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Il Padova scaccia i fantasmi e batte il Pescara: l’equilibrio è la chiave di tutto

Pescara-Padova
Il Padova vince la partita che doveva vincere (di certo non quella con il Venezia di Giovanni Stroppa), stringe i denti soffrendo e lottando su ogni pallone e se ne torna a casa da Pescara più felice che mai. Tre punti d’oro, che permettono...
Pietro Zaja
Pietro Zaja Redattore, telecronista 

Il Padova vince la partita che doveva vincere (di certo non quella con il Venezia di Giovanni Stroppa), stringe i denti soffrendo e lottando su ogni pallone e se ne torna a casa da Pescara più felice che mai. Tre punti d'oro, che permettono alla squadra di Matteo Andreoletti di issarsi al 12esimo posto in classifica. A +4 dalla zona playout e a +7 dalla zona retrocessione. E di preparare, così, la prossima sfida al forte Cesena di Michele Mignani con più serenità e fiducia nei propri mezzi. La vittoria mancava dalla trasferta contro il Catanzaro di Alberto Aquilani e con lo stesso risultato di 0-1 è maturato il quarto successo della stagione. La formazione biancoscudata, dilaniata dagli infortuni, ha ritrovato quella concretezza, sia in fase offensiva che difensiva, che ha contraddistinto il primo scorcio di campionato e che ha permesso di navigare praticamente sempre in zone tranquille della graduatoria. L'equilibrio tanto ricercato dall'allenatore sta facendo la differenza davvero. Anche nella gara di ieri dell'Adriatico. Andiamo a analizzare, dunque, il match tra Pescara e Padova (leggi qui le pagelle biancoscudate), terminato 0-1 grazie alla rete al 57' di Faedo, alla prima gioia in Serie B.

Le scelte tattiche di Matteo Andreoletti per Pescara-Padova

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Con gli uomini contati, Andreoletti continua a non snaturare la proposta di gioco sin qui utilizzata e l'idea tattica ormai consolidata da inizio campionato. A variare, questa volta, è solo il portiere. Fortin siede dunque in panchina, mentre Sorrentino si guadagna la seconda titolarità della stagione, dopo la prova d'amministrazione con il Südtirol di Fabrizio Castori (1-1 il risultato) qualche settimana fa all'Euganeo. Davanti all'ex Monza il solito terzetto difensivo composto da Faedo, Sgarbi e Perrotta, con i consueti uomini di fascia Capelli e Barreca larghi nel centrocampo a cinque di partenza. In cabina di regia si rivede capitan Crisetig, partito dalla panchina contro il Venezia, coadiuvato dalle due mezzali Fusi e Harder. Lì davanti, al fianco di Bortolussi, la spunta ancora il brevilineo Seghetti su Buonaiuto. La strategia di gioco è sempre la stessa, ovvero quella di aprirsi in ampiezza in un 4-4-2 in fase di costruzione (per permettere ai giocatori di trovare gli spazi per inserirsi), per poi invece chiudersi con un 5-3-2 quand'è ora di ripiegare e difendere la propria porta.

E così, quando il Padova ha la sfera, il trio arretrato scivola a destra, con Faedo che fa il terzino, mentre Barreca si abbassa creando così una prima linea a quattro. Fusi e Crisetig smistano i palloni nel mezzo e formano un'autentica diga difensiva, mentre Capelli e Harder si aprono a fare le ali, il primo a destra e il secondo a sinistra. Una posizione di campo inedita per il Principe Azzurro, che però riesce a dire la sua accentrandosi spesso. In attacco rimangono Bortolussi e Seghetti, che provano a creare spazi, a accorciare e a attaccare la profondità, per fornire più soluzioni ai compagni incaricati di lanciarli e per non dare troppi punti di riferimento alla retroguardia del Pescara. La formazione di Giorgio Gorgone si sistema in campo quasi come quella patavina (3-4-2-1), a eccezione del tridente di peso (Di Nardo-Tsadjout-Tonin), che spesso riesce a trovare gli spazi giusti per colpire soprattutto in contropiede.

L'equilibrio è la chiave per raggiungere la salvezza

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Equilibrio. Equilibrio. E ancora equilibrio. In campo. Ma anche nella testa. Andreoletti lo ripete ai suoi giocatori come fosse un mantra. Per raggiungere la salvezza, obiettivo primario della stagione, il Padova non deve soltanto cercare di segnare più reti degli avversari, ma deve sempre, in ogni situazione di gioco, mantenere il proprio assetto il più equilibrato possibile. Quindi, non farsi trovare impreparato nelle ripartenze avversarie, sbilanciato o scoperto. Ma allo stesso tempo, deve saper portare gli uomini giusti in area per affondare il colpo e segnare quando attacca. Mentre nella testa, non deve abbattersi quando il risultato è negativo, ma neanche galvanizzarsi eccessivamente quand'è positivo. Servono equilibrio, lucidità e concentrazione in questa categoria. Su questo batte l'allenatore, che finora ha quasi sempre avuto ragione (tranne nella trasferta di Mantova, dove la squadra ha faticato più mentalmente che tecnicamente). E ieri pomeriggio all'Adriatico di Pescara il Padova è stato equilibrato. Sempre sul pezzo e concentrata, la formazione patavina ha creato e ha saputo subire, senza mai sbandare. Grazie anche agli interventi di Sorrentino, sempre pronto nei momenti di necessità. D'altronde questo deve fare.

Chi si sarebbe aspettato questo Faedo?

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Carlo Faedo sta diventando un pilastro del Padova e contro il Pescara ne ha dato ampia dimostrazione. Ancora una volta. A causa di qualche acciacco fisico di troppo di Belli, l'ex Virtus Verona si è preso il posto da titolare nel ruolo di braccetto destro della difesa a tre a inizio stagione, adattandosi camaleonticamente a ogni richiesta tattica dell'allenatore. Andreoletti, infatti, lo muove un po' ovunque, molto più di Perrotta, suo collega che gioca a sinistra. Faedo si sgancia dalla retroguardia per inserirsi sia centralmente che lateralmente, si sovrappone a Capelli quando quest'ultimo entra nel mezzo, gioca da terzino nell'impostazione con il 4-2-4, e in caso di necessità si sposta pure a tutta fascia... Un autentico tuttofare. E la sensazione è che gli spazi più ampi e la maggiore qualità dei campi di Serie B, rispetto a quelli della categoria inferiore, non facciano altro che esaltare le doti tecniche e fisiche di un difensore che sa giocare in proiezione offensiva, ma che si fa trovare quasi sempre pronto anche in ripiegamento. Il gol di ieri è solo la ciliegina sulla torta. Sembrava in partenza in estate. Pareva non adatto alla categoria. Ha smentito tutti. Complimenti sinceri.

Gioca Sorrentino: bocciatura per Fortin in Pescara-Padova?

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Ma quale bocciatura... Andreoletti è stato chiaro, chiarissimo. E lo abbiamo spiegato anche noi in un approfondimento dedicato. Sorrentino e Fortin sono due portieri completamente differenti, sia fisicamente che tecnicamente. Il primo è forse più completo, nelle uscite e con i piedi. Mentre il secondo è decisamente più reattivo, istintivo e rapido in tuffo. Anche se in alcune situazioni, come nei cross o nella gestione della palla a terra, può crescere ancora molto. Disponendo di due estremi difensori diversi, dunque, l'allenatore può scegliere di partita in partita a chi affidarsi, in base alle caratteristiche degli avversari e alla strategia pensata in settimana. Non pensiamo si tratti, quindi, di una bocciatura per Fortin, ma di una alternanza basata esclusivamente sui piani gara del mister. Andreoletti non lascia mai nulla al caso, neanche il ruolo del portiere, che può risultare decisivo non solo con le parate.