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Il Padova può festeggiare meritatamente la prima vittoria stagionale (qui le nostre pagelle ai biancoscudati). Senza esagerare, però, perché il campionato è ancora molto lungo e tortuoso. Sta iniziando a impararlo anche il tecnico Matteo Andreoletti, che ieri sera ha sconfitto il quasi coetaneo Andrea Chiappella, alla guida della Virtus Entella, per 2-1. Una prima vittoria in Serie B che vale doppio. I liguri, infatti, non perdevano addirittura dal settembre 2024. Un’eternità, che ha portato l’Entella a vincere l’anno scorso il Girone B di Serie C e a sbancare, tra l’altro, l’Euganeo in Supercoppa per 1-0. Fino ad un inizio da imbattuta in questa stagione. Complimenti a loro, ma anche e soprattutto ai biancoscudati, che non hanno solo eseguito alla perfezione l’idea tattica del mister. I guerrieri bianchi e rossi, armati di uno scudo “quasi” imperforabile e di armi d’assalto affilate e taglienti, hanno sprigionato tutto il loro coraggio e la voglia di strappare con forza un primo successo che deve segnare un nuovo inizio. L’adattamento alla Serie B si è completato con la giusta vendetta sull'Entella: un trofeo, infatti, è pur sempre un trofeo e quel ko nel finale della scorsa stagione di C ha fatto rosicare, nonostante la perfetta stagione disputata. Ma andiamo ad analizzare nel dettaglio la prestazione del Padova contro la Virtus Entella. Proviamo ad entrare nel dettaglio della sfida di ieri, anche sul piano tecnico-tattico.
Pochi dubbi alla vigilia. Come previsto, Andreoletti non cambia molto rispetto alla sconfitta rimediata contro il Frosinone (0-1). In porta c’è Fortin, protetto dal terzetto Faedo-Sgarbi-Perrotta, con Crisetig in mediana, il rientrante Fusi e Varas da mezzali e Capelli e Barreca larghi sulle fasce. In attacco, confermato il tandem pesante composto da Lasagna e Bortolussi. Sulla carta un 3-5-2, che si rivela però mutevole e flessibile in fase d’attacco. Quando i giocatori di casa hanno la sfera tra i piedi, infatti, la conformazione della squadra si trasforma, con ordine e armonia. Il Padova costruisce a quattro dietro, con Barreca che rimane più bloccato a sinistra e Faedo che si apre a destra. Sgarbi e Perrotta restano al centro. A impostare il gioco sono Crisetig e Fusi, con Varas che si allarga molto a sinistra, quasi in linea con i due centravanti Bortolussi e Lasagna, e con Capelli che fa lo stesso dalla parte opposta. Quando ad attaccare, invece, è l’Entella, la squadra si rifugia nella propria metà campo con il consueto 5-3-2. Capelli e Barreca si spendono in copertura, il terzetto arretrato si stringe e Varas rientra in linea con Crisetig e Fusi. Lasagna e Bortolussi, invece, si staccano dal resto della squadra, divisa letteralmente in due blocchi.
I due attaccanti, infatti, hanno il compito di limitare gli inserimenti dei difensori centrali avversari (Parodi, Tiritiello e Marconi), permettendo così al blocco basso biancoscudato di concentrarsi esclusivamente sui giocatori più offensivi e di ripartire, poi, sfruttando il vuoto creato al centro del terreno di gioco dal lavoro dei due bomber. Spazio che, come vedremo, poteva essere forse occupato meglio, per pungere con più imprevedibilità. Ma il gioco del Padova si sviluppa maggiormente sulle catene esterne, che spingono a tutta furia dall’inizio alla fine. Tan, tan, tan… Barreca e Varas a sinistra, Faedo e Capelli a destra. A creare la prima occasione da rete non è però un esterno, ma un incursore, Fusi, rimasto più basso del solito nell’arco di tutta la partita. Tranne al 9’, quando recupera al limite, s’incunea in area, ma con il mancino spreca tutto, colpendo l’esterno della rete. Uno dei suoi pochi acuti offensivi, perché, come detto, il gioco del Padova, questa volta, si sviluppa in maniera diversa. Con efficacia sulle corsie, tanto che Barreca in un paio di occasioni arriva a silurare la porta di Colombi dalla sinistra, mentre Capelli, a fine frazione e dopo il gol del vantaggio avversario, serve Bortolussi in area che segna il pareggio poi annullato dal Var.
Ma se lo spazio lasciato libero in mezzo al campo di cui parlavamo prima fosse stato occupato con più fantasia, forse, si sarebbero trovate più soluzioni. Non obbligando uno dei centravanti a giocare troppo spalle alla porta e permettendo al fantasista (Papu, Silva, Buonaiuto, Seghetti?) di caricarsi sulle spalle le decisioni di smistamento nella metà campo avversaria. Se Andreoletti, però, ha deciso di affidarsi a questo schieramento e a questo piano, un motivo ci sarà: e alla fine ha avuto ragione. Le scelte di formazione, infatti, non dipendono soltanto dai giocatori che si ha a disposizione, ma da moltissimi altri fattori che incidono sulle dinamiche che poi portano alla definizione dell'undici titolare. Dalla parte opposta del campo, invece, l’Entella segue la sua strategia e riesce a controllare il Padova. Anche Chiappella, infatti, si affida al 3-5-2, che in fase difensiva diventa un 5-3-2 e in fase offensiva e di costruzione diventa… lo stesso schieramento del Padova… Di Mario si abbassa a sinistra, Parodi si apre a destra e Bariti si alza e allarga davanti a lui, Franzoni sale in linea con Debenedetti e Fumagalli si sposta a sinistra, per poi accentrarsi con l’avanzamento della squadra. Ma la costruzione è la stessa. La convinzione, forse, è anche maggiore rispetto a quella patavina. Almeno nel primo tempo.
E infatti, nonostante una sola occasione (una botta da fuori di Di Mario terminata alta), l’Entella passa in vantaggio al 45’. Fa tutto Karic, che si accentra, evita gli interventi di Fusi e Capelli e poi insacca sul palo di Fortin, non esente da colpe. Poteva fare meglio. Il Padova, a questo punto, reagisce e accorcia subito le distanze con un bello schema da calcio piazzato (da riproporre). Fusi pesca la testa di Perrotta a sinistra, il quale fa da sponda per gli attaccanti, che, però, non arrivano all’impatto. Ma la difesa di Chiappella pasticcia e regala la palla a Capelli, che indirizza verso la porta trovando il lesto Bortolussi, che spinge in gol. Il Var, però, annulla tutto: è fuorigioco. La squadra rientra negli spogliatoi con l’umore a terra, ma nel secondo tempo tira fuori il meglio di sé e vince l’incontro.
La ripresa si apre con la decisiva ammonizione di Tiritiello, che tampona un immenso Bortolussi, chiamato a un lavoro di sacrificio enorme, per l’ennesima volta. È così calcio di punizione: Crisetig calcia dal limite, ma la palla vola alta. Il Padova è però entrato in campo con il giusto spirito, battagliero. Poco dopo Barreca crossa in mezzo per Bortolussi, che trova una via di mezzo tra una sponda e un tiro, impensierendo però Colombi, costretto a tuffarsi e a deviare in corner. Al 51’, invece, un ingenuo Tiritiello rimedia il secondo giallo per un fallo in area su Sgarbi e regala al Padova un penalty, che Bortolussi, glaciale, non sbaglia, pareggiando il risultato. Ora con un uomo in meno, per Chiappella si fa dura. L’ex tecnico della Giana decide di ricorrere a un triplo cambio. Escono Karic, Bariti e Fumagalli per Moretti, Mezzoni e Guiu Villanova (che a fine partita si romperà la clavicola).
Ora l’Entella va ridisegnata in mezzo al campo: 5-3-1 in fase difensiva, con Mezzoni, Parodi, Moretti, Marconi e Di Mario dietro. A centrocampo Franzoni, Nichetti e Guiu Villanova, con Debenedetti lì davanti a fare a spallate con la retroguardia padovana. A questo punto, Andreoletti fiuta la ghiotta opportunità e pesca dalla panchina Silva, che rileva Crisetig. Con più fantasia a destra, il Padova è più imprevedibile. Adesso, con Capelli slittato a sinistra e il brasiliano a destra, infatti, le fasce possono giocare con più semplicità verso il centro del campo, mantenendo lo stesso 4-2-4 in costruzione, ma passando a un 4-3-1-2 in copertura (Silva fa la mezzala destra, Faedo il terzino destro e Capelli agisce dietro alle due punte). Una soluzione che dura solo qualche minuto, perché è con l’inserimento di Harder per uno stremato Fusi che la partita prende una piega differente. Il principe azzurro, infatti, trascina i suoi compagni con la sua appassionante voglia di incidere. Ricevendo un passaggio orizzontale sulla trequarti da Capelli e aggiustandosi con il destro una conclusione perfetta, Harder trafigge il portiere dell'Entella Colombi e i cuori dei tifosi del Padova, scaldati da un infuso di pura passione e ammirazione per un ragazzo giovanissimo, ma talentuosissimo (quanto gasa Jonas Harder?).
Il Padova, quindi, conduce 2-1 e gli avversari cambiano ancora. Fuori Debenedetti e dentro Ankeye. Fa lo stesso anche Andreoletti, che inserisce sul terreno di gioco Villa e Favale per Capelli e Barreca, stravolgendo nuovamente l’assetto tattico della squadra. Favale va a prendere la naturale posizione di Barreca, mentre Villa si sistema sul centrodestra della difesa a tre, con Faedo che passa a giocare a tutta fascia e Silva che si sposta nel ruolo di mezzala destra, con Varas in regia e Harder alla sua sinistra. Curioso che il tecnico patavino abbia nuovamente effettuato solo quattro sostituzioni (come con il Frosinone) e non cinque. Cosa che fa poco dopo Chiappella, togliendo il difensore Marconi per il centrocampista Dalla Vecchia. Giustamente l’Entella si gioca il tutto per tutto e in dieci contro undici trova il suo equilibrio, mettendo in difficoltà in un paio di occasioni un Padova più prudente, ma comunque pericoloso. E così, dopo un recupero stile Mondiali in Qatar di 9’ e allungato fino allo sfinimento, il triplice fischio di Galipò sancisce la fine dell’incontro. Il Padova sconfigge la Virtus Entella e si aggiudica i suoi primi tre punti della stagione. Giusto festeggiare, ma con moderazione: sabato si va a Monza, a casa dell’ex Delli Carri.
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