stagione viene però turbata il venerdì successivo, quando Romanzini e De Poli, di ritorno dall'allenamento, rimangono coinvolti in un incidente stradale che le cronache dell'epoca definirono “pauroso”. Trasportati prontamente all'ospedale di Camposampiero, il primo se la cava con una prognosi di venti giorni a causa di un trauma cranico con annesse ferite alla testa, mentre il secondo, oltre a varie contusioni, rimedia una lussazione all'anca sinistra ed, anch'egli, un trauma cranico. All'indomani dell'incidente, i medici sociali biancoscudati prospettano addirittura la possibilità  dell'anticipata conclusione della stagione agonistica per l'ex centrocampista spallino, che però tornerà  in campo in gare ufficiali già  il 26 aprile successivo, a sei giornate dal termine del campionato. Un campionato che vede i biancoscudati bissare il successo dell'esordio contro il Chieti all'Appiani specialmente grazie ad un super Giacomo Perego, autore di tre delle quattro marcature che permettono al Padova di rimanere in vetta alla classifica. Una posizione che purtroppo verrà  presto abbandonata in seguito alle successive sconfitte subite contro Mestre prima e Teramo poi. La gara interna del 26 ottobre contro un'Adriese partita in maniera balbettante sembra capitare a fagiolo per tornare sui giusti binari per Pezzato e compagni, che vanno a vincere per 3 a 1 e tornano a scalare posizioni in classifica. Ma anche questo sarà  un fuoco di paglia. La sconfitta di Mira e il successivo pareggio interno contro il Pordenone, con la squadra a metà  classifica, inducono l'ambizioso Pilotto ad esonerare Mammi, rimpiazzandolo con Mario Caciagli, la stagione precedente alla guida della SPAL in Serie B, e già  allenatore di alcuni calciatori biancoscudati come Idini e Pazzato, oltre ai neoarrivati De Poli, Brunello e Bardin, con quest'ultimo che spodesterà  Gennari dal ruolo di portiere titolare. Il cambio di guida tecnica vede subito maturare uno scialbo 0 a 0 in quel di Città  di Castello, a seguito del quale il nuovo tecnico commenta preoccupato: “Mamma mia, dove mi sono cacciato...”. Fortunatamente, non bisognerà  attendere molto per l'arrivo della prima vittoria della nuova gestione, che maturerà  all'Appiani sette giorni più tardi con un avvincente 3 a 2 ai danni della Vis Pesaro. Pareggio in trasferta, vittoria in casa. Un copione che, strano ma vero, si confermerà  (quasi) immutabile anche nelle successive diciotto giornate, il che, in era di due punti a vittoria, non è mica male. Uniche eccezioni sul tema: il pareggio interno del 21 dicembre contro la Civitanovese, al quale rimediò la successiva vittoria ottenuta sul campo del Lanciano, ed il successo del 1 marzo sul campo dell'Adriese, fanalino di coda. A sette giornate dal termine dei giochi, il Padova si trova primo in classifica a quota 38 punti (ex aequo con la Civitanovese) a più due sul terzo posto, sinonimo di permanenza in quarta serie, ed eliminato dalla Coppa Italia ai quarti di finale dall'Arezzo, squadra che poi andrà  ad aggiudicarsi il trofeo. In programma per il ventottesimo turno c'è il derby del Penzo contro il Venezia, squadra che navigava tra le tranquille acque del centro-classifica. La fame del Padova ebbe la meglio: 1 a 0 il finale, con rete decisiva siglata ad un quarto d'ora dal termine dal terzino goleador Costantino Idini. Nel frattempo, la Civitanovese era incappata in un brusco pareggio interno contro la modesta Osimana. Per il Padova è dunque il ritorno in vetta alla classifica. Stavolta in solitaria. I tifosi iniziano a vedere la luce alla fine di quel tunnel chiamato C2, tanto più volgendo il pensiero alla partita in programma sette giorni più tardi all'Appiani, contro un Monselice impelagato nelle zone basse della classifica. Gli uomini di Caciagli non tradiscono le aspettative e conquistano l'ottava vittoria interna consecutiva (ah, i bei tempi dell'Appiani...) imponendosi perentoriamente sui “cugini” biancorossi per 4 a 0, con doppiette di Pezzato e di Berti. Alla vigilia del big match di Civitanova in programma per il turno successivo, domenica 10 maggio, il Padova domina la classifica dall'alto dei suoi 42 punti, seguito a ruota dalla stessa squadra marchigiana a quota 40, e dal tandem Mestre-Maceratese a 39. Una vittoria significherebbe mettere un piede in Serie C1. I tifosi lo sanno bene, per cui non esitano ad organizzare il primo treno speciale da trasferta in direzione di Civitanova nel quale si accomodano oltre 1000 supporters biancoscudati, i quali già  due anni prima, nel 1979, avevano dato vita alla prima esperienza di tifo ultras organizzato con la fondazione del club “Magico Padova” (che nel settembre successivo cambierà  denominazione in “Leoni della Nord”), capeggiato dal celebre “Sivori”. Il supporto dei tifosi però non basta per tornare a casa con i due punti in saccoccia, anzi, il Padova subisce la prima sconfitta di campionato della gestione Caciagli dopo ben ventidue gare. Decisiva si rivela infatti la rete siglata al 52' da Zorzetto, che permette ai suoi di riacciuffare Pezzato e compagni in vetta alla classifica a quota 42, seguiti a quota 39 da Mestre e Maceratese, rispettivamente sconfitte da Vis Pesaro e Monselice. Come se non bastasse, nel tragitto di ritorno, il treno biancoscudato si guastò, facendo ritorno nella città  del Santo solamente alle quattro di mattina del giorno dopo. A quattro turni dal termine del campionato, il Padova non può lasciarsi sfuggire un'altra promozione in extremis. Caciagli ed i tifosi suonano la carica ed i biancoscudati ottengono punteggio pieno nelle successive due giornate, in casa con il Lanciano prima (1 a 0, con gol di Zobbio) ed a Cattolica poi (2-0, reti di Zobbio e Pezzato). Sfortunatamente però, Civitanovese e Maceratese non sono da meno. Le gerarchie in vetta alla classifica rimangono dunque le medesime: Padova e Civitanovese al comando con 46 punti, Maceratese al terzo posto con 43. Ed ecco il segno del destino: all'Appiani, alla penultima giornata, è in programma proprio Padova-Maceratese. E' una finale per gli uomini di Caciagli. Una finale con due risultati utili su tre. Se non si perde, si torna in C1. Il 31 maggio 1981 l'impianto di Via Carducci è un catino bollente, pronto ad esplodere di gioia con tutti i suoi oltre 18000 tifosi (di cui ben 15944 paganti), per un tutto esaurito da brividi. La gara si mette subito bene, benissimo per Pezzato e compagni, che aprono le marcature già  al 14' con Giacomo Perego, che al 58' siglerà  il bis portando in doppio vantaggio i biancoscudati. Ormai è quasi fatta, occorrerebbe subire tre gol per non festeggiare la promozione. In ogni caso, Zobbio sceglie di chiudere ogni discorso al 65', regalando il terzo gol di giornata al pubblico dell'Appiani. Può scattare la festa, poco importa se la Maceratese si porta sul 3 a 2 ad un quarto d'ora dal termine. Il Padova, dopo due emozionanti stagioni in Serie C2, rientra dunque ufficialmente in terza serie, tornando a festeggiare una promozione dopo ben ventisei anni. La festa dilaga con entusiasmo contagioso fino a tarda notte, i tifosi colorano di bianco e di rosso il centro cittadino, portando in trionfo i giocatori biancoscudati, che per giorni e giorni sono impegnati in incontri istituzionali con le varie autorità  cittadine, desiderose di complimentarsi con loro per il traguardo raggiunto. Il pareggio della settimana successiva in casa dell'Anconitana rimane buono solamente per le statistiche ed il Padova conclude così il campionato al primo posto a quota 49 punti (a più due sulla Civitanovese, anch'essa promossa in terza serie), riuscendo a fregiarsi del secondo titolo in due stagioni. Ma le soddisfazioni non finiranno qui: solo due anni più tardi, infatti, il biancoscudo tornerà  in Serie B, come promesso da Pilotto. Niente male come tabella di marcia, no, presidente Bergamin?

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