L’inizio vero e proprio del film coincide invece con lo svolgimento di un'affollata conferenza stampa.
La Location? Il Caffè Pedrocchi. Il periodo? Piena estate. Una folla incuriosita presidia l’uscita del “caffè senza porte” in attesa di vederne uscire il nuovo acquisto della società di via Sorio: Alexi Lalas. Un ragazzotto statunitense, di un metro e novanta, con i capelli lunghi e la barba simile a quella del generale Caster. Lalas aveva ben figurato al mondiale americano, qualche mese addietro, e i dirigenti del Padova non avevano esitato un attimo a portarlo in Veneto. Un po’ per le sue qualità tecniche e un po’ per marketing. Forse la seconda motivazione più rilevante della prima. Cerchiamo di rendere tangibile questa attesa che si è creata attorno alla figura del difensore del Michigan con l’uso di una telecamera a spalla e con inquadrature strette, quasi claustrofobiche. I cori da stadio e le frasi in dialetto veneto sono quasi importanti quanto le immagini.
Qualche mese fa ebbi il piacere di parlare con l’attuale sindaco di Padova, Sergio Giordani, che nell’estate del 1994 era il presidente della società calcistica patavina. Mi raccontò che quando ci fu la presentazione in questione, né lui, né i suoi collaboratori si sarebbero aspettati una così grande partecipazione di pubblico. Per questioni di sicurezza decisero quindi di non farlo uscire per la porta principale ma di farlo passare per il retro, dove si trovavano le cucine. Una fuga vera e propria. Se non è scena da film questa!
Subito dopo un aneddoto del genere, che spiega solo in parte il personaggio Lalas e l’effetto che egli avrà poi su tutta la storia, continuiamo con una breve introduzione di tutti gli altri protagonisti del film…
CONTINUA nelle prossime puntate.
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