A MENTE FREDDA | Padova-Avellino – Il bicchiere è mezzo pieno

Io vedo il bicchiere mezzo pieno!

Nel gioco del calcio dopo ogni partita pareggiata la domanda che non può mai mancare all'allenatore (e vi garantisco che ogni volta in sala stampa arriva ad entrambe i tecnici artefici di un pari) è: è un punto guadagnato o sono due persi?

È la solita ed infinita discussione di tutta la vita: bianco o nero? Luce od ombra? Bene o male? Bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno?

E non va riferito alla sola gara di martedì sera dove dopo un'ottima prima mezz'ora che definirei arrembante e quasi perfetta da parte dei biancoscudati è arrivato un finale di primo tempo con un paio di disattenzioni mortali che hanno subito rimesso la partita nei binari della parità. Il ragionamento va fatto guardando il percorso, perché in ogni gara oltre ai punti che prendi (cosa piuttosto importante) la successiva cosa che va considerata è la crescita, la possibilità che sia una lezione di vita (sportiva si intende) che si possa trasformare in un bagaglio che nella prossima occasione arricchirà la tua esperienza consentendoti di affrontare queste situazioni in maniera più adeguata.

Ecco ricordiamoci sempre da dove viene questa squadra, di cui 8/11 scesi in campo dal 1' con l'Avellino sono al loro primo anno in serie B.

E allora questi passaggi sono normali, quasi fisiologici, se ti insegnano qualcosa potrebbero paradossalmente diventare utili. Andreoletti a fine gara ha detto che il Padova oggi deve spingere perennemente sull'acceleratore per poter giocare al livello che questa categoria richiede.

Dato che non sarà possibile farlo per 90' per tutte le partite bisognerà imparare anche a soffrire, a gestire, una delle poche cose che è mancata martedì.

Ma se alla sesta giornata vi avessero detto che il problema del neoporomosso Padova (che ha fatto già 8 punti, dopo averne fatto appena uno nelle prime 3 gare) fosse quello di gestire il vantaggio durante le partite non vi sembrerebbe di guadare un bicchiere mezzo pieno?