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Ascoli a Pea non basta: “Servono altri due punti, li prenderemo al Novara”

Da Il Mattino di oggi: All’inferno e ritorno. Perché dopo cinque sconfitte consecutive, le due vittorie contro Crotone e Ascoli sono una boccata d’ossigeno per poter guardare alle ultime quattro gare della stagione senza i sudori freddi. Il...

Redazione PadovaSport.TV

Da Il Mattino di oggi:

All’inferno e ritorno. Perché dopo cinque sconfitte consecutive, le due vittorie contro Crotone e Ascoli sono una boccata d’ossigeno per poter guardare alle ultime quattro gare della stagione senza i sudori freddi. Il Padova di Pea, lotta, infilza l’avversario con Ze Eduardo e poi si difende strenuamente sino al triplice fischio. E il tecnico biancoscudato esulta: «Il gioco del calcio è anche questo», sottolinea Fulvio Pea, «Siamo stati una squadra completa. Il Padova nel primo tempo ha giocato tecnicamente molto bene, facendo girare il pallone e gestendo il possesso con personalità. Nella ripresa, invece, si è visto soprattutto lo spirito del gruppo: i ragazzi stanno dimostrando di avere un forte attaccamento alla squadra, e senza di questo non ci può essere continuità di risultati». È servita tutta la cattiveria agonistica dei biancoscudati, per respingere gli assalti marchigiani: con l’Ascoli votato all’attacco per tutta la ripresa, compresi cinque interminabili, minuti di recupero, la diga del Padova ha retto l’impatto, non senza quel pizzico di fortuna che in troppe altre occasioni era mancato: «L’Ascoli che ho visto non è assolutamente una squadra allo sbando», spiega Pea, «Ci hanno messo in difficoltà per tutta la ripresa, perché ha valori tecnici e morali di livello. Giocando così, i bianconeri riusciranno a salvarsi». Già, la salvezza. Quell’obiettivo che ad agosto doveva essere l’obiettivo del Padova, e che in breve tempo si è alzato assieme all’asticella del presidente Cestaro. Ci sono volute trentotto partite e finalmente il Padova ha raggiunto la fatidica quota cinquanta. A questo punto, si potrebbe pensare che la salvezza sia cosa fatta, con quattro gare d’anticipo: «La matematica non è un’opinione, non possiamo ancora dire di essere già al sicuro», ammonisce Pea, riportando tutti con i piedi per terra, «Coloro che prendono parte a questo campionato da qualche anno, spesso sostengono che i punti necessari per una tranquilla permanenza in B siamo qualcosa in più di quelli che noi abbiamo ora. Cinquantuno, forse cinquantadue: ce ne manca ancora qualcuno, vogliamo prendercelo da subito, sabato prossimo contro il Novara all’Euganeo». Le note positive sono molte: dall’inviolabilità della porta di Silvestri riconquistata dopo ben sette partite, ai gol che hanno ricominciato a vedersi a queste latitudini. Nota dolente, ancora i tanti infortuni: «Cionek non stava benissimo», spiega Pea, «Ma l’ho schierato dal primo minuto perché voleva esserci a tutti i costi. Ha fatto un buon primo tempo, ma per evitare che il suo problema fisico potesse peggiorare ho preferito lasciarlo negli spogliatoi a metà partita. Cuffa è entrato come centrale di difesa perché non avevamo altri giocatori di ruolo, portando esperienza e grinta, e disputando un’ottima ripresa». Lo spirito del “Cabezon” ha trascinato la squadra alla vittoria, sotto gli occhi del presidente Cestaro e dell’intero stato maggiore biancoscudato, giunti fino nelle Marche per seguire da vicino la squadra. E chissà se, con il senno di poi, il Cavaliere non si sia pentito della scelta di metà dicembre. «Io sono tornato portando quello che aveva sempre messo», spiega Pea, «ma se stiamo risalendo la classifica è merito della squadra e della società. Il gruppo aveva voglia di rifarsi, si è rimboccato le maniche e sta riuscendo a coronare il proprio obiettivo». 

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