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I prossimi avversari del Padova: il Pavia di Fabio Brini

Alla scoperta del Pavia, avversario di domani dei biancoscudati

Tommaso Rocca

Dopo un avvio di campionato sotto le aspettative vista la squadra costruita in estate il Pavia di Xiadong Zhu, primo presidente cinese di una squadra italiana, ha deciso di cambiare. Non solo con il cambio in panchina dove Michele Marcolini a fine dicembre è stato sostituito da Fabio Brini (per una gara, vinta 2-0 a Pordenone andò in panchina Rossini), ma anche in campo visti i 10 acquisti del mercato invernale a fronte di 8 cessioni che hanno completamente rivoluzionato l'organico della squadra lombarda. Dopo la sconfitta interna con il Lumezzane (0-2) Marcolini fu esonerato con uno score di 6 vittorie, 5 pareggi e 4 sconfitte che in quel momento valevano al Pavia il sesto posto a 7 lunghezze dalla vetta a quota 23 punti. Troppo poco per Zhu che aveva costruito la squadra spendendo molto e aspettandosi di lottare per le primissime posizioni della classifica dopo che lo scorso anno, chiuso in terza posizione, la squadra fu eliminata al primo turno dei playoff dal Matera. Ecco allora arrivare Brini, ex portiere con qualche stagione in serie A (tra Ascoli e Udinese) ed esperto di promozioni in serie B, visto che in carriera ne ha ottenute ben quattro: due con l’Ancona e una con Salernitana e Carpi. Dal suo arrivo la squadra ha ripreso a carburare: 4 vittorie, 4 pareggi e una sola sconfitta, quella del gol prima annullato e poi convalidato di Iori al ‘90 contro il Cittadella al “Tombolato”. Numeri che ricordano quelli del Padova di Pillon e che hanno portato i pavesi a tornare a credere con convinzione nei playoff visto che oggi la formazione di Brini è quinta a un punto dal quarto posto dell’Alessandria e a quattro lunghezze dalla terza piazza occupata al momento dal Bassano. Brini schiera solitamente la sua squadra con un 4-4-2 ma ultimamente ha trovato nel 4-3-1-2 il modulo più adatto alle caratteristiche dei propri giocatori. In porta gioca il capitano Davide Facchin, nativo di San Donà di Piave che ha vestito anche la maglia del Padova scendendo in campo per 3 volte nel campionato di C1 2008/09 quando era il secondo di Cano. In difesa la squalifica del titolarissimo Malomo dovrebbe far propendere Brini a far giocare sulla destra Luca Ghiringhelli, ex Novara e Juve Stabia in serie B, con centrali Angelo Siniscalchi e Kastriot Dermaku, difensore albanese arrivato a gennaio in prestito dall’Empoli. Sulla sinistra un altro dei nuovi acquisti della finestra invernale di mercato: l’esperto Valerio Foglio, ex Vicenza in serie B e proveniente dal Mantova nonché autore del primo dei due gol con cui il Pavia ha battuto la Giana Erminio nell’ultimo turno. Il centrocampo a tre di Brini varia spesso a seconda dell’avversario e vista la squalifica del trequartista designato Cesarini, 10 gol in stagione e che all’andata fece ammattire la retroguardia del Padova, potrebbe anche trasformarsi in una mediana a quattro. Se invece il tecnico volesse mantenere il modulo che tanto bene sta rendendo nelle ultime gare il ruolo tra le linee potrebbe essere preso da Jacopo Manconi, talentuoso classe ’94 ex Novara con cui ha già esordito in serie B a 19 anni. Dietro a lui i tre mediani saranno probabilmente Alessandro Marchi, l’anno scorso alla Cremonese, il nuovo arrivo Rowen Muscat, nazionale maltese che ha affrontato anche l’Italia nelle ultime qualificazioni agli Europei, e Giuseppe Pirrone altro acquisto dell’ultimo mercato, arrivato dall’Ascoli ma alle prese con un infotunio che lo ha costretto ad uscire nell’ultima gara con la Giana. Al suo posto c’è la possibilità di vedere in campo dal primo minuto il padovano classe ’92 Federico Carraro, cresciuto nelle giovanili della Fiorentina. Davanti Brini si affida all’esperienza e al peso di Ferdinando Sforzini, sceso in Lega Pro a gennaio dalla serie B (giocava con l'Entella), e ad Andrea Ferretti, vice capocannoniere del girone a quota 11 reti. Tanto per capire la profondità della rosa pavese in panchina pronti a subentrare ci sono giocatori come il tuttofare Marco Cristini, il centrocampista ceco Kladrubsky, il croato Grbac e quel Paulo Dentello Azzi, ex Cittadella e molto vicino al Padova in estate, che ancora fa rimpiangere qualcuno all’ombra del Santo. Non sarà della partita invece Tommaso Bellazzini, altro ex Cittadella e autore del gol del raddoppio su rigore all’andata, che è infortunato e rientrerà a disposizione forse per il finale di stagione. Il Pavia ha speso molto, sia in estate che a gennaio, e non raggiungere l’obiettivo playoff sarebbe una vera e propria delusione per la città e per il presidente Zhu. Dall’arrivo di Brini dopo un periodo di assestamento la squadra ha cominciato a trovare i propri equilibri e questo è probabilmente il miglior momento dell’intera stagione per gli azzurri che arrivano da tre vittorie consecutive seppur con formazioni di bassa classifica (Pro Piacenza, Albinoleffe e Giana). Il potenziale offensivo del Pavia è certamente tra i più temibili del girone (quarto miglior attacco) ma la difesa non è stata sempre inappuntabile e il Padova potrebbe trovare diversi spazi per far male alla retroguardia lombarda. Quella di sabato all’Euganeo sarà certamente una gara diversa rispetto a quella del girone d’andata, una delle peggiori dell’intero campionato dei biancoscudati, non solo per la ritrovata solidità difensiva ma anche per la diversa maniera di approcciare alle partite che anche il Pavia con l’arrivo di Brini ha dimostrato. Entrambe cercheranno la vittoria per continuare a vedere da vicino i playoff e un pareggio, seppur non scontentando nessuno, potrebbe essere un risultato poco utile per entrambe le compagini, specialmente per il Padova che vincendo avrebbe la grande occasione di portarsi a un solo punto dalla formazione azzurra e lanciare con ancor più entusiasmo la volata finale verso i playoff.