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Il Mattino: si respira aria pulita. E che risposta del pubblico!

Da Il Mattino, editoriale di Stefano Edel: «Combattiamo per la gloria, continua la nostra storia». Due striscioni stesi in Tribuna Fattori, all’inizio della partita, racchiudono il senso di ciò che rappresenta adesso Biancoscudati Padova, o,...

Redazione PadovaSport.TV

Da Il Mattino, editoriale di Stefano Edel:

«Combattiamo per la gloria, continua la nostra storia». Due striscioni stesi in Tribuna Fattori, all’inizio della partita, racchiudono il senso di ciò che rappresenta adesso Biancoscudati Padova, o, se volete, il nuovo Padova. Qualcosa più di una società e di una squadra di calcio, sebbene, a guardare quelle maglie bianche sull’erba dell’Euganeo, sembra che nulla sia cambiato rispetto a ieri e all’altroieri. Invece c’è tanto di diverso, e non solo per la differenza tra le categorie professionistiche e la serie D, che per tutti noi rappresenta una vera e propria incognita, dilettantismo a parte. Tremila spettatori paganti testimoniano una “verità” incontestabile: qui il calcio non muore, perché nel calcio una città come la nostra si riconosce, ne fa motivo di orgoglio, occasione di aggregazione, argomento di passione (e discussione). E se anche c’è stato chi ha “ucciso” il glorioso Biancoscudo, cancellandolo in un’estate infame con i suoi 104 anni di storia, niente e nessuno può impedire di credere che, dopo la morte, ci sia la resurrezione. Per questo il nuovo Padova è, ripetiamo, qualcosa in più di una società e di una squadra che rinascono sulle macerie dell’Acp 1910. Rappresenta la voglia di non mollare, “combattere” appunto per quei colori, violentati da avventurieri senza scrupoli e ora da riportare là dove meritano di essere collocati. “La nostra storia continua” scrivono gli ultras, più “fedelissimi” che mai (almeno 1.500 ieri). Come loro, anche noi siamo convinti della bontà della svolta imposta da Bergamin e Bonetto. Si respira un’altra aria allo stadio: pulita, fresca, sana. Merito di Parlato e dei suoi giocatori, certo, ma anche e soprattutto di una piazza che non volta le spalle ad uno dei suoi patrimoni. E la squadra di calcio cittadina, piaccia o no, lo è sempre stato, e sempre lo sarà. È andata bene la prima, e siamo contenti. Ma nulla è stato fatto, la strada è lunghissima e la concorrenza ben attrezzata. L’elemento aggiunto, tuttavia, è il pubblico. Da urlo. Tenetevelo da conto, cari dirigenti e giocatori, può essere fondamentale. P.S. Vogliamo sperare che i problemi registrati ieri alle biglietterie dello stadio siano dovuti solo alle difficoltà di un debutto non facile a livello organizzativo. Troppe code e tempi lunghissimi di attesa per avere i tagliandi. La dirigenza, ne siamo certi, avrà preso atto e rimedierà