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Niente paura: è solo la prima. Il campionato è una maratona, non i cento metri. L’importante è portarsi a casa spunti e aspetti su cui migliorare. Il Padova stecca all’esordio contro l’Empoli di Guido Pagliuca al Castellani (qui le nostre pagelle) e perde 3-1 davanti ai 722 tifosi biancoscudati accorsi in Toscana per assistere all’esordio in B dei propri beniamini a sei anni dall’ultima volta. Non una brutta prestazione, quella messa in campo dalla squadra di Matteo Andreoletti, che non è però riuscita a pungere con costanza e si è fatta trovare impreparata in diverse occasioni. C’è molto su cui lavorare, ma siamo solo a inizio stagione. A tutto, a questo punto del campionato, c’è rimedio.
Il Padova scende in campo al Castellani contro l’Empoli con il 3-5-2, che in fase difensiva si trasforma in un arroccato 5-4-1 talmente stretto da lasciare solo pochi spazi di manovra ai toscani. Capelli e Barreca si abbassano e si stringono ai lati del terzetto difensivo formato da Belli, Villa e Faedo, mentre i due centrocampisti Varas (con la fascia di capitano al braccio) e Di Maggio, si schiacciano centralmente per affiancare la diga Baselli-Fusi. Isolato il solo Bortolussi lì davanti, chiamato a una lieve pressione e a un importante lavoro di contenimento. L’Empoli, dal canto suo, si schiera a specchio e, grazie alla sua grande qualità e al sostegno di un pubblico che vuole subito riabbracciare la Serie A, inizia a premere sull’acceleratore, affidandosi al proprio centravanti Shpendi (Cristian, mentre il fratello Stiven gioca al Cesena) e alle cavalcate di Carboni a sinistra e di Elia a destra. Il Padova, invece, dopo una fase di assestamento all’impatto con una nuova categoria, tira fuori il coraggio e propone il gioco impostato dall’allenatore in settimana: palla lunga a Bortolussi o verticalizzazioni rapidissime sugli incursori Varas e Di Maggio, con il supporto dei laterali di fascia Barreca e Capelli, un po’ sofferenti in fase difensiva sui pari ruolo avversari. La strategia, però, funziona, Di Maggio sfiora il vantaggio, ma è l’Empoli a passare al 20’. Corner battuto da Ignacchiti, sponda di Curto e colpo felino di Shpendi sotto porta a insaccare l’1-0, lasciato libero dall’immobilità di Villa e Bortolussi, che forse non si aspettavano uno sviluppo simile dell’azione. I biancoscudati incassano il colpo e a testa bassa continuano a insistere con il proprio piano. Non passano neanche 5’ che il pareggio arriva in seguito a un prolungato possesso palla. Faedo sulla sinistra imbuca per Varas, bravo a pescare poi la zampata vincente di Bortolussi, che allunga la gamba e anticipa tutti depositando in porta.
La strategia funziona e il bel gioco che abbiamo imparato ad ammirare nella scorsa stagione sembra riemerso assieme all’intensità richiesta da Andreoletti alla vigilia, tanto che il Padova, in fiducia, rinchiude nella propria metà campo un Empoli che si deve riassestare dopo l’uscita per infortunio di Shpendi. Pare una buona notizia per i biancoscudati, ma non lo è. Tutt’altro. Perché il terribile ucraino classe 2007 Popov, subentrato al posto del proprio compagno, riporta avanti i suoi con un gol fotocopia dell’1-0. Al 41’, infatti, il solito Ignacchiti calcia con il mancino dalla stessa bandierina, trovando questa volta il padovano doc Lovato, che cerca un’altra sponda nell’area piccola per un compagno. Non trova nessuno, se non Baselli, che con un goffo intervento regala una ghiottissima opportunità a Popov, abile a sfruttarla e a sfondare la rete per il 2-1. Evidenti le responsabilità di Baselli in questa situazione: non si è fatto trovare pronto. Un errore che ha macchiato un buon esordio dal 1’, con una buona gestione del giro palla e un importante dose di leadership nel mezzo. Ma le colpe non sono solo sue. Subire due reti identiche da corner non è ammissibile in una categoria in cui anche mezzo errore non viene perdonato. Che la marcatura a zona in area di rigore vada rivista? L’incertezza dimostrata non lascia ben sperare in queste situazioni su cui il Padova dovrà ampiamente lavorare. Anche perché in Serie B, di squadre che fanno della fisicità e dell’altezza i propri punti di forza ce ne sono parecchie.
Nella seconda frazione il divertimento viene meno, l’intensità rimane alta, ma il Padova non riesce mai a impensierire il portiere empolese Fulignati. E subisce così il 3-1. Al 66’ Elia scappa sulla destra a Barreca (in calo nei secondi 45’ di gioco dopo un buon primo tempo, soprattutto in zona offensiva) e indovina una traiettoria perfetta per la testa di Popov, che in tuffo insacca alle spalle di Fortin. Esordio da sogno per il 2007 dell’Empoli. Chi se lo sarebbe mai aspettato? A questo punto il Padova si blocca e non riesce più a trovare fluidità e pulizia nelle giocate (merito anche di un Empoli salito d’intensità e di sicurezza). Così, Andreoletti prova ad affidarsi alla panchina. Belli esce per infortunio assieme a Di Maggio, dentro Perrotta e Ghiglione. La squadra si rassesta: Faedo passa a fare il braccetto destro, Villa rimane nel mezzo e Perrotta si accomoda sul centro-sinistra della difesa. Ghiglione, invece, s’impossessa della corsia destra, mentre Capelli si sposta al fianco di Bortolussi, per cercare di non dare punti di riferimento ai difensori avversari.
Ma non funziona, perché i biancoscudati non riescono proprio a creare vere occasioni da rete. Altri cambi: out Capelli e Baselli, in Buonaiuto e Harder. Negli ultimi 10’ entra anche Lasagna al posto di Fusi (l’arbitro Ferrieri Caputi gli aveva comminato il cartellino rosso, poi ritirato in seguito a una revisione Var) e il Padova si sistema con il 3-4-1-2. Harder e Varas in mezzo al campo e Buonaiuto sulla trequarti alle spalle del tandem Lasagna-Bortolussi. L’intesa tra i due è da affinare, Buonaiuto è parso un po’ scarico e si è anche infortunato nel finale. Harder, invece, ha provato a dare vivacità, ma senza grandi risultati. Alla fine, il Padova cede all’Empoli e si porta all’ombra del Santo un grande bagaglio d’esperienza. Il primo giorno di scuola non è stato così negativo, ma per migliorare e iniziare a fare punti si dovrà lavorare. E non poco. In attesa di capire se dal mercato arriveranno altri rinforzi o se la società deciderà di proseguire con la rosa attuale. Vedremo.
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