Un ritorno al passato, per scrivere il futuro
—Fu il Catania a portarlo in Italia nel 2010. Tre stagioni in rossazzurro, tra alti e bassi, ma con sprazzi di talento che facevano intuire un potenziale enorme. Poi l’incontro con Gasperini e la trasformazione all’Atalanta: da semplice esterno offensivo a trequartista totale, geniale e instancabile. A Bergamo, il Papu non è stato solo un calciatore: è stato un simbolo, un condottiero, il volto di una rivoluzione tecnica e mentale che ha portato l’Atalanta fino in Champions League, a sfidare i colossi d’Europa con la leggerezza di chi sa di poter stupire.
Il suo nome, intanto, iniziava a circolare tra i top club. Ma lui rimaneva lì, al centro di un progetto che lo aveva reso grande. Poi, l’improvviso addio. Una rottura insanabile con Gasperini, la frattura con la società, l’esclusione, il divieto di trasferirsi in Italia. La favola si chiude bruscamente, senza lieto fine.
Dopo Bergamo, arriva Siviglia. Vince un’Europa League, ma non ritrova mai veramente sé stesso. Poi, nel 2022, la chiamata più dolce: la convocazione con l’Argentina per il Mondiale in Qatar. Anche se in un ruolo marginale, il Papu entra nel gruppo che riporta l’Albiceleste sul tetto del mondo. Un titolo che vale tutta una carriera, un sogno diventato realtà. È il momento più alto, quello che nessuno potrà mai togliergli: campione del mondo con la sua Argentina, al fianco di Messi.
Una breve parentesi anche al Monza nel 2023-2024, interrotta dalla squalifica per doping: la macchia più pesante sulla sua carriera. Ma il Papu non è tipo da lasciare il palco in silenzio.
Padova, l’ultima occasione per tornare a ballare
—Ora, a 36 anni, Gomez è pronto per la sua ultima danza, e ha scelto Padova come teatro per il suo atto finale. Un colpo clamoroso per il club biancoscudato, se confermato, che accoglie un campione desideroso non solo di giocare, ma di lasciare il calcio con dignità, tra gli applausi, e non tra le polemiche.
Padova potrebbe essere il luogo del riscatto. Una città che vive di calcio e che sa innamorarsi dei suoi eroi. Una squadra ambiziosa, in cerca di quel salto di qualità che riporti in alto un blasone storico. Il Papu porta esperienza, carisma, classe. Ma soprattutto, porta fame. Fame di bel gioco, di emozioni, di redenzione.
Non sarà la Serie A, non sarà la Champions League, ma per chi ama davvero il calcio, questa potrebbe essere la pagina più bella da scrivere. Gomez a Padova è molto più di un’operazione di marketing: è il tentativo di chiudere un cerchio, di rialzarsi, di concludere una carriera straordinaria con il sorriso. E forse, per una volta, la favola può tornare a essere realtà.
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