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Andreoletti si presenta: “Voglia matta di iniziare. Squadra già competitiva, saremo più propositivi”

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Le prime parole da allenatore biancoscudato di Matteo Andreoletti
Tommaso Rocca
Tommaso Rocca Redattore 

Le prime parole da allenatore biancoscudato di Matteo Andreoletti: "Ho tanta voglia e tanto entusiasmo sono molto felice di essere qui. Non credo di essere una scommessa. Per me inizia un'avventura che è una tappa fondamentale della mia carriera, sono molto orgoglioso di essere qui. A Benevento? Sono stati sei mesi bellissimi in una piazza depressa che veniva da due retrocessioni, ma ho imparato più li che negli altri anni da allenatore. Se mi concentro sul mio lo valuto comunque in maniera positiva, abbiamo fatto 30 punti e credo che se non avessi fatto questa esperienza non sarei oggi qui a Padova. Non è un discorso di accordi pluriennali o meno, sicuramente la proposta di un biennale significa che c'è fiducia e voglia di intraprendere un discorso insieme più a lungo raggio. Comunque per venire qui a Padova non avrei mai fatto questioni su cifre o lunghezza del contratto. Avevo anche altre richieste, ma nessuna a livello di Padova, sia a livello di rosa che di proprietà e dirigenza. Questa società ha grandi obiettivi e progetti molto chiari da dover raggiungere a stretto giro, quando ti chiama il Padova c'è solo da prendere la macchina e venire qui a firmare. Da parte mia c'è una voglia matta di iniziare il prima possibile, la piazza so che è esigente, io ho ben chiaro dove voglio arrivare. So di dover dimostrare di essere degno di meritarmi questa panchina, ogni giorno con il lavoro dovrò fare in modo di far vedere che la scelta è giusta e la voglia che ho di mettermi a confronto con questa realtà mi mettono nelle condizioni di dare tutto. Quando si arriva ad un esonero non credo sia solo una questione di risultati, spesso dietro ci sono anche problemi e rotture interne e lì il numero di punti o la posizione in classifica contano relativamente. Non sono qui a fare proclami, è chiaro che il nostro obiettivo è migliorarci, se l'anno scorso siamo arrivati secondi vuol dire che dovremo fare meglio. Qui ci sono già delle certezze, questa squadra è stata la miglior difesa del campionato, dobbiamo rinforzare queste certezze e migliorare negli altri frangenti. Dove? Essere più decisivi nelle gare importanti e magari avere un calcio propositivo. Ho visto molte partite del Padova negli ultimi sei mesi, sia in video che dal vivo. Questa è una squadra forte con tante caratteristiche che mi piacciono, non c'è bisogno di stravolgimenti, ho in mano una macchina che andava già forte per cui migliorarla sarà difficile. Ho chiesto al direttore di lavorare in ritiro con tutti i giocatori sotto contratto, voglio conoscerli uno ad uno, parlarci e poi potrò fare le mie valutazioni. Cambiare tanto per cambiare non ha senso, voglio studiare sul campo prima di poter dare i miei consigli su dove si possa intervenire. Certezze? Credo la difesa a 3, abbiamo quinti di gamba per cui credo che siano da sfruttare, poi da vedere se il centrocampo giocheremo a 2 o a 3, l'obiettivo sarà quello di mettere nelle condizioni di fare bene più giocatori possibili specie in fase offensiva. Portiere? Ci sono giocatori forti in rosa, sicuramente Fortin è un giocatore che mi piace e mi farebbe piacere averlo con noi in quanto è un patrimonio del Padova. Giochisti o risultatisti? Non mi piacciono queste differenze, preferisco avere una squadra che sa cosa vuole in campo e che abbia il possesso della palla. L'anno scorso il Padova ha avuto una media del 51%, credo sia un dato su cui possiamo lavorare. Per giocare un calcio propositivo oltre ad avere la palla bisogna anche aggredire per recuperarla il prima possibile. Cincione e Zancopè resteranno con me e credo che lavorare con due professionisti che conoscono già la squadra integrando le mie idee possa essere un ottimo punto di partenza per migliorare. Non chiedo regali a nessuno, il supporto dei tifosi e della città dobbiamo meritarcelo e guadagnarcelo. Da soli non si va lontano, per questo motivo dobbiamo fare del nostro meglio per far si che tutto l'ambiente sia unito e remi dalla stessa parte. Lo staff tecnico? Pierluca Cincione sarà il mio secondo. Andrea Molteni con cui lavoro da 4 anni, viene con me da Benevento e farà il preparatore atletico con supporto di Matteo Zambello che era già qui. Zancopè resta l'allenatore dei portieri, il match analyst sarà Salvatore Demauro, che ringrazio perché ha preso un aereo da Bari per venire qui a conoscermi. Questo è lo spirito che mi piace. Non si vince con contratti astronomici o con la pancia piena, si vince con giocatori di categoria, che hanno fame. Qui è pieno di giocatori che se vincono il campionato può cambiargli la carriera e credo che questo sia un tassello importante per una squadra che vuole ambire alla vittoria. Poi bisogna essere una squadra che lavora, che suda e che va a 300 all'ora. Non ho ancora parlato con Oughourlian, sarà un passaggio che faremo nei prossimi giorni. La mia carriera? Ho avuto la fortuna di fare 10 anni all'Atalanta nel settore giovanile, una cosa che ti forma per tutta la vita. Mi sono sempre sentito un allenatore, per questo a 23 anni ho smesso di giocare a calcio, mi sentivo pronto per intraprendere questa carriera e da quando ho iniziato ad allenare i giovanissimi della Pro Patria sentendo i brividi quando facevo 100 km al giorno per andare a lavorare ho capito che era la strada giusta e che oggi io sia qui vuol dire che ho preso la decisione migliore".

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