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De Poli: “Non succede spesso che vada a prendere un giocatore di persona, l’ultima volta è stata con…”

Da Il Mattino, il direttore sportivo biancoscudato anticipa qualche dichiarazione sul nuovo arrivo

Redazione PadovaSport.TV

Tra i primi ad arrivare, l’ultimo ad uscire. Si presenta così Andrea Sbraga, il primo acquisto del mercato di riparazione del Padova. Dopo una lunga trattativa, che è sembrata più volte sul punto di sfumare, il blitz a Carrara del direttore sportivo Fabrizio De Poli ha regalato a Pillon il centrale difensivo che serviva. Ieri Sbraga ha conosciuto i nuovi compagni, oggi verrà presentato alle 12 nella sala-stampa dello stadio Euganeo e già domenica sarà pronto a scendere in campo contro la Reggiana, dopo aver scontato il turno di squalifica che aveva rimediato con i toscani. Classe 1992, nonostante la giovane età Sbraga ha già collezionato tre stagioni e mezzo da protagonista in Lega Pro, ed è uno dei difensori in rampa di lancio più interessanti della categoria. Fisico possente (192 centimetri per 85 chili) e una passione per i tatuaggi, è cresciuto nella capitale, militando nei settori giovanili di Atletico Roma e Lazio. Proprio con i biancocelesti ha collezionato sette panchine in Serie A, disputando anche la finale scudetto Primavera del 2012, vinta dall’Inter 3-2. Sbraga è stato accolto alla Guizza dall’amministratore delegato Roberto Bonetto, ha parlato a lungo con l’allenatore uscendo dallo spogliatoio e ha scherzato con l’amico Manuel Giandonato. Oggi, magari, nel corso della presentazione svelerà qualcosa in più sul viaggio di De Poli, che l’ha convinto ad accettare il Biancoscudo, liberandosi dalla Carrarese, visto che ufficialmente, come recita un comunicato apparso sul sito del club toscano, ha rescisso di comune accordo il contratto con la società. Lo stesso De Poli, che ieri (dopo aver accompagnato il nuovo acquisto alla Guizza) ha festeggiato con un pranzo assieme a moglie e figli il 58º compleanno, non si è voluto sbilanciare sulla sua... trasferta a Carrara. Di sicuro, ricostruendo gli ultimi giorni di trattativa, il direttore sportivo era molto preoccupato, non solo per la situazione dei toscani ma anche per il rilancio del Lecce sul giocatore. Partito alle prime luci dell’alba di venerdì, De Poli ha incontrato Sbraga e il liquidatore della Carrarese, ha tessuto con calma la sua tela per un giorno e mezzo, riuscendo a strappare il “sì” soltanto alle 12.30 di sabato. «Ci sarà tempo per parlare di questa vicenda, che voglio anche approfondire», ha spiegato ieri. «Teniamo a questo giocatore, al quale ho detto che l’unica volta in cui ero andato a trovare un calciatore che volevo comprare era stato per portare Stroppa al Genoa». Strategie. Adesso, per completare la rosa, manca solo un attaccante. Difficile che arrivi già questa settimana, più probabile la prossima, anche perché il Padova deve ancora decidere su quale profilo puntare. «Stiamo valutando diverse situazioni», conferma De Poli. «Ne discuteremo a breve in modo da trovare una strategìa definita. Vedremo anche che opportunità ci saranno. Già con Sbraga la società ha fatto uno sforzo economico, dimostrandosi attenta alle nostre esigenze e questo per me è molto gratificante». In parole povere, la dirigenza si convincerà ad aprire un po’ di più i cordoni della borsa anche per il centravanti? Da capire anche come si evolverà il “mercato” negli altri reparti. Pillon ha dimostrato di aver trovato il suo undici ideale, cosa che non era riuscita a Parlato, ma ad Alessandria ha effettuato solo un cambio a tempo già scaduto. Servono riserve più affidabili? De Poli nicchia, anche se, al momento, ha ancora due posti liberi in lista. «Anche l’Alessandria ha effettuato solo due sostituzioni. Le nostre strategìe non cambiano, se avremo l’opportunità di rinforzare veramente la rosa lo faremo, altrimenti no. Non voglio assolutamente dare all’allenatore un gruppo di 27 giocatori». Il Padova uscito imbattuto da Alessandria che impressione ha lasciato al ds? «Buona. Contro di noi c’era la squadra più forte del campionato, alla quale abbiamo tenuto testa. Siamo stati quadrati, crescendo pure nel finale, dimostrando di avere qualcosa più di loro dal punto di vista fisico. Unica pecca: potevamo sbagliare un po’ meno in fase di impostazione e ripartenza».

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