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OLTRE i 90’ | La maledizione degli Europei (parte 3)

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A spasso tra i ricordi di un giovane tifoso degli anni ’90
Giacomo Stecca
Giacomo Stecca Redattore 

Sabato 26 giugno iniziarono gli Ottavi di finale.

Il primo, in ordine cronologico, fu quello tra Galles e Danimarca, il secondo, fu invece il match tra Austria e Italia. Per il gioco espresso dagli Azzurri durante i gironi non ci sarebbe dovuta essere storia, ma i ragazzi di Mancini soffrirono più del dovuto. Verso la fine del secondo tempo il risultato stazionavapericolosamente sullo 0 a 0 e dopo aver visto annullato un goal per fuorigioco agli austriaci al sessantaquattresimo minuto si cominciò a temere davvero per il peggio. L’avvento dei supplementari risvegliò però la nostra Nazionale dal coma che aveva vissuto fino al novantesimo e con una rete fantastica del figlio d’arte Federico Chiesa, seguita dal secondo centro in due partite consecutive di Matteo Pessina i fantasmi di una rocambolesca uscita agli Ottavi di finale vennero scacciati, e fummo proiettati, nonostante la rete austriaca siglata da Kalajdzical 114’, verso i Quarti.

Il giorno dopo, il Belgio sconfisse, per una rete a zero, il Portogallo campione in carica e guadagnò la possibilità di giocarsi l’accesso alle Semifinali proprio contro di noi.


Essendo il Campionato europeo di calcio 2020, un torneo pensato per essere itinerante, la sfida tra la squadra azzurra e quella dei Diavoli Rossi, si svolse il 2 luglio in quel di Monaco di Baviera.L’italia tornava a giocare una partita di grande importanza, su suolo tedesco, a quindici anni esatti dai match del mondiale del 2006, conclusosi in modo trionfale. Anche se la partita con l’Austria aveva lasciato più di qualche perplessità, soprattutto tra i media, i quali non avevano risparmiato titoli negativi sulle prime pagine dei giornali del 27 giugno, in cuor mio ero convinto che saremmo riusciti a battere il Belgio, team in quel momento numero uno del ranking mondiale. Ne ero talmente certo da avere addirittura organizzato la trasferta per andare a vedere il match, dal vivo, all’Allianz Arena. Alla fine il mio viaggio verso la Baviera non si concretizzò, a causa delle difficoltà negli spostamenti dovute al Covid, ma la mia previsione di trionforisultò comunque azzeccata. I ragazzi capitanati da Giorgio Chiellini

sconfissero gli avversari per 2 a 1 e, a onore del vero giocarono molto meglio. Non fosse stato per il rigore sul finire del primo tempo, concesso per fallo in area di Di Lorenzo e poi realizzato da Romelu Lukaku, che rese tutto più complicato, avremmo dormito sogni tranquilli fino al novantesimo minuto. Ma si sa, per arrivare a vincere qualcosa d’importante bisogna saper soffrire. E noi lo facemmo perfettamente in quell’occasione e anche nella partita seguente: la Semifinale con la Spagna.

Questa, penso si possa dire per certo, fu la gara, di tutto l’intero Europeo, in cui l’Italia soffrì di più. Pur essendo quella spagnolauna squadra molto lontana, a livello tecnico da quella che aveva trionfato in Europa nel 2008 e nel Mondo nel 2010, ci diede delnotevole filo da torcere sul piano del gioco e riuscimmo a portarea casa la vittoria solo grazie a quella faticosa lotteria, dal nome  di “calci di rigore”.

Jorginho, con la sua inumana freddezza dal dischetto, spiazzò il portiere Unai Simon e fece esultare tutta una nazione. Dopo nove anni approdavamo nuovamente nella finale di un Europeo.

Gli avversari successivi? Gli inglesi, e per di più a Wembley, in casa loro. Ci sarebbe stato da divertirsi.

Le Finali precedenti, del 2000 e del 2012, le avevo viste a Lignano Sabbiadoro. Avrei dovuto fare lo stesso anche in questo frangente, dato che mi ero già organizzato con alcuni amici, ma poi, ripensando a quelle due partite passate, una con la Francia e una con la Spagna, la scaramanzia ebbe il sopravvento. Decisi di rimanere a vedere la Finalissima di Euro 2020, Italia-Inghilterra, a casa da solo, con indosso quella che avevo designato come maglia portafortuna del torneo, quella di Roberto Baggio indossata ai mondiali del 1994.

Come sia andata a finire l’11 luglio in terra inglese lo sappiamo tutti. Non c’e da aggiungere molto altro, solo che finalmente dopo anni, la “maledizione degli Europei” è stata spezzata.