Formatosi alla scuola dello stesso Montone e di Niccolò Piccinino, Erasmo prestò servizio alla Repubblica di Firenze, allo Stato Pontificio e infine alla Repubblica di Venezia alla quale rimase sempre fedele. Per questo motivo la Repubblica della Serenissima volle riconoscere a lui e al suo compagno Brandolino la signoria di Valmareno, che aveva sede nel “Castello di Costa” di Cison. Nel 1437, però, ci fu un accordo tra i due amici in base al quale Brandolino si ritirava da tutte le imprese militari ed il Gattamelata invece rinunciava alla sua parte della Signoria. Durante la sua intensa carriera di uomo d’armi, Erasmo partecipò a numerose e celeberrime azioni belliche quali la repressione della rivolta di Bologna condotta contro il Papa da Battista di Canedolo, emissario di Filippo Maria Visconti, e la grande campagna nella Lombardia orientale e nel Veneto, tra il 1437 e il 1439 ancora contro il Piccinno. In questa campagna, Erasmo subentrò al generale delle forze veneziane Gianfrancesco Gonzaga e attuò un abile tattica (soprattutto dal punto di vista difensivo) che servì per la riconquista di Verona. La Repubblica di Venezia lo onorò quindi con l’iscrizione al libro d’oro del patriziato.
Per ritornare al soprannome, secondo un suo biografo, Giovanni Eroli, ad Erasmo venne attribuito il nomignolo di Gattamelata “per la dolcezza de’ suoi modi congiunta a grande astuzia e furberia, di cui giovossi molto in guerra a uccellare e corre in agguato i mal cauti nemici e pel suo parlare accorto e mite dolce e soave”. Altri sostengono invece che il soprannome derivi, come citato sopra, dal cognome della madre, Melania Gattelli.
In una nuova ricerca pubblicata negli Atti del convegno: “La Chiesa di Santa Maria Maggiore e i domenicani a Narni” questo appellativo sembra possa derivare dal cimiero con la forma di una gatta e dal color miele, che il condottiero narnese indossava durante le sue battaglie.
Il Gattamelata è famoso a Padova, oltre che per le sue imprese militari, per la statua equestre in bronzo a lui dedicata, fatta da Donatello su commissione della vedova Giacoma della Leonessa, che si trova attualmente in Piazza del Santo nei pressi dell’omonima Basilica. Una delle Chiese più visitate e fotografate dai pellegrini di tutto il mondo. Questo monumento bronzeo del Donatello è talmente apprezzato, non solo dai turisti, ma anche dai patavini stessi che perfino la squadra di calcio della città gli ha reso omaggio più volte nel tempo.
Negli anni ’90 un logo rappresentante la figure stilizzate del Biancoscudo e del Gattamelata, fuse assieme, era diventato lo stemma ufficiale della società. Quell’idea piacque talmente tanto che il simbolo si vedeva ovunque: su sciarpe, bandiere e anche sulle targhe delle macchine. Per tutti i due anni di serie A, i giocatori del Padova ebbero sul petto lo “scudo” del condottiero narnese e addirittura nella stagione 1995/1996 a Erasmo fu dedicata la seconda maglia. Ancora oggi una delle più amate dai tifosi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA