Il cucchiaio di Radrezza è già leggenda. Ma che freddezza dal dischetto…

Da una parte il genio e la sregolatezza, dall'altra però una freddezza e una capacità di concentrazione altissime. Perchè per andare sul dischetto, nel match probabilmente più sentito dai tifosi, con la responsabilità di un gol fondamentale negli equilibri della gara stessa ma anche della classifica, e segnare beffando il portiere con il cucchiaio, le due qualità devono andare per forza a braccetto. Provate per un attimo a pensare a cosa sarebbe successo se il portiere fosse rimasto fermo sul tiro di Igor Radrezza, abbracciando senza troppi sforzi il pallone... Ecco, ora cancellate subito quell'immagine e continuate a "godere" dell'esultanza sotto la curva di questo folle numero 10.

Le pagine social si sono riempite in fretta, domenica sera, di cucchiai con l'effigie di Radrezza. Il sentimento dei tifosi avversari, siamo sicuri, è stato lo stesso di Confente che, dopo aver sfoderato interventi miracolosi, è stato battuto da un morbido pallonetto dagli 11 metri (chissà cos'ha pensato il compagno Bortolussi quando ha sentito sussurrare nell'orecchio: "Gli faccio il cucchiaio..."). Uno schiaffo per ogni portiere. Una specie di umiliazione. Ma il derby è anche questo, in campo, sportivamente parlando, vale tutto. Anzi, più si va sopra le righe più si rimane nella storia. E Igor Radrezza si è conquistato subito una bella pagina nel libro dei derby. Non solo, ha mandato un messaggio chiaro a tutta la piazza: vuole essere un simbolo, un trascinatore, un leader in questa stagione che può regalare ancora tante emozioni.

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