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Il ritorno di Bucolo: “Che gioia l’applauso al mio ingresso in campo. E contro il Cuneo…”

Il centrocampista siciliano parla dei 20 minuti giocati in Padova-Cremonese e ora spera in una maglia da titolare nella prossima trasferta

Redazione PadovaSport.TV

Venti minuti di partita contro la Cremonese per molti potrebbero essere solo un piccolo passo. Per Rosario Bucolo, che una settimana fa è tornato a disputare una gara ufficiale a 60 giorni di distanza dall'ultima volta (a Piacenza), hanno invece significato molto di più. Il siciliano ha ripreso, a tutti gli effetti, ciò che a gennaio, dopo il litigio con l'allenatore e l’esclusione dalla “lista”, aveva lasciato. E domenica a Cuneo potrebbe anche partire di nuovo dal primo minuto, visto che mancherà lo squalificato De Risio e che Corti si è appena ripreso da un mese di stop. «Per me sono stati 20’ importantissimi», confessa il centrocampista, ripensando al suo rientro. «È stata una grande emozione vedere di nuovo il campo da vicino, e soprattutto sentire la gente che mi ha acclamato quando sono entrato. Sono stato felicissimo, per un calciatore significa tanto, soprattutto in una piazza come Padova, che ha visto passare atleti di livello altissimo». Si è reso conto che gli applausi del pubblico erano proprio indirizzati a lei? «Ero molto concentrato, un po’ perché rientravo per la prima volta e un po’ perché la partita non si era messa benissimo in quella ripresa. Però li ho avvertiti subito, mi hanno applaudito forte e mi sono arrivati al cuore». Che cosa ha pensato? «Nel finale di gara non ci ho pensato molto, devo dire la verità. Ma quando poi sono tornato a casa, ci ho riflettuto, anche perché mia moglie me l'ha ricordato, lei ha sentito l'applauso anche da casa, dalla diretta internet: sono soddisfazioni autentiche, significa aver lavorato bene, e ne sono veramente felice». Si è sentito di nuovo un giocatore vero? «L'unico pregio che veramente mi riconosco è quello di non mollare mai. Sono stato ai margini della squadra e del progetto, ma adesso mi sto prendendo di nuovo delle soddisfazioni importanti». Cosa ha imparato da questa vicenda? «Mi ha insegnato tanto, e nella vita non si smette mai di imparare, tanto più in un ambiente come quello del calcio, nel quale le cose possono cambiare da un momento all'altro. Questa esperienza mi ha segnato, la porterò con me». Domenica potrebbe anche tornare dal primo minuto, viste le diverse assenze. Avverte un po' di attesa? «Credo che vivrò questa settimana come tutte le altre. Se il mister vorrà, sarò a disposizione, ma non per questo mi faccio prendere dall'entusiasmo: la più grande carica me l'ha data l'apprezzamento del pubblico padovano». Si torna in campo in vista di Cuneo: i tre giorni di sosta sono arrivati al momento giusto? «Probabilmente sì, abbiamo tirato un po’ il fiato e siamo pronti a ripartire. Contro la Cremonese l'avevamo messa subito bene, ma alla lunga loro sono usciti e noi ci siamo abbassati troppo: l'importante era vincere, ora ci giochiamo le ultime sei con serenità e tranquillità». Il quarto posto, tuttavia, è distante 5 lunghezze. Si può ancora fare? «Non dobbiamo sbagliare più niente: l'unico nostro compito è mettere pressione a chi ci precede, e possiamo farlo solo se continuiamo a stare lì, con il fiato sul collo. I conti si fanno alla fine. Il Padova deve giocare come sa e non pensare ad altro». A cominciare da domenica: un impegno facile solo all'apparenza. «Queste sono le gare più difficili: il Cuneo si deve salvare, probabilmente si chiuderà e cercherà la ripartenza, sarà una partita da prendere con le pinze. Ricordate cosa successe all'andata?». (Da Il Mattino)