Via Marcolin, dentro Mutti, via Mutti, dentro Serena. Tre allenatori in una stagione, scelta obbligata per cercare di riportare sui giusti binari una stagione nata sotto una cattiva stella. Ma il Padova non è nuovo a questa dinamica: infatti, anche nella stagione 1983-1984 -sempre in Serie B- furono tre gli allenatori che si avvicendarono sulla panchina biancoscudata nel corso del campionato. L'estate del 1983 fu molto “calda” dalle parti di via Carducci, oltre che climaticamente, anche dal punto di vista del calciomercato. La squadra aveva infatti appena ottenuto la promozione in Serie B dopo 14 anni di assenza e andava necessariamente rinforzata in vista della nuova stagione. Ma la partenza si rivelò in salita: due giorni dopo la conquista della promozione, infatti, il condottiero biancoscudato Bruno Giorgi annunciava la sua decisione di lasciare Padova per sedersi sulla panchina del Vicenza. Una settimana più tardi, ecco il nome del sostituto: è Giorgio Sereni, ex terzino biancoscudato dal 1963 al 1969, reduce da una soddisfacente stagione al timone della Campania in C1. Del mercato se ne occupano il diesse Alberti e il presidente Pilotto. Il primo acquisto è Guglielmo Coppola, centravanti prelevato dal Siena. Si punta su di lui in attacco per la nuova stagione. Arrivano all'ombra del Santo anche Vito Graziani, Giacomo Trevisanello e Francesco Boito (tutti tra le fila della Reggiana nella stagione precedente), Marco Baroni (sì, proprio l'attuale tecnico del Lanciano) dalla Fiorentina e Maurizio Restelli dal Cagliari. Tornano in biancoscudato anche Paolo De Toffol, reduce dal prestito al Monza, e Sauro Massi, che viene riscattato dal Pescara. Tra i partenti, Ravot, Conforto, Manzin e Albi, mentre Cavestro, Bozzi e Pezzato vengono tenuti ai margini della rosa, a disposizione del miglior offerente. L'ossatura difensiva formata dai vari Maiani, Fellet, Donati, Fanesi e Favaro rimane invece intatta. Si può giocare, dunque. L'avvio di Sereni sulla panchina biancoscudata è da choc: un solo punto nelle cinque partite del girone eliminatorio di Coppa Italia, che il Padova conclude all'ultimo posto alle spalle di Roma, Milan (oltre 25000 spettatori all'Appiani in occasione della gara interna contro i rossoneri), Rimini, Atalanta e Arezzo. Poco importa. L'obiettivo stagionale è far bene in campionato, senza porsi limiti. L'11 settembre dunque, è in programma la prima giornata della Serie B 1983-1984 ed il Padova è impegnato sul campo dell'Arezzo, compagine già affrontata due settimane prima all'Appiani in Coppa Italia (1 a 1 il finale). Purtroppo però, anche in campionato i biancoscudati partono col piede sbagliato e cadono per 2 a 1, dopo essere passati in vantaggio grazie alla marcatura del nuovo arrivato Boito. Ma chi di rimonta perisce, di rimonta ferisce: sette giorni più tardi infatti, Fellet e compagni superano il Catanzaro di Mariolino Corso con lo stesso risultato, per poi tornare alla sconfitta in quel di Como la settimana successiva. I biancoscudati però non si perdono d'animo e la giornata seguente sconfiggono il Cagliari all'Appiani, regalando a Sereni la sua seconda vittoria stagionale sulla panchina del Padova. Sarà anche l'ultima. Nelle successive otto giornate infatti, il tecnico di Luzzara conquisterà soli quattro punti, frutto di altrettanti pareggi e di altrettante sconfitte. Il Padova è penultimo, Pilotto decide dunque di cambiare guida tecnica, e il 29 novembre affida la panchina ad Aldo Agroppi, vecchia gloria del Torino, capace, due stagioni prima, di conquistare la promozione in Serie A con il Pisa di Romeo Anconetani. Nel frattempo, durante il mercato di riparazione, avevano lasciato la città del Santo Pezzato, Conforto, Cavestro e Maiani, sostituiti da Viscidi, Marchetti e Nello Malizia, il portiere del Perugia dei miracoli '78-'79. La rivoluzione è dunque completa. E i risultati si vedono: nelle successive nove partite il Padova non perde un colpo, vincendone quattro e pareggiandone cinque, prima di cadere in casa contro il Como alla ventiduesima giornata, dopo 21 mesi di imbattibilità interna in campionato. La mano di Agroppi si vede; grazie a lui il Padova è riemerso dalle sabbie mobili della bassa classifica. Tuttavia, dopo il match interno contro i lariani, rassegna a sorpresa le proprie dimissioni. Il motivo? E' ancora avvolto nel mistero. Le versioni più accreditate sono due: quella ufficiale, confermata anche dal presidente Pilotto, parla di depressione (“non stava bene, era esaurito”, dichiara), oppure c'è chi ipotizza anche un deciso atto di indignazione e “protesta” verso qualche suo calciatore, reo di avere “venduto” la partita contro il Como. Ad ogni modo, bisogna trovare un nuovo allenatore, che viene individuato nel napoletano Gennaro Rambone. Don Gennaro, come viene affettuosamente chiamato, dopo due KO iniziali contro Cagliari e Cremonese, non riassaggerà più l'amaro sapore della sconfitta, inanellando una serie positiva di ben 14 risultati utili consecutivi (5 vittorie e 9 pareggi), concludendo così la stagione al quinto posto a quota 40 punti, cinque in meno del terzo posto, l'ultimo utile per la promozione in Serie A. Capocannoniere stagionale: Guglielmo Coppola, autore di otto reti. Peccato dunque per l'inizio balbettante della gestione-Sereni. Fortunatamente però Agroppi prima e Rambone poi, fecero ricredere i tifosi biancoscudati che ritenevano che la stagione fosse ormai compromessa. Che questa storia sia di buon auspicio per la stagione attuale. In bocca al lupo, Serena!
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Tre allenatori in un campionato? Uno dei precedenti nella stagione ’83-’84
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