LA PRESENTAZIONE

Oddo: “Squadra forte, io porterò le mie idee. Proviamo a vincerle tutte e vediamo dove arriviamo”

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Le prime parole ufficiali del nuovo allenatore del Calcio Padova Massimo Oddo

Tommaso Rocca

In diretta dalla Sala Stampa dell'Euganeo con inizio ore 10 la conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore del Calcio Padova Massimo Oddo: "Il primo contatto con la società c'è stato lunedì, mercoledì abbiamo chiuso l'accordo e giovedì ho firmato. La categoria non conta, qui ci sono tutte i presupposti per fare bene, per fare un percorso interessante. Io coraggioso? Nel passato ho sbagliato delle scelte, altre le ho azzeccate ma non mi è mai mancato il coraggio di prendere delle decisioni. Non guardo quello che è stato, non mi pongo il problema del perché l'allenatore precedente è stato sostituito ma guardo a quello che dovrò fare io con una squadra forte che è stata costruita per vincere. Cerco semplicemente di portare la mia idea calcistica e di trasferirla ai giocatori. Sono venuto a vedere dal vivo la squadra con il Sudtirol quando ovviamente non c'era nulla, l'ho seguita anche più avanti e sono convinto che i giocatori che ci sono hanno tutti le qualità per fare un grande finale di campionato. Ho esperienze negative con i contratti pluriennali, per questo motivo ho voluto l'accordo solo fino a fine stagione. Ci sarà tempo di parlare di contratti quando ci saremo conosciuti, con i tifosi, la società, i giocatori. Non voglio legare la società a me con un pezzo di carta. Qui bisogna solo vincere quindi se quello che avremo fatto sarà stato ritenuto valido poi ci sarà il tempo di parlare di accordi. Dieci punti sono tanti, noi abbiamo l'obiettivo di vincerle tutte e daremo il massimo quotidianamente in campo e fuori per raggiungere il nostro obiettivo. Sono venuto qui per vincere, altrimenti non avrei accettato. Il modulo? Credo che il 4-3-3 sia il modulo sul quale si può continuare, magari ci sarà un'interpretazione diversa di come adottarlo. Attacco della profondità e armonia di gioco sono tra le le mie convinzioni nel gioco del calcio, poi tutto va adattato ai giocatori. Lavoro psicologico? Non credo ci siano grandi interventi da fare, la squadra è estremamente forte e credo che sia importante creare un ambiente positivo attorno alla squadra perché i giocatori lo percepiscono e gli sarà d'aiuto. I giocatori li conosco tutti, alcuni perché li ho allenati come ad esempio Nicastro, Monaco e Busellato gli altri da fuori perché li ho visti giocare anche se parlandoci insieme poi li conoscerò meglio. Pavanel? Non credo lo chiamerò, non per mancanza di rispetto, anzi se raggiungeremo l'obiettivo il merito sarà anche suo. Non lo conosco talmente bene per chiamarlo, quando io sono stato esonerato mi facevano piacere le chiamate degli amici non di chi ha preso il mio posto. La categoria non è un problema se ci resti poco, l'obiettivo come quello di tutti è allenare il Real Madrid ma ognuno ha il suo percorso e credo che qui vista la società e la piazza ci siano ottime possibilità di fare buone cose. Il Padova non corre? Non credo, bisogna correre in tutte le categorie, le partite durano 90 minuti e non può essere che una squadra al sessantesimo sia stanca. Subentrando a stagione inoltrata non posso intervenire a gamba tesa sulla preparazione atletica, magari faremo qualche aggiustamento ma non stravolgimenti altrimenti si possono fare danni. Marcello Donatelli è il mio secondo e viene con me, è stato aggiunto un secondo preparatore per poter lavorare bene con due gruppi, per il resto lo staff resta lo stesso. Conosco il direttore e la scelta fatta con lui dimostra l'ambizione della società, avevo avuto contatti con qualche squadra di categoria superiore ma non ero convinto di alcune cose. Io in TV per la Champions? Avevo un contratto firmato per due puntate e dovevo essere presente. Ho già visto la partita di mercoledì, ne ho viste 15 del Padova in questi giorni e l'ho fatto prima di decidere di firmare. La squadra ha fatto tantissimi punti e non metto in dubbio le prestazioni, può cambiare la mentalità, non è solo il fatto del gioco dal punto di vista estetico. Da uomo di calcio immagino che Padova abbia voglia di rivivere il calcio vero, la serie A per capirci. Avere una società importante che investe e vedere che le aspettative crescono senza poi essere rispettate con la promozione può deprimere, i voglio rinvigorire i sogni di chi vuole tornare a giocare in palcoscenici importanti. Il ruolo dell'allenatore nel calcio è il più difficile. Deve avere a che fare con tutti ed essere bravo a rapportarsi nel modo giusto in ogni contesto. Anche con i giocatori è così, non puoi comportarti in modo uguale con tutti, nei momenti delicati ognuno ha il modo giusto per essere stimolato. Mancano due mesi alla fine, abbiamo poco tempo perché giocheremo ogni 3 giorni, dal punto di vista tattico poche cose e molto decise, magari poi aggiungeremo pian piano nuove situazione una volta immagazzinate le prime. I playoff? Abbiamo una squadra forte, se dovremo giocarli ci faremo trovare pronti da tutti i punti di vista."

 

Mirabelli: "Non abbiamo nemmeno trattato sulla durata del contratto, è stato il mister a chiedere intanto di avere questi 4 mesi per conoscerci. Considero questo suo comportamento una decisione molto importante, segno di una motivazione altissima a fare bene da subito. Lo striscione dei tifosi? Senza di loro il gioco del calcio non sarebbe così bello, li capiamo, il nostro obiettivo è farli tornare a gioire con la squadra il prima possibile"

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