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La scelta

Un Dottore alla guida del Cittadella. Grande scommessa e un messaggio chiaro

Un Dottore alla guida del Cittadella. Grande scommessa e un messaggio chiaro

Gorini raccoglierà l'eredità di Venturato, la società dimostrerà anche questa volta che nessuno è insostituibile?

Stefano Viafora

Edoardo Gorini, alla sua prima esperienza da allenatore, guiderà il Cittadella del post Venturato. Il Dottore, come viene chiamato spesso dai giocatori per via della sua laurea in storia medioevale, è stato scelto in modo naturale, come detto ieri in conferenza stampa, quasi consequenziale al passo indietro di Venturato. Tutto era già apparecchiato, una filosofia che si perpetua dai tempi di Angelo Gabrielli che nella sua azienda e poi nel Cittadella utilizzava questo metodo, far crescere i propri impiegati all'interno dell'organizzazione, facendo loro scalare i ruoli. Così si assicurava gratitudine e fedeltà e nel contempo era sicuro che tutti avessero la stessa mentalità, che remassero dalla stessa parte come una grande squadra.

Quella di Gorini rimane comunque una grande scommessa, perché dopo una finale playoff persa si ricomincerà senza l'artefice principale (Venturato), senza il capitano "storico" Manuel Iori e senza il pezzo pregiato, Federico Proia. Non la situazione ideale per prendere le redini della squadra e cambiare ruolo. Un conto infatti è avere ottime idee da secondo allenatore, coperto da chi si espone in prima linea, un conto è averle da primo. C'è una differenza abissale. Gorini però ha intenzione di portare avanti l'eredità di Venturato, facendo leva su alcuni principi cardine che gli stanno a cuore, come le marcature preventive (citate in conferenza stampa) per limitare le ripartenze dell'avversario. Può contare su uno staff di amici, da Musso a Pierobon, da Donazzan a Redigolo, che lo aiuteranno nel lavoro e una società che, tramite il dg Stefano Marchetti, gli starà vicino e lo difenderà negli eventuali momenti complicati.

Il messaggio del Cittadella però è chiaro: la forza non è negli uomini, che possono cambiare (tutti, in qualsiasi momento), ma nella società. Non il singolo, ma la totalità. Una filosofia che quest'anno, forse, sarà spinta all'estremo.