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Il Padova è maturo: colpisce e sa soffrire a Catanzaro

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Tutto in due minuti. Al Ceravolo il Padova (qui le pagelle ai biancoscudati) supera il Catanzaro 0-1, con una prova di coraggio e di sofferenza, di strenua resistenza e di furbizia. Astuti e abili a colpire nelle occasioni create, compatti e mai...
Pietro Zaja
Pietro Zaja Redattore, telecronista 

Tutto in due minuti. Al Ceravolo il Padova (qui le pagelle ai biancoscudati) supera il Catanzaro 0-1, con una prova di coraggio e di sofferenza, di strenua resistenza e di furbizia. Astuti e abili a colpire nelle occasioni create, compatti e mai disattenti dietro nella fase difensiva. I biancoscudati segnano il gol della vittoria al 32’ con Perrotta e poco dopo rischiano di subire il pareggio, ma un superlativo Fortin evita il peggio parando un calcio di rigore a Iemmello. Il Padova si è inserito alla grande nei meccanismi della Serie B e ci sta navigando a vele spiegate, con un chiaro obiettivo in testa e un sogno (ancora molto lontano e forse ancora sbiadito) nel cuore. La partita di ieri, però, resta un esempio della forza mentale di una squadra costruita a immagine e somiglianza del proprio allenatore, Matteo Andreoletti. Andiamo a analizzare, dunque, l’incontro di ieri, andato in scena al Ceravolo alle 19:30, tra Catanzaro e Padova.

Il primo tempo di Catanzaro-Padova

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Senza Alberto Aquilani in panchina, espulso, a dirigere la squadra di casa è il vice Cristian Agnelli, chiamato a guidare il flessibile e mobile 3-4-2-1 calabrese, trainato dalla fantasia di Cissé e Oudin sulla trequarti e dai gol del capitano Iemmello in attacco. Il Padova di Andreoletti, invece si sistema in campo con lo stesso schieramento di sempre. È dunque 3-5-2, con Fortin in porta e la solita difesa composta da Faedo, Sgarbi e Perrotta poco più avanti. In cabina di regia capitan Crisetig, affiancato dalle due instancabili mezzali Fusi e Varas. Ai loro lati Ghiglione, che sostituisce lo squalificato Capelli, e Barreca. Lì davanti Lasagna e Bortolussi.

A fare la partita nei primi minuti di gioco è il Catanzaro, che costruisce buone manovre senza però mai affondare davvero il colpo. Il Padova, quindi, è costretto a difendersi, abbassando gli esterni e stringendo il centrocampo. Anche se Ghiglione, rispetto a Barreca, può permettersi di restare leggermente più alto, perché Cissé a volte si sgancia per ricevere e smistare palloni. Mentre Barreca rimane più chiuso e abbassato. Cassandro, infatti, spinge molto e Oudin gioca dentro al campo. Meglio avere, dunque, un uomo in più nel mezzo. Quando attacca, invece, il Padova non si dispone più con il 4-2-4 che avevamo ormai imparato a conoscere a memoria, non snaturando così il 3-5-2 di riferimento, proprio come nell’ultima sfida di campionato persa 2-1 al San Nicola contro il Bari. Forse Andreoletti sta preferendo l'equilibrio e una densità maggiore nelle zone nevralgiche del campo. Il gioco, comunque, si sviluppa anche sulle fasce: Ghiglione e Barreca spingono, in particolar modo il sostituto di Capelli, mentre Fusi e Varas fanno legna in mezzo al campo, cercando di buttarsi dentro appena possibile. Il solito Crisetig, quando necessario, arretra nella linea dei tre difensori, per permettere ai due esterni di alzarsi e per impostare per primo il gioco con visione e sapienza. I due attaccanti, invece, fanno a sportellate e cercano anche la profondità, soprattutto Lasagna, che si abbassa anche spesso per ricevere la palla dai suoi compagni.

Ad avere le più nitide occasioni da rete è proprio Lasagna, che spesso si smarca dalla sorveglianza di Antonini e Brighenti, per allargarsi leggermente sulla sinistra e trovare il giusto corridoio per affondare. Ci prova al 20’, quando Antonini pasticcia regalando il pallone proprio a Lasagna, ma Pigliacelli cala il muro e respinge. Qualche minuto più tardi il Catanzaro prova a farsi sentire con la qualità del giovane Cissé, che salta ben quattro uomini sul centrosinistra e serve Iemmello, che svirgola e calcia male. I giallorossi sono anche sfortunati, perché Verrengia s'infortuna e al 28’ viene sostituito da Di Chiara, espertissimo giocatore di categoria. Ma è il Padova che aumenta i giri del motore alla mezz’ora, creandosi una doppia chance incredibile e segnando poi la rete del vantaggio. Sfruttando i pertugi lasciati aperti dalla difesa di casa, Fusi s’inserisce in area e con il mancino impegna Pigliacelli. La palla carambola su Lasagna, che scarica con il piede forte, ancora una volta, però, addosso al portiere avversario. È corner, Barreca spedisce in area e Perrotta schiaccia indisturbato con la testa, centra il palo interno e poi esulta. La palla è in rete. Smarcatosi dal controllo di un difensore del Catanzaro, Perrotta insacca lo 0-1.

A questo punto il Catanzaro reagisce d’orgoglio e si getta subito all’attacco e al 34’ si guadagna un generoso penalty concesso dall’arbitro. Faedo “stende” Pontisso in area, ma Fortin neutralizza in tuffo la conclusione dagli undici metri di Iemmello, facendo esultare i suoi in un abbraccio di squadra che simboleggia l’unità di un gruppo sano e ben gestito. Certo, questa situazione si poteva evitare. Ha un po’ ricordato il primo gol subito dall’Avellino. All'Euganeo il Padova aveva appena siglato il 2-0, ma subito dopo, forse a causa di un lieve abbassamento dell’attenzione, ha preso gol. Nel giro di 1’. Questa volta in 2’, ma siamo lì. Serve più attenzione quando si passa in vantaggio, perché in un attimo, in Serie B, può capitare davvero di tutto. Il Catanzaro, attutito il colpo del rigore sbagliato, continua a giocare, il Padova a ripartire. Varas fa ammonire Cassandro scappando sulla sinistra, mentre nel finale di frazione Lasagna si divora di nuovo il gol. Sempre dalla stessa posizione sulla sinistra dentro l’area di rigore, ancora di mancino. Questa volta stroncato da una scivolata di Pontisso, provvidenziale. Ma non è finita, perché il Catanzaro si affida alla fantasia di Cissè per premere fino all’ultimo: il giocatorino arrivato in prestito dal Verona la crossa dentro per Iemmello, che di testa impatta indirizzando centrale, costringendo Fortin solo a bloccare la sfera che si ritrova sul petto. Anche Pontisso viene ammonito nel recupero di 3’ di un primo tempo combattuto, ma poco sofferto dal Padova in quanto a occasioni subite.

Il secondo tempo del Ceravolo

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Nella ripresa il Catanzaro, che non ha ancora vinto in campionato, si gioca la carta del doppio centravanti fin da subito. Agnelli toglie quindi Oudin e Pontisso per Rispoli e Pittarello, affidandosi quindi a un 3-5-2, con Pittarello e Iemmello in attacco e le due mezzali offensive Rispoli e Cissé ben più avanzate rispetto all’unico centrocampista di ruolo Petriccione, che fa da schermo davanti alla difesa e da creatore di gioco nelle prime fasi delle azioni offensive. Anche Brighenti viene ammonito per un fallo su Varas, lottatore assoluto in mezzo al campo, in un secondo tempo che parte come il primo. È il Catanzaro a condurre le operazioni. Ma questa volta lo fa per tutta la frazione. Il Padova, infatti, si chiude e prova a ripartire in velocità, con qualche difficoltà. Anche perché i padroni di casa hanno molti giocatori offensivi in campo e vanno tenuti d’occhio. Con il passare dei minuti la partita si fa più ruvida, Fusi viene ammonito al 57’ e subito sostituito da Harder, che si posiziona sul centro-destra del centrocampo. Assieme a Fusi esce anche Lasagna, bravo a crearsi tre occasioni da gol, ma poco lucido e incisivo nel momento della realizzazione. Al suo posto Buonaiuto, che è il primo del triangolo difensivo (1-3-5) quando la squadra si arrocca nella propria metà campo. Più avanzato rimane il solo Bortolussi, poco coinvolto nelle manovre di gioco rispetto alle precedenti sfide, ma chiamato a un lavoro sporco di notevole importanza.

Agnelli, però, pesca ancora dalla panchina e sostituisce Cassandro, ammonito, con Nuamah. Un altro cambio d’attacco, che porta Favasuli ad agire sulla destra in un 3-5-2 a trazione davvero offensiva. Al 68’ ecco la prima chance della ripresa: Di Chiara crossa in area dalla sinistra, Iemmello stacca di testa svettando su Perrotta, ma la palla termina fuori. Poco dopo viene ammonito anche Andreoletti, sempre in movimento ed esigente con i suoi giocatori in campo, che decide al 70’ di sostituire anche il metronomo Crisetig con Di Maggio (questa volta Andreoletti effettua solo tre sostituzioni, cosa che non era mai successa finora in Serie B). A questo punto il principe azzurro Harder si abbassa in regia, con Di Maggio che si sposta sul centro-destra. Il Padova continua a difendersi con le unghie e con i denti dagli attacchi del Catanzaro e ne sono una prova anche le ammonizioni di Buonaiuto (un po’ regalata) e di Sgarbi. L'ex Cosenza, però, concede un fallo dal limite dopo aver steso Rispoli che stava sgusciando via con la sua qualità. Una ghiotta opportunità, sprecata da Cissé che centra in pieno la barriera dal punto di battuta del piazzato. Il Padova riesce a ripartire davvero solo in un’occasione, con i suoi giocatori più freschi. Al 77’ Di Maggio serve in area Buonaiuto, che prova la sforbiciata, parata da Pigliacelli. Questo l'unico acuto patavino in un secondo tempo di sofferenza.

Negli ultimi minuti, infine, Agnelli si gioca il tutto per tutto e inserisce anche D’Alessandro in campo, al posto di Favasuli. I biancoscudati soffrono, reggono anche in pieno recupero grazie a Fortin, abile ancora a parare su una conclusione da fuori di Cissé, ma alla fine possono esultare. Catanzaro-Padova 0-1. La vittoria è conquistata. E i tre punti se ne vanno a Padova, allungando un percorso di crescita e di maturazione costante. Quando il Padova crolla ha la forza mentale di rialzarsi, con le idee, con la consapevolezza e con l'accortezza di un allenatore giovanissimo che pare un veterano della categoria. 11 punti in classifica, undicesimo posto a +6 dalla zona retrocessione. È la strada giusta, ma questo lo diciamo da un po’ di tempo.