La Serie B, come dicevamo, in questi anni ha accelerato: club retrocessi con paracadute milionari, piazze storiche tornate ambiziose, investimenti importanti di grandi fondi stranieri e una qualità media in costante ascesa. Il Cittadella, fedele alla sua linea prudente, ha provato ancora una volta a restare a galla con il salvagente del buon senso e dell’oculatezza. Ma nel mare mosso della cadetteria, serviva un motore. Un "motorino" in realtà è arrivato a gennaio, con l'innesto di nomi importanti per la categoria (Diaw e Okwonkwo, dopo Capradossi qualche mese prima). Non è bastato.
Non è questione di colpe. Non ci sentiamo di imputarne alcuna, nemmeno a Dal Canto. Anzi, il Cittadella merita rispetto per aver cercato – e spesso trovato – un’alternativa virtuosa al modello iper-spendaccione. Ma il calcio cambia, corre, evolve. E chi resta fermo, finisce risucchiato. Nel calcio però c'è sempre un domani, un'occasione di riscatto. Nessun dramma, ci sono tutti i presupposti per tornarci, in serie B. Con una società solidissima e una proprietà orgogliosa e pronta a riscattarsi.
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