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Bari, le spese folli di Giancaspro per arrivare in A e il crac. Tutto è partito dal Cittadella…

E per fortuna che c’era il Cittadella a far emergere i problemi del Bari, sennò chissà come sarebbe andata. Il club granata, che può solo insegnare come si gestisce una società di calcio all’ormai ex presidente barese Giancaspro,...

Redazione PadovaSport.TV

E per fortuna che c'era il Cittadella a far emergere i problemi del Bari, sennò chissà come sarebbe andata. Il club granata, che può solo insegnare come si gestisce una società di calcio all'ormai ex presidente barese Giancaspro, ha scoperchiato il vaso durante quella famosa partita di play-off, in cui alla fine furono invertiti i campi.  Il Bari semplicemente ha speso molto di più di quello che poteva permettersi, come spiega bene oggi sulle colonne del Corriere del Mezzogiorno Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 ore e autore del libro “La fine del calcio italiano": "Molti imprenditori - spiega Bellinazzo - pensano alla serie A e al bottino di 35 milioni di euro garantiti. Sarebbe stata una svolta per Giancaspro e per le sue attività. Fallito l’accesso alla massima serie, il fallimento della sua strategia imprenditoriale è stato automatico. Il calcio italiano perde con il Bari uno degli hub più importanti del calcio. Con una provincia di 1,3 milioni di abitanti, è una delle più grandi piazze d’Italia, per di più con una sola squadra cittadina, capace, in condizioni di entusiasmo, anche di fare sold out. La mancanza di una classe dirigenziale adeguata ha procurato il fallimento. Quella di Giancaspro era una grande scommessa ma con risorse limitate. Stiamo parlando del secondo default in quattro anni, nel silenzio delle istituzioni calcistiche. Gravissimo".

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