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Ecco i due articoli de “Il Mattino” che hanno fatto infuriare Foschi (e Cestaro)

Prima l’aggressione di Foschi ai danni del giornalista Stefano Edel, poi il diverbio televisivo tra il presidente Cestaro e il giornalista Leandro Barsotti. Forse non tutti sanno il motivo per il quale sia Foschi che Cestaro, con tempi...

Redazione PadovaSport.TV

Prima l'aggressione di Foschi ai danni del giornalista Stefano Edel, poi il diverbio televisivo tra il presidente Cestaro e il giornalista Leandro Barsotti. Forse non tutti sanno il motivo per il quale sia Foschi che Cestaro, con tempi diversi, hanno manifestato una certa insofferenza (usiamo un eufemismo) verso il quotidiano Il Mattino (dove scrivono entrambi i giornalisti citati). A fare infuriare il diesse sono stati in particolare due articoli a firma Leandro Barsotti (li riportiamo fedelmente in corsivo qui sotto) pubblicati rispettivamente il 24 marzo, dopo l'ufficializzazione di Dal Canto come nuovo tecnico del Padova, e il 30 maggio all'indomani della vittoria a Torino. Foschi sostiene che Barsotti abbia utilizzato il giornale per sferrare attacchi personali alla sua persona, denigrando il lavoro da lui svolto e mettendolo alla berlina con alcune frasi giudicate offensive. Il presidente Cestaro, ieri sera in televisione a Biancoscudati Channel, ha difeso Foschi attaccando ripetutamente Barsotti ("Ma lei da quanto segue il calcio, un anno, due?"). Non è certo il momento ideale per creare tensione nell'ambiente e il nostro augurio è che al più presto venga chiarita qualsiasi incomprensione (o, semmai, alla fine dei play-off). Qui sotto vi riportiamo i due articoli in questione, a voi ogni giudizio:

ARTICOLO DEL 24/03/2011«Ve lo dico adesso: questo diventerà  un grandissimo allenatore!», ha esclamato con il suo accento romagnolo il direttore sportivo Rino Foschi prima di andare a fumare in cortile con l'amico. Aveva detto la stessa cosa parlando di Alessandro Calori. Il quale (Calori) non era nemmeno la sua prima scelta l'estate scorsa: lui, il diesse, aveva in mente Eugenio Corini (di cui aveva detto, ovviamente: «Diventerà  un grande allenatore!»). Rino Foschi ha avuto Alessandro Dal Canto sotto gli occhi a lungo. Ma non è vero che è stata la sua prima scelta, come vuol far credere adesso: la fiducia a Dal Canto non è farina del suo sacco. E' farina della squadra, di buona parte dei giocatori, e soprattutto del presidente. Il ds, in questa fase della sua gestione, è sembrato meno sicuro di sè: più preoccupato di farsi benvolere dal cavaliere che di sostenere il proprio progetto (a proposito, c'è ancora un progetto?) o tantomeno imporre scelte. Ha passato la notte del dopo-derby in sede a cercare allenatori; ha contattato e trattato con Colomba che però Cestaro gli ha scartato («Pensava solo ai soldi e al suo contratto», ha spiegato candidamente il pres); ha chiamato Cagni, che avrebbe dato la sua disponibilità  per tre mesi, ma poi nulla. E mentre Rino Foschi cercava la soluzione-compitino per il presidente, il presidente prendeva in pugno la situazione: chiamava i giocatori (lo ha ammesso Italiano nella trasmissione Biancoscudati Channel) per capire come si trovavano con Dal Canto, che nel frattempo teneva gli allenamenti senza sapere molto del proprio futuro. Sappiamo che la squadra ha vinto a Pescara, ha abbracciato Dal Canto e lo ha incoronato (e noi siamo certi che diventerà  un grandissimo allenatore, come ha previsto il ds Foschi). Ma Rino Foschi cosa diventerà ? Questo suo affannarsi a seguire il pensiero di Cestaro senza riuscire a imporne uno proprio ne mette in luce la debolezza: Foschi teme probabilmente di non avere un futuro con il Calcio Padova. Il presidente, che in fatto di sensazioni a pelle è imbattibile, ha già  lasciato intendere che lo riconfermerà . Ma stavolta si aspetta un grande progetto, che non cada dall'albero prima che arrivi la prossima primavera.

ARTICOLO DEL 30/05/2011«Lo avevamo preso per traghettare la squadra per una settimana, poi abbiamo visto che era meglio tenerlo». Ore 17.42, il presidente Cestaro in diretta Sky dice quello che abbiamo sempre saputo: Alessandro Dal Canto è piovuto nei nostri cuori per puro caso, mentre il ds Foschi incontrava vari allenatori («Tre», ha ammesso Cestaro sempre a Sky).Ale Dal Canto è stato scelto dai giocatori: loro hanno telefonato al presidente per convincerlo. Cestaro sa ascoltare e sa capire. Si è fidato.E con i giocatori, Italiano in testa (quell'Italiano che il ds voleva vendere a gennaio...), Dal Canto ha costruito una macchina meravigliosa. Ha costruito soprattutto un gruppo, lavorando con poche parole su ognuno dei suoi ragazzi, rispolverando i suoi freschi ricordi di quando era giocatore, e cosa gli piaceva e cosa non gli piaceva.Tutti gli vogliono bene, i tifosi lo adorano, la città  sta imparando a conoscerlo e al di là  di come andranno i playoff, di Alessandro Dal Canto possiamo augurarci una cosa sola: che resti a lungo sulla panchina biancoscudata. Che ci resti pure alle sue condizioni. Preciso: il mercato dovrà  suggerirlo lui. La squadra la dovrà  costruire lui. Gli uomini li scelga lui. Dobbiamo credere nel suo talento, nella sua forza, nel suo coraggio e nel suo destino. Dobbiamo credere negli allenatori che non si limitano a gestire un gruppo messo insieme da un'altra persona (il ds) ma allenatori moderni che utilizzano operatori di mercato per realizzare la propria squadra. Se crediamo a Dal Canto, crediamoci fino a fondo, e mettiamo il Padova nelle sue mani.La foto che abbiamo scelto oggi è la foto di un uomo che sta cambiando anima, sguardo, sensibilità . Un uomo che sta correndo verso una popolarità  fino a pochi mesi fa inaspettata. Guardate i suoi occhi adesso, guardateli nella bolgia di Torino: il pollice a dire ok, la sua posizione da inginocchiato che lo sta trasformando in un personaggio unico. In un comandante senza dubbi. Uno stratega attento e calmo. E guardate quello striscione: Padova ti amo. Padova che sta trovando se stessa e il suo cuore nella squadra di calcio. Padova che si stringe intorno a Dal Canto, il simbolo della rinascita di questa città . 

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