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Bari-Cittadella, Arrighini scalpita per una maglia: “Ora si comincia a fare sul serio”

Due reti per candidarsi ad una maglia da titolare sabato sera a Bari, in occasione dell’esordio in Serie B. Quella con il Giorgione era soltanto un’amichevole, d’accordo, ma lui stesso tiene a sottolineare che «i gol contano anche...

Redazione PadovaSport.TV

Due reti per candidarsi ad una maglia da titolare sabato sera a Bari, in occasione dell’esordio in Serie B. Quella con il Giorgione era soltanto un'amichevole, d'accordo, ma lui stesso tiene a sottolineare che «i gol contano anche in allenamento, ci mancherebbe! È bene non perdere mai il vizio». Ventisei anni, nato a Pisa, dove, prima di trasferirsi a Cittadella, viveva assieme alla fidanzata Giulia («Gioca a pallavolo in Serie C e non poteva venire qui, cercheremo di organizzarci per vederci»), Andrea Arrighini ha l'aria del ragazzo alla mano. Non a caso si è messo in luce calcisticamente in una realtà "mignon" come quella del Pontedera, che trascinò con i suoi gol per due promozioni consecutive, sino alla Lega Pro. «In fondo, qui al Cittadella mi sento un po' come in Toscana: è un ambiente piccolo, in cui, però, non manca nulla per lavorare bene. A Cosenza, dove ho giocato nell'ultima stagione, le pressioni erano maggiori», racconta nel giorno della ripresa degli allenamenti, al Tombolato, dove ha ritrovato tutti i compagni con l'eccezione di Valzania, che stasera alle 18 scenderà in campo con la B Italia per sfidare la Nazionale dell’Iran a Coverciano, e Caccin, fermo per uno stiramento. Ragazzo umile, Arrighini, ma con modelli decisamente alti. «Da quando ho iniziato a giocare seriamente mi sono sempre ispirato a Suarez del Barcellona, non solo per i tantissimi gol che fa, ma per il suo modo di muoversi in campo, i suoi "tagli" in verticale». Anche Andrea è una punta mobile, difficile da marcare. «Con il Giorgione ho giocato assieme a Litteri, uno che "fa la guerra", bravo sotto porta, mentre io sono uno che attacca gli spazi e cerca di inserirsi. Strizzolo è il più alto e più punto di riferimento, mentre Kouamé ama andare in profondità. Sinora Venturato ci ha alternati spesso, ma avendo tutti caratteristiche diverse ci integriamo bene». Di certo al "San Nicola" l'avversario avrà tutto un altro spessore rispetto al Giorgione... «A Castelfranco abbiamo dato un segnale importante dopo la partita di Campodarsego, quando abbiamo accusato un calo di concentrazione che non possiamo permetterci nemmeno in amichevole. Ma è chiaro che adesso si comincia a fare sul serio, questa settimana sarà diversa dalle altre. Il Bari? Ha tutto per provare a fare il salto di categoria. Troveremo uno stadio “caldo” e una squadra costruita per puntare in alto, come negli scorsi anni, anche se per una ragione o per l'altra non ha mai centrato la promozione. Dei pugliesi conosco bene Di Noia, mezzala con cui ho giocato a Pontedera, ma non credo lo sentirò prima della partita. Al di là del rapporto di amicizia che mi lega a lui, è difficile indicare un solo giocatore da tenere d'occhio, tuttavia, se devo fare un nome, dico che dovremo stare attenti a Maniero, uno che arriva sempre in doppia cifra». (Da Il Mattino)