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La sosta per le Nazionali, oltre che un periodo per rifiatare e lavorare su schemi e mentalità, equivale anche a un momento di analisi (pure a livello societario). Su ciò che è stato fatto, su ciò che si poteva fare meglio e anche su episodi singoli. Nell'ultima partita del Padova, al San Nicola contro il Bari di Caserta, infatti, è risultato decisivo il rigore assegnato ai padroni di casa al 70' per una trattenuta di Capelli sul subentrato Moncini valutata da cartellino rosso. Uno di quegli episodi che cambiano le partite, com'è poi effettivamente andata a finire. Perché il Padova, senza Capelli, è andato un po' in confusione e ha subito un Bari che invece ha sfruttato l'opportunità per affondare il colpo e strappare la prima vittoria stagionale. Dall'episodio del rigore in poi, la partita della formazione di Andreoletti è cambiata drasticamente: si è passati da una gestione offensiva (perché ricordiamolo, il Padova sa gestire solo premendo e accelerando) e da un senso generale di controllo dell'incontro, a 20' di grande sofferenza. Ma era così evidente il fallo di Capelli su Moncini in area? E si poteva risparmiare il rosso?
Dare il rigore non è sbagliato. E siamo onesti: il Padova, arroccato dietro e stretto in pochi metri, non può far passare due palloni del genere in area. Il primo, che arriva a Cerri spalle alle porta, il quale fa da sponda per il tiro di Dorval dal limite poi ribattuto da Sgarbi, costretto a sganciarsi dalla linea difensiva per intervenire. Il secondo, invece, sui piedi di Cerri, che prova la girata al volo indirizzando casualmente poi il pallone sui piedi di Moncini, che s'intrufola con furbizia tra Capelli e Faedo per raccogliere la sfera. A questo punto, Moncini è diretto in porta e Capelli, che ormai è dietro all'attaccante, può fare solo due cose: lasciarlo calciare o provare a bloccarlo. Così, l'ex Pro Sesto si aggrappa al braccio sinistro di Moncini, che continua però a correre in avanti, rallentato dalla pressione del laterale padovano. Poi Moncini si libera dalla trattenuta dell'avversario, ma nel momento in cui prova a calciare cade a terra, sicuramente sbilanciato. L'impressione è che il pallone si sia un po' allontanato e per arrivarci il barese non può fare altro che gettarsi in avanti con il corpo per arrivare sul pallone con il piede destro. Moncini però non colpisce la sfera, e poi sappiamo bene com'è andata a finire. Penalty e 1-1.
Ma il dubbio resta proprio sul momento in cui Capelli e Moncini si lasciano. Capelli si stacca da Moncini e poi l'attaccante cade, quando sta cercando di colpire il pallone. Di sicuro sbilanciato, lo ripetiamo, davanti alla porta. La trattenuta di Capelli per rallentare l'avversario è evidente, ma il giocatore cade quando si è liberato. Forse proprio per questo Capelli ha abbandonato il campo non convintissimo della scelta dell'arbitro. Fischiare il rigore ci può stare, ma qualche perplessità sul cartellino rosso rimane. Il calciatore è stato sbilanciato e trattenuto davanti alla porta, ma è lui che quasi goffamente cade mentre cerca di impattare la palla. Forse Capelli si poteva graziare con il giallo proprio per questo. Perché a un certo punto lascia Moncini, che solo successivamente cade. E chissà come sarebbe potuta finire la sfida con una semplice ammonizione. Va precisato, però, che quel pallone non sarebbe dovuto passare tra le gambe dei difensori del Padova, costringendo poi Capelli a quell'intervento. Ci sarà da lavorare durante la sosta. 4 reti subite in 2 partite sono troppe. Bisogna imparare a gestire per davvero le varie fasi dei 90', perché pensare di spingere sempre è inconcepibile. Esistono anche gli avversari e fisicamente alla lunga può diventare insostenibile e nocivo.
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