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Il Padova non è solo equilibrato: è anche audace! Così Andreoletti ha ripreso il Cesena

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Quando tutto pareva ormai deciso, ecco che il vecchio cuore biancoscudato ha preso il sopravvento. Con un po’ di fortuna. Gli episodi favorevoli, come il cross di Crisetig pizzicato da Varas ed entrato in porta dopo aver sbattuto sul palo al...
Pietro Zaja
Pietro Zaja Redattore, telecronista 

Quando tutto pareva ormai deciso, ecco che il vecchio cuore biancoscudato ha preso il sopravvento. Con un po' di fortuna. Gli episodi favorevoli, come il cross di Crisetig pizzicato da Varas ed entrato in porta dopo aver sbattuto sul palo al 93', vanno però ricercati con l'atteggiamento corretto, che il Padova non ha mai fatto mancare, se non nella dolorosa trasferta di Mantova. Fortuna audaces iuvat: la fortuna aiuta gli audaci. Lo dicevano i romani e lo hanno provato ieri sulla propria pelle i giocatori padovani, che, grazie alla loro audacia e a un'altra prova matura, equilibrata e di carattere contro la terza forza del campionato, un Cesena che fa dell'intensità la sua arma migliore, non sono rimasti a bocca asciutta in un pomeriggio che si era complicato notevolmente. L'atteggiamento propositivo del Padova, infatti, è stato poi premiato negli ultimi istanti di partita, con un gol che ha evitato la terza sconfitta della stagione all'Euganeo (dopo Venezia e Frosinone). La formazione di Matteo Andreoletti è, come al solito, rimasta in partita per tutti i 90', non sbandando dopo la meraviglia a un quarto d'ora dalla fine di Adamo. Ma anzi, ha trovato le forze per reagire e strappare un punto (1-1 il risultato finale) che in futuro potrà fare la differenza. Se non si può vincere, sempre meglio non perdere e muovere la classifica. Da migliorare, invece, il rendimento casalingo. Di fronte ai propri tifosi, i biancoscudati hanno collezionato solo 7 punti (contro gli 11 in trasferta), lo stesso bottino di Südtirol e Pescara. Peggio ha fatto solo lo Spezia con 6 punti totalizzati al Picco. Ma entriamo nel cuore della partita tra Padova e Cesena: la nostra analisi.

Le scelte tattiche di Matteo Andreoletti per Padova-Cesena

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Con l'infermeria ancora piena (out Bacci, Pastina, Silva, Lasagna, Boi e Di Maggio) e Perrotta squalificato, Andreoletti, per la partita del suo Padova (leggi qui le ultime news di mercato) contro il Cesena di Michele Mignani, recupera soltanto Varas, l'uomo che alla fine risulterà determinante in un incontro approcciato tatticamente sempre con la stesso strategia, ormai marchio di fabbrica. Il 3-5-2 di partenza, infatti, si compatta in un 5-3-2 quando la squadra si difende, mentre si snatura in un 4-2-4 quand'è ora di attaccare. E così, davanti a Sorrentino, ancora una volta preferito a Fortin (ne parleremo nei prossimi giorni), Faedo, Sgarbi e Villa scivolano a destra, lasciando a sinistra lo spazio a Barreca di arretrare per comporre una linea a quattro. Davanti a loro, Fusi e Crisetig ad impostare. Mentre larghi sulle fasce, a supporto del tandem offensivo Buonaiuto-Bortolussi, ci sono Ghiglione a destra (preferito a Capelli) e Harder a sinistra. A tratti, però, il solito 4-2-4 pare un 4-2-3-1, per la posizione mobile di Buonaiuto, che tende ad abbassarsi per legare il gioco tra i reparti e per provare a imbucare per i suoi compagni che agiscono da ali (Ghiglione e il Principe AzzurroHarder). Non succede spesso, però, perché l'ex Cremonese, sempre tenuto a bada dai giocatori del Cesena, è costretto a giocare molto spalle alla porta. Questo perché le due squadre non lasciano molti spazi, coprono bene il campo, e non permettono di creare un'elevata superiorità numerica in fase offensiva. Insomma, la partita non è facile. Sono così le individualità che possono fare la differenza. Come la velocità di Ciervo o la qualità sopraffina del PapuGomez, subentrato nel secondo tempo.

Il primo tempo della sfida dell'Euganeo

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Il Padova approccia bene l'incontro, nonostante la protesta degli ultras nei primi 20' di gioco. Un'assenza di cori che questa volta, rispetto all'ultima gara all'Euganeo contro il Venezia (0-2), i giocatori riescono a gestire. Se con i lagunari il silenzio assordante dello stadio sembrava aver un po' intimorito i ragazzi di Andreoletti, con il Cesena l'effetto è quasi opposto. I biancoscudati, infatti, premono fin da subito sull'acceleratore, senza paura, asfissiando spesso con una pressione alta gli avversari, un po' in difficoltà nei primi 15'. Poi Ciervo prende le giuste misure e inizia a sgasare sulla destra, creando varchi per i primi affondi romagnoli e costringendo il Padova a chiudersi con più prudenza. Al 20', l'ex Roma prima serve Olivieri e sulla ribattuta di Sorrentino centra il palo, poi duetta nuovamente con l'ex Triestina che non riesce a insaccare. Nel mezzo, una punizione a lato di Castagnetti. Poco prima del rush del Cesena, era stato invece il Padova a rendersi pericoloso con una botta finita alta di Bortolussi. Gli spazi non sono molti, le occasioni nascono da dei guizzi, come quelli del pimpante Ciervo, che riesce a scappare alla marcatura a uomo dei biancoscudati. Anche il Cesena controlla quasi a uomo i giocatori di casa, tanto che Bortolussi fa ammonire il suo pedinatore Mangraviti. Poi, al 32', Frabotta (ex compagno di Ronaldo alla Juve) serve ancora l'accorrente Ciervo che spedisce sui led pubblicitari. Se non fosse stato per la verve di quest'ultimo, il primo tempo non avrebbe divertito più di tanto. Merito delle due squadre, capaci di controllarsi e quasi annullarsi a vicenda, se non con delle conclusioni da fuori o con iniziative personali e fulminee per spezzare gli equilibri creati.

La ripresa di Padova-Cesena e le due reti di Adamo e Varas

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Ammonito a fine primo tempo, Andreoletti sceglie di sostituire all'intervallo Harder con Capelli (nessuna bocciatura per il principino, come spiegato dallo stesso tecnico dopo la gara). Il jolly del Padova si va così a sistemare a sinistra, per cercare di non dare più punti di riferimento a un Cesena che aveva preso le misure nel primo tempo. L'undici patavino, però, fatica a colpire. Così, al 57', entra pure il PapuGomez, al posto di Buonaiuto. L'argentino avrebbe il compito di giocare al fianco di Capelli sulla trequarti, ma di fatto fa il tuttocampista, soprattutto con l'avanzare dei minuti e dopo il vantaggio del Cesena, che spezza l'equilibrio con una perla di Adamo (erroraccio di Barreca a centrocampo e regalone per la ripartenza avversaria). Un gol bellissimo, sotto il sette, che fa infuriare però il Padova, già tremante al 66' dopo il tap-in sbagliato di Blesa sotto porta. Nell'ultimo quarto d'ora, così, i biancoscudati si gettano all'arrembaggio, rinforzati con la freschezza di Favale, Seghetti e Varas. Trainato dalle geometrie del Papu, il Padova riesce a schiacciare il Cesena nella propria area e in pieno recupero, con un colpo fortunato e cercato, a trovare il pari. Crisetig pennella in area dalla destra, Varas pizzica, la palla si schianta sul palo e entra poi in porta alle spalle di Klinsmann. Nella ripresa gli schemi saltano e la squadra si getta in avanti alla ricerca di un episodio propizio, che arriva. La fortuna aiuta gli audaci padovani. Esulta l'Euganeo, che si era anche visto annullare giustamente un calcio di rigore che Fusi aveva provato un po' furbamente a guadagnarsi. Alla fine è 1-1 e va benissimo così.

Prima l'equilibrio, poi il cuore

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Prima equilibrato come sempre richiede Andreoletti. Poi libero dai principali dettami tattici per cercare di riprendere il punteggio. Dopo il gol di Adamo, il Padova ha sempre meno seguito gli schemi preparati dall'allenatore, affidandosi alle qualità dei singoli che erano in campo. Com'è giusto che sia in svantaggio di una rete. Per 75' i biancoscudati hanno tenuto testa al forte Cesena, con l'atteggiamento corretto e con un equilibrio tattico che ormai è un punto di forza. Poi, però, colpiti con una botta incredibile dalla distanza, i patavini si sono lasciati trascinare dal cuore e dalle giocate dei calciatori più fantasiosi. Con una forza d'animo degna dei migliori gruppi, ci sono riusciti. E alla fine sono usciti dal campo con due convinzioni ancora ben più radicate. Uno: se equilibrato, il Padova può tenere testa a chiunque, senza per forza dover dominare. Solo degli errori o delle grandi giocate degli avversari possono creare davvero grossi pericoli. Due: quando è necessario improvvisare e mostrare gli attributi nelle difficoltà, il Padova sa farlo. E anche alla grande!