Serie B

Cittadella, per salvarti serve solo una cosa: spendere a gennaio

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Il club si trova in una situazione complicata, non è più concesso tempo per esperimenti o scommesse (almeno se si vuole salvare la categoria)
Stefano Viafora
Stefano Viafora Direttore responsabile 

La vittoria di Palermo aveva dato a tutti l'idea di un accenno di ripresa, uno sbuffo di vapore, invece l'aeroplano Cittadella non riesce più a decollare. Sembra zavorrato a terra da limiti sempre più evidenti di questa rosa. Contro il Cesena è tornato l'impietoso "zero" alla voce gol fatti, la sterilità offensiva sembra ormai un marchio a fuoco impresso su questa stagione. Per quanto si sia accennato anche a un gruppo non troppo coeso e all'assenza di "leader", la verità sembra essere molto più terra-terra e riguarda in particolare un reparto. Una verità che andrebbe accettata anche in società: la squadra non ha attaccanti di livello per la categoria.

Si dice che Adriano Galliani in passato scegliesse gli attaccanti con l'almanacco in mano, attingendo solo da chi l'anno precedente era andato in doppia cifra. Il dg Marchetti, abitualmente, fa l'esatto contrario. Ma non tutte le ciambelle riescono con il buco. Sei gol fatti in tredici partite, anche modificando gli interpreti (Dal Canto ci sta provando) la musica non cambia. E così ci si avvia verso il mercato di gennaio con un unico "dovere", almeno se si vuole salvare la categoria dopo aver festeggiato i 50 anni di storia. Retrocedere può essere un colpo duro, perchè la serie C è una categoria dalla quale è molto difficile uscire. Per quanto vada sempre ricordato che la società sta investendo nelle infrastrutture, la "parte sportiva" non va trascurata perchè è trainante. A gennaio quindi il Cittadella dovrà compiere un'azione inedita: spendere. Per rinforzare la rosa, l'attacco in particolare. Altrimenti si rischia di affondare (male) con largo anticipo sulla chiusura del campionato. E questo non lo merita nessuno, né i tifosi né la storia di questo club.