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Allenarsi per la stagione di poker

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Per chi non è del settore, parlare di allenamento in riferimento al poker può apparire quantomeno strano. Spesso si associa questo gioco solo al divertimento di una partita ma, in realtà, il poker viene considerato da molti una vera e propria...
Redazione PadovaSport.TV

Per chi non è del settore, parlare di allenamento in riferimento al poker può apparire quantomeno strano. Spesso si associa questo gioco solo al divertimento di una partita ma, in realtà, il poker viene considerato da molti una vera e propria disciplina sportiva e come tale richiede un allenamento simile a quello di discipline sportive fisiche.

Il poker come disciplina sportiva

Oggi vengono organizzati in tutto il mondo dei tornei di poker dal vivo che rappresentano a tutti gli effetti dei campionati sportivi. Il torneo più importante al mondo è, senza dubbio, rappresentato dalle World Series of Poker, o WSOP, che si tengono con cadenza annuale a Las Vegas.


Proprio questo evento è tra quelli che ha contribuito maggiormente alla trasformazione del poker da gioco d’azzardo a gioco d’abilità, a partire dagli anni ’60 del secolo scorso. Il gioco del poker si è avvicinato sempre di più ai moderni sport e viene giocato in eventi ufficiali, ne è una prova il fatto che è stato inserito tra le discipline delle Mind Sports Olympiad (MSO), una vera e propria olimpiade dedicata ai giochi d’abilità e mentali.

Il giocatore di poker sportivo

Proprio come per i normali sport, quando un giocatore raggiunge un certo livello nel poker decide di dedicarsi al 100% in questa attività, diventando un professionista. La carriera di giocatore di poker può portare a guadagnare milioni di euro o di dollari, esattamente come le carriere degli sport più diffusi come il calcio o il basket.

Basti pensare che il giocatore di poker italiano che ha guadagnato di più in assoluto attualmente ha totalizzato vincite per più di 16 milioni di dollari. Si tratta di Dario Sammartino, talento napoletano del poker che nel 2019 diventò vicecampione del mondo vincendo 6 milioni di dollari in un solo evento. Allargando lo sguardo fuori dall’Italia le cifre sono ancora superiori. Al vertice della All Time Money List troviamo l’americano Bryn Kenney, che ha guadagnato oltre 67 milioni di dollari in carriera, seguito dal connazionale Justin Bonomo, a quota 64 milioni di dollari, e dall’inglese Stephen Chidwick con 59 milioni.

Ovviamente guadagnare queste cifre vuol dire avere raggiunto un livello di eccellenza a livello mondiale, un risultato in cui la fortuna è solo uno dei fattori e spesso non quello più determinante. Nel poker, infatti, si può vincere anche senza avere le carte migliori, capovolgendo la situazione a proprio vantaggio grazie all’arte del bluff.

Quello che conta realmente nel poker – e che lo rende una disciplina sportiva a tutti gli effetti – sono le abilità del giocatore, che possono essere di diverso tipo: abilità matematiche, psicologiche e strategiche. Al tavolo verde serve, infatti, un approccio multidisciplinare per ottenere risultati ad alto livello.

La preparazione dei professionisti

Proprio come uno sportivo che si prepara per un campionato del mondo o per le Olimpiadi, i giocatori di poker professionisti seguono un programma di preparazione in vista degli eventi più importanti come le World Series of Poker.

I “pro” sono seguiti da un coach che li segue personalmente e che organizza gli allenamenti. I giocatori di poker dedicano, infatti, diverse ore al giorno al gioco per sviluppare le abilità richieste nei tornei. Oltre alla pratica, i professionisti dedicano anche molto tempo allo studio per aumentare il proprio bagaglio di conoscenze, soprattutto per quanto riguarda la strategia. Tra le materie approfondite ci sono ovviamente quelle legate alla probabilità, che in questo gioco ha un ruolo fondamentale.

Proprio come gli atleti delle discipline sportive classiche, i professionisti del poker organizzano la loro stagione programmando gli eventi a cui parteciperanno nel corso dell’anno. In questo modo si distinguono la cosiddetta off-season, il periodo di stacco dai tornei, e la stagione vera e propria, che ad altissimo livello culmina con le WSOP.

Da non sottovalutare l’aspetto mentale, che nel poker è di fondamentale importanza. La capacità di gestire lo stress e di mantenere la concentrazione per lungo tempo, a volte per diverse ore, deve essere allenata. Proprio per questo molti pokeristi professionisti praticano la meditazione per calmare la mente e affrontare gli appuntamenti competitivi con maggiore tranquillità.

Ma non solo, molti professionisti si avvalgono anche della consulenza di mental coach, con i quali svolgono del lavoro specifico di visualizzazione e di motivazione. Anche questo è un ulteriore punto di contatto con il mondo sportivo classico, nel quale il mental coach è ormai diffuso da diversi anni, soprattutto ai massimi livelli.

Conclusione

Come abbiamo visto, le similitudini tra chi pratica uno sport a livello professionistico e chi gioca a poker ad alti livelli sono davvero molte.

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