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Dal coro per i fratelli Touré al carnevale… in ritardo. Scaglia ci racconta la favola Cittadella: “Siamo una famiglia”

E sul derby: "Noi giocatori forse lo sentiamo più dei tifosi"

Matteo Moretto

""Yaya Yaya, Yaya Yaya, Yaya… Kolo, Kolo Kolo, Kolo Kolo… Tourè… ”.E via così all'infinito, per quattro minuti belli buoni. Spogliatoio in subbuglio e muri che tremano dalla felicità: che delirio questo Citta, bello, vincente, divertente. E primissimo nel girone A di Lega Pro, il risultato è quello giusto insomma. “Ma che canzone è? Mai sentita prima” puntualizzo io. Filippo prima racconta: “Era il motivetto che i tifosi del Manchester City dedicavano ai due fratelli Touré, quando entrambi vestivano la maglia del City”. Poi svela il retroscena in esclusiva su gianlucadimarzio.com: “L’iniziativa è stata di Matteo Vaccarecci e quel pazzo di Manuel Pascali. Non chiedermi perché ma dopo la vittoria contro il Pordenone abbiamo deciso di urlarlo a squarciagola, con tanto di balletto annesso. Il motivo non esiste, forse l'esperienza di Pascali in Scozia ha favorito il tutto: sostanzialmente per fare un po’ di casino. Un omaggio bello, buono, e... gratuito! Una goliardia dai”. Ma il difensore granata Scaglia promette come: “Entro fine anno cercheremo di modificare i nomi dei due protagonisti, proveremo a comporre una versione tutta nostra. Almeno non sembriamo una banda di fuori di testa e creiamo qualcosa di sensato e attinente”. 

"Cittadella che corre veloce, imprendibile: sempre più treno in corsa, orma lanciato e inarrestabile. Più 7 sulla seconda - Feralpi Salò - e destinazione Serie B. Di segreti ce ne sono, ma semplici semplici; di eclatante proprio nulla. Calcio più divertimento, il gioco pare fatto già. O no? “Quasi!”. Scaglia aggiunge altri ingredienti a questa ricetta perfetta: “Siamo un gruppo di giocatori affiatati che lavora unito per lo stesso obiettivo. Le gelosie non esistono, tutte le ambizioni personali vengono messe in secondo piano. Sai, in una squadra con tanti buoni giocatori succede che qualcuno di forte non giochi e poi si lamenti. Ecco, qui no. Siamo una grande famiglia”. Altro? “Il direttore è sempre molto presente, idem il presidente. I nostri allenatori - tranne mister Venturato, qui da inizio stagione sono tutti ex giocatori o persone che già hanno vissuto questo ambiente. Che già conoscono spirito e mentalità del club”. 

"“Un uccellino mi ha rivelato un segreto: la squadra avanza ancora una cena da te, vero?”.Scaglia non si tira indietro. “Ah conosco il tuo informatore, mi vuole far passare come un tirchio!”. E giù risate. Poi la spiegazione. “Si parla della cena per il mio compleanno, 31 gennaio. Complice ritardi e complicanze… non sono mai riuscito a pagarla. Ho avuto un po’ di fortuna dai si, lo ammetto. Ma questo non vuol dir nulla! Quando saremo tutti presenti… sono pronto a pagare, non sono tirchio!”. Ma forte alla play si, a quanto pare. “Chiedi al tuo uccellino se ricorda l’ultima sfida…”. Filippo divertito, a ruota libera. “Io e Schenetti abbiamo sfidato la coppia Iori-Pascali: nuova contro vecchia scuola. Loro dicono di aver stravinto, tanto che Paska ha postato un video di un suo gol su Instagram che non so, sembrava ci avessero asfaltato. Ma sai, lui esagera sempre”. Verità che viene a galla. “Non c’è stata storia. Dopo un minuto hanno fermato tutto per chiederci come si corresse super veloce. Poi usavano le freccette, ho detto tutto”. Clima sereno, amici per davvero anche fuori dal campo: “La nostra forza”. Nuovi piccoli segreti che emergono, dettagli che fanno la differenza. “Usciamo spesso a cena tra di noi: c’è chi è single e chi ha la ragazza che vive lontano. Poi c’è chi fidanzato e accompagnato ma… invita comunque!”. 

"Un po’ Juventus. “Dagli 8 ai 14 anni ho indossato il bianconero”. Poi una pausa, infinita solo in apparenza. “Quando ti lasciano a casa così giovane poi ci rimani male: ho pensato di smettere, dare priorità allo studio, altre passioni”. Due anni nei dilettanti sono bastati, nel Rivoli Collegno, per tornare a sognare. Così, un po’ di Torino. “Per tre anni. Allenarsi con gente come Immobile e Cerci mi è servito moltissimo, sono cresciuto tanto. Nell’anno dell’Europa League andavano via come delle schegge impazzite”. Da un granata all’altro, risultato che non cambia: derby comunque sarà, nel weekend si va tutti all’Euganeo per Padova-Cittadella. "Siamo tutti già belli carichi. Puoi immaginarti… noi, una cittadella così piccola, contro Padova, la squadra storica con un passato in A. I nostri tifosi la sentono molto, noi di più forse. Vogliamo fare bene”. Per non fermare questo treno lanciato a mille all’ora verso la B. “Ora torno alla festa di… Carnevale della squadra” mi bisbiglia Filippo. Carnevale, quasi a marzo? “Quest’anno ci siamo presi un po’ tardi con tutti i vari impegni”. Un Asterix di qua, un Obelix di là, con l'urlo di Munch in mezzo. Ma questo Citta versione Superman non è mica uno scherzo, solo una bella storia.