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Bonazzoli, gol biancoscudato numero 4000

Bonazzoli nella storia […] il suo è stato il gol numero 4.000 in campionato della storia della società biancoscudata, esclusi playoff e playout. Ci sono voluti 103 anni, centinaia di giocatori, decine di presidenti e allenatori. Sabato si...

Redazione PadovaSport.TV

Bonazzoli nella storia [...] il suo è stato il gol numero 4.000 in campionato della storia della società biancoscudata, esclusi playoff e playout. Ci sono voluti 103 anni, centinaia di giocatori, decine di presidenti e allenatori. Sabato si è raggiunta la cifra tonda, che consegna Bonazzoli ad un poker di atleti che, ognuno a modo proprio, hanno lasciato il segno. «Un orgoglio enorme per me», esordisce, sorpreso, il diretto interessato. «Quando sabato sera mi è stato detto che ero stato io a siglare questa rete storica, la cosa mi ha un po’ stupito: sono qui solo da pochi mesi, non pensavo di diventare già un nome così importante. È una cosa che mi fa molto piacere». I quattro re. A siglare il gol numero 1.000 fu uno dei giocatori più rappresentativi e meno celebrati che abbia mai vestito la maglia del Padova. «Il più grande giocatore italiano mai visto», disse di lui Niels Liedholm. Era nato proprio nella città del Santo, nel giugno del 1920, Gino Cappello: centravanti estroso, introverso, naso imponente e piedi fatati. Nella stagione 1939/40, a soli 19 anni, siglò 29 reti in 28 gare: mai nessuno, da settant’anni a questa parte, è riuscito a fare di meglio. Nel gennaio 1940, al 30’ di Padova-Pro Vercelli, “Cappello IV” (come poi è passato agli almanacchi, quarto dei fratelli Cappello, tutti calciatori) mise la firma sul millesimo gol. «Una bella responsabilità essere affiancati a giocatori come lui», ammette Bonazzoli. «Magari ci arrivassi io a simili cifre, già avvicinarmi un pochino a questi numeri sarebbe un grandissimo risultato. Al giorno d’oggi fare più di una rete a partita è difficilissimo, solo un attaccante completo e supportato dalla squadra può riuscire a centrare simili record». Nell’ottobre del 1961 fu Dante Crippa, al 75’ di un Padova-Catania all’Appiani, a siglare la rete numero 2.000. Trent’anni più tardi, nel corso di Padova-Messina (13 ottobre 1991), Angelo Di Livio toccò quota 3.000. «Il soldatino!», sorride Bonazzoli. «Essere accostato ad un giocatore come lui fa piacere e mi riempie d’orgoglio: è stato molto importante per Padova e per le grandi squadre in cui ha poi militato. Non posso pensare di eguagliare i suoi risultati, ormai l’apice della mia carriera è passato. Ma mi tengo volentieri questa bella sensazione». La scelta e il domani. Con il senno di poi, quel contratto rescisso con la Reggina è stato un trampolino fondamentale verso l’approdo al Padova, e quindi l’incisione del suo nome sulla bacheca dei recordmen: «Sono contentissimo, non mi pento assolutamente di aver lasciato Reggio Calabria per venire qui. Anzi, questa maglia mi aveva sempre affascinato: a Padova venivo spesso, mia moglie è di qui, e sentivo come la gente respirava il tifo per la squadra. Alla fine è giunto il matrimonio, e sono contentissimo della scelta». Con lui, oltre ad un goleador, il Padova ha trovato un leader. Ora che il suo nome rimarrà nella storia della società, la sua candidatura per la prossima stagione va lanciata: «Sono sincero, ne sarei felicissimo. La mia permanenza passa dai risultati, dai gol e delle prestazioni: ho ancora tre gare per giocarmela e un’opzione per la prossima stagione, farò di tutto per guadagnarmi la conferma». A giudicare dagli applausi che l’Euganeo gli ha tributato, non dovrebbe essere poi così difficile.