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Il Padova si regala un Natale a 22 punti (+8 sulla zona retrocessione), pareggia con la Sampdoria di Gregucci e Foti e mantiene le distanze da Spezia e proprio blucerchiati, fermi a 14 punti, sopra di una lunghezza al Pescara. I biancoscudati hanno chiuso il proprio 2025 all'Euganeo con un pari per 1-1 che ha esaltato molte delle qualità della formazione di Matteo Andreoletti. Il carattere, la voglia di reagire alle difficoltà e la forza di un gruppo sano, che rema dalla stessa parte con tutti i suoi interpreti. Ieri pomeriggio i giocatori, inoltre, sono stati trascinati da un pubblico che ha dato il meglio di sé, finalmente libero di controbattere a quello avversario. I doriani ci hanno dato dentro e la cornice di pubblico è stata a dir poco spettacolare, come non si vedeva da un po'. E alla fine, per quello che si è visto in campo e sugli spalti, il pareggio è il risultato corretto. Lo ha sottolineato lo stesso Matteo Andreoletti (leggi qui le sue dichiarazioni rilasciate nel post-partita), che ora è pronto a pensare alla prossima. Il Palermo di Pippo Inzaghi, big assoluta della B, al Barbera. Chissà che il Padova non riesca a regalarsi anche un Capodanno coi fiocchi... Ma pensiamo a ieri e andiamo ad analizzare l'incontro tra Padova e Sampdoria, andato in scena allo stadio Euganeo alle 15.
Per affrontare la Sampdoria di Gregucci e Foti, l'allenatore del Padova Andreoletti si affida al consueto 3-5-2, guidato da dietro da Sorrentino. Ormai titolare tra i pali per le certezze che è riuscito a trasmettere alla squadra nelle ultime uscite. Davanti a lui il solito terzetto composto da Faedo, Sgarbi e Perrotta, con Capelli e Barreca sulle fasce di centrocampo. Nel mezzo Fusi-Crisetig-Varas, con il Papu in attacco a far coppia con Bortolussi. Una formazione non così difficile da pronosticare... Con il Papu in campo la qualità si alza notevolmente e la manovra d'attacco biancoscudata si sviluppa, come già successo con la Reggiana, in maniera differente rispetto al 4-2-4 a cui eravamo abituati. A impostare, infatti, non è più una linea a quattro con Faedo e Barreca terzini, ma il trio arretrato con Crisetig a supporto (il classico 3+1 in costruzione). Quasi a rombo, con gli esterni liberi di correre sulle corsie e le due mezzali più alte. Soprattutto Varas, perché Fusi spesso si avvicina a Crisetig (un po' in difficoltà), quasi a formare un 3+2, con il Papu liberissimo da ogni dettame tattico. L'argentino si alza, si abbassa, chiede palla o si inserisce: può fare un po' tutto, com'è giusto che sia. La sua qualità è necessaria in ogni porzione di campo. A tratti, però, il Padova imposta anche con il noto 4-2-4. Dipende dalle situazioni di gioco e dai momenti della gara. Lo fa per ampliare il proprio repertorio e cercare di non dare troppi punti di riferimento alla difesa della Sampdoria soprattutto dopo il gol subito. In fase di copertura, invece, l'undici andreolettiano si arrocca sempre in un 5-3-2, arretrando gli esterni e stringendo il centrocampo, cercando di bloccare le linee di passaggio nemiche.
Ayroldi fischia e la Samp parte bene, con trame vivaci e rapide. La squadra di Gregucci e Foti predilige, almeno nei primi minuti di partita, un gioco in ampiezza, per colmare così i vuoti interni con la qualità dei due fantasisti Barak e Pafundi, che agiscono a supporto del bomber Coda. Ma il dominio ospite dura ben poco, perché all'8' il PapuGomez si accende e infiamma l'Euganeo. Serpentina a partire dalla destra, dribbling secco su due giocatori e mancino che termina alto. E' il segnale che determina l'ufficiale ingresso in partita del Padova, che alza il proprio baricentro, mantiene il possesso della sfera e obbliga la Sampdoria a rinchiudersi in uno strettissimo 5-3-2 difensivo. All'11' Fusi non va così lontano dalla porta con una sassata con il destro, ma al 19' il Padova, forse un po' ingenuo e scoperto, si fa imbucare. Depaoli galoppa sulla destra, cambia lato per Coda, che ipnotizza Faedo e spedisce sotto il sette con un destro chirurgico e letale. Niente da fare per Sorrentino. Andreoletti può recriminare solo qualche errore tecnico di troppo nella prima costruzione (Crisetig, Faedo e Sgarbi un po' imprecisi), perché l'atteggiamento è quello giusto. Il Padova gira palla da destra a sinistra con pazienza, alla ricerca del pertugio giusto, ma i doriani sono ben compatti e Ghidotti, nella prima frazione, se ne torna in spogliatoio con i guantoni lucidissimi. A rischiare è infatti il Biancoscudo: al 30' Sgarbi e Barreca pasticciano e Coda viene bloccato solo da un pronto intervento di Sorrentino. E la partita inizia anche a farsi più nervosa, con diverse ammonizioni da una parte e dall'altra. Il preludio a un secondo tempo intenso e ricco di emozioni.
Gregucci inizia il secondo tempo con due cambi per dare nuova linfa al centrocampo e la verve dei nuovi si fa sentire. Al 50' prima Barak e poi Ioannou, nella stessa azione, costringono Sorrentino a un intervento a mano aperta (prodigioso) e subito dopo a una respinta con il volto. Quando si dice "metterci la faccia"... Un punto di svolta per il Padova, che trova le forze per gettarsi all'arrembaggio. Al 54' il Papu spreca a pochi passi dalla porta. Mentre poco dopo, Andreoletti decide di abbandonare temporaneamente l'equilibrio che contraddistingue il suo Padova, per provare a riprendere il risultato in un momento favorevole. Così, esce Crisetig ed entra Seghetti, che si va a posizionare vicino Bortolussi, con il Papu che arretra la sua posizione. A formare un 3-4-1-2. I biancoscudati, ben più offensivi, schiacciano la Samp nella propria area, finché non arriva il pari. Al limite dell'area piccola Bortolussi, liberato da Varas, vuole calciare, ma Fusi gli scippa il tiro e insacca in rete con il mancino. La Samp cambia prima in difesa e poi in attacco (out Coda), mentre al 73' ancora il Papu, assoluto protagonista della sfida, spedisce a lato di un soffio con il mancino a incrociare. Andreoletti sceglie di lasciarlo in campo, mentre rileva uno stremato Bortolussi e Barreca per Baselli e Ghiglione. Così, l'equilibrio torna a fare da padrone nel mezzo. Baselli si sistema in regia, con Fusi e Varas mezzali (prima avevano gestito da soli il centrocampo senza Crisetig), mentre Ghiglione gioca a destra, con il jolly Capelli che slitta a sinistra. Poco dopo escono anche il Papu e Fusi, per Buonaiuto e il rientrante Di Maggio. L'ex Inter affianca Baselli e Varas, mentre Buonaiuto Seghetti, componendo un attacco leggero che guida la pressione degli ultimi 15' di una partita destinata all'1-1.
Andreoletti è stato chiaro: nelle ultime due partite (Reggiana e Sampdoria) i suoi ragazzi hanno sbagliato più del solito in impostazione. Nulla di così preoccupante, però. La stanchezza inizia a farsi sentire, soprattutto in un reparto, quello arretrato, che è stato poco stravolto nel corso della prima metà di stagione. I tre titolari Faedo, Sgarbi e Perrotta hanno tirato la carretta a lungo. Poco si sono visti Villa e Belli. La scelta è stata esclusivamente dell'allenatore, che ha sempre ribadito un concetto chiaro: in difesa gli equilibri non si toccano. E chissà che con il Palermo non possa decidere di far rifiatare una delle guardie del corpo di Sorrentino. Discorso diverso per Crisetig, che non ha avuto, fin qui, un vero e proprio sostituto. Per Andreoletti Harder non è un regista, seppur abbia ricoperto più volte quel ruolo con più dinamismo rispetto al capitano, mentre Baselli non è ancora nella miglior condizione fisica per affrontare un'intera partita. La nota più positiva tra le molte, invece, è sicuramente il crescente stato di salute del PapuGomez. Il diez patavino sta bene, sta sempre meglio e ieri ha dato ampia dimostrazione delle sue qualità. Si vede lontano un miglio che è di un'altra categoria. La giocata più emblematica della sua partita è stata la rincorsa a un giocatore della Samp che scappava in velocità: palla recuperata, tacco e tunnel dopo essersi messo davanti all'avversario e ripartenza dell'azione. Un binomio di tecnica mostruosa e spirito di rivalsa che fanno e che faranno benissimo al Padova. Con lui in campo il livello di qualità si alza notevolmente.
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