Il caso

Cittadella, c’era una volta il fair play: la società ora punisca Branca

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Il video virale ha indignato tutta l'Italia calcistica, la dirigenza granata ha ora il dovere di proteggere la propria reputazione

Stefano Viafora

Si dice che la reputazione sia più facile farsela che riconquistarla. E il Cittadella, dopo l'episodio che ha visto protagonista in negativo uno dei suoi giocatori più esperti, Simone Branca, sembra proprio che abbia smarrito la retta via in fatto di fair play. Proprio il club granata, premiato spesso in passato per la sua correttezza dentro e fuori dal campo.

Ieri il presidente della Spal Joe Tacopina è tornato sull'episodio, passato via senza clamori durante la partita, ma riemerso poi in tutta la sua gravità sotto forma di un video virale che ha fatto in breve il giro d'Italia e non solo. "Branca si è comportato da criminale codardo" ha sentenziato il patron biancoazzurro. Nelle immagini postate sui social - dove il gesto è stato duramente condannato - si vede il momento in cui Branca colpisce Esposito con tacchetti in testa. Ora il giocatore rischia una lunga squalifica. Ma dovrà essere soprattutto la società, fin qui un modello di club calcistico sotto tutti i punti di vista, a intervenire in modo esemplare. Cosa spinge un giocatore sul viale del tramonto, dunque con una lunga carriera alle spalle e con un'approfondita conoscenza delle dinamiche di campo, a commettere un gesto così vile e antisportivo? In direzione ostinata e contraria al buon senso, ma soprattutto all'essenza dello sport? Cos'ha imparato Simone Branca da tutti questi anni di calcio? Niente, sembra.

 

 

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