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Ecco Gattuji, il “Ringhio” biancoscudato

A Varese lo avevano battezzato Gattuji. Ovvero, un mix tra il suo cognome e quello del “ringhio” rossonero. Stiamo parlando di Wilfred Osuji (compirà 21 anni venerdì 5 agosto) prelevato dal Milan in comproprietà. E il Padova punta...

Redazione PadovaSport.TV

A Varese lo avevano battezzato Gattuji. Ovvero, un mix tra il suo cognome e quello del "ringhio" rossonero. Stiamo parlando di Wilfred Osuji (compirà 21 anni venerdì 5 agosto) prelevato dal Milan in comproprietà. E il Padova punta molto sulle sue qualità in mezzo al campo per rinforzare il reparto.«Mi trovo benissimo con tutti - esordisce Osuji - Ci sono bravi ragazzi, è importante. Cerco sempre di imparare dai compagni, e rubare qualcosa da loro perchè ancora non sono nessuno. Con i loro consigli possono darmi una mano. Stiamo lavorando per raggiungere l'obiettivo che non voglio pronunciare... Tocca a noi andare a prendercelo con il lavoro. E comunque tutto è già scritto, credo molto nel destino». Quale numero di maglia sceglierà? «Il 20 perchè mi ha portato fortuna a Varese». E non il 21, dato che tra pochi giorni festeggerà il compleanno? «C'ho pensato, ma poi ogni anno dovrei cambiare...». e ride. «Ho vinto la serie B sul campo, e avevo 20 anni. Questo numero per me è ormai un tatuaggio, lo terrò per sempre».Flash back alla semifinale play off giocata all'Euganeo: ci ricordiamo un suo battibecco a centrocampo con Italiano: «Sì, me lo ricordo benissimo. Ma ci siamo chiariti subito». Come detto, il suo cartellino è a metà con il Milan. È la sua squadra del cuore? «Proprio così. Anche quando ero in Nigeria ho sempre tifato per i rossoneri, e per me è stato un sogno giocare con giocatori del calibro di Seedorf, Ronaldinho, Maldini, Beckam. Guardarli prima in televisione, e poi trovarti in spogliatoio con loro...». E il suo idolo? «Ronaldinho, anche se il mio ruolo è più quello di Gattuso. In un'amichevole ad Hannover scalpitavo per entrare, e Ronaldinho mi ha detto: bravo Willy, quando sei in panchina devi sempre avere voglia di giocare. Sono parole che porto sempre con me». Ma adesso che è biancoscudato, diventerà tifoso anche del Padova: «È normale, tifo sempre per la squadra in cui gioco».Restando sempre a lei, domenica nell'amichevole con il Tonezza Team è arrivato anche il suo primo gol stagionale. Ha provato emozione anche se era solo un'amichevole? «Tutte le partite vanno fatte al 100 per cento. Personalmente non mi faccio prendere dall'emozione mentre gioco, semmai mi capita a fine match dopo una vittoria».Con il Varese giocava in un modulo 4-4-2, Dal Canto abitualmente attua il 4-3-3. Qualche difficoltà di adattamento? «Ho già fatto il 4-3-3 con Evani negli allievi nazionali del Milan, e abbiamo vinto lo scudetto. È un sistema che mi piace, e i compagni mi daranno un grande aiuto. Posso sfruttare la mia velocità, penso di fare qualcosa di importante quest'anno».Marcello Cestaro è venuto a trovarvi a Costa di Folgaria. Le piace come presidente? «Ogni volta che lo vedo, mi fa sempre ridere. Fa battute in continuazione, è impossibile stare giù di morale con una persona come lui. È forte, davvero forte».Una curiosità per finire: con chi condivide la stanza in questi giorni di ritiro? «Jerry (Mbakogu, ndr), mi trovo benissimo con lui. Lo stesso vale con tutti gli altri compagni di squadra. Si scherza e si ride insieme, il ritiro è fatto anche per questo».